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Perchè si avvicina la guerra all’ Iran

Perchè si avvicina la guerra all’ Iran

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Esistono fattori ed elementi oggettivi che indicano l’avvicinarsi, forse anche più rapido di quanto previsto all’indomani delle elezioni americane, della guerra contro l’ Iran. Guerra che vedrà protagonisti gli Stati Uniti, Israele, l’ Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrein, il Kuwait e la Turchia. Gli indicatori e i segnali sono molteplici e come dicevamo sono oggettivi. Vediamoli insieme

  • L’Iran ha aumentato in modo considerevole, per non dire impressionante, le proprie capacità di arricchimento dell’Uranio nel sito sotterraneo di Fordow rendendo i due siti più famosi di Parchin e Natanz degli obiettivi secondari sia delle eventuali ispezioni IAEA, sia di un possibile attacco aereo alleato. Nonostante ciò l’installazione delle nuove centrifughe IR2 a Natanz fa sì che dopo Fordow anche Natanz potrebe essere colpito dallo Strike
  • Le trattative del Gruppo dei 5+1 sono sempre più dei vuoti esercizi accademici di diplomazia, l’Iran ha dichiarato attraverso alti rappresentanti delle commissioni inerenti la sicurezza nazionale che accetterà di partecipare a colloqui costruttivi solo in condizioni di pari dignità rispetto agli altri paesi, richiedendo espressamente lo stop alle sanzioni economiche e commerciali. In Kazakistan ad Almaty si é svolto un round decisivo, ma nessun accordo é stato raggiunto e se, anche nei colloqui di aprile non si registreranno progressi, la finestra utile per la diplomazia si chiuderà rapidamente
  • Alcuni report indicano che si sia proceduto ad una precoce estrazione e verifica delle barre di combustibile irradiato nella centrale nucleare di Busher nel mese di ottobre. Le barre di combustibile erano state inserite nel reattore solo alcuni mesi fa, e avrebbero potuto fornire energia al reattore per un periodo di tempo decisamente maggiore, lo scopo della loro sostituzione non è noto. Strettamente legate alle attività presso la centrale di Busher potrebbero ricollegarsi le missioni di Droni americani nella zona, missioni che si sono concentrate, per stessa ammissione degli iraniani in una loro denuncia alle nazioni unite di venerdì 23 novembre 2012, nell’area della centrale. All’apice di questi episodi si è registrato il tentativo dell’aviazione delle Guardie della Rivoluzione di abbattere un predator americano che sorvolava il braccio di mare nei pressi della centrale. Elemento che va considerato come un atto ostile se non un vero e proprio atto di guerra.
  • L’Iran ha ammesso di fornire con regolarità ad Hamas armi offensive come i missili Fajer 3 e Fajer 5, in grado di colpire in profondità il territorio di Israele ed in particolare le grandi aree urbane civili. Un atteggiamento non solo di sfida ma un concreto atto ostile nei confronti dello stato di Israele e degli Stati Uniti. In questa ottica va tenuta in grande considerazione la possibile spedizione di tali armi via mare con destinazione il porto commerciale di Port Sudan.
  • In Turchia sono state dispiegate sei batterie del sistema antimissile Patriot, e potrebbe essere operativa una piccola flotta di aerei radar AWACS e JSTAR. Ufficcialmente questi asset operativi sono dispiegati in Turchia per contrastare la potenziale minaccia siriana nel caso la guerra civile degeneri rapidamente. Sarà fondamentale capire se verranno schierate altre batterie Patriot o THAAD, e se soltanto una di esse fosse posizionata a difesa di un’area metropolitana lontana dal confine siriano, pensiamo alla stessa capitale Ankara o addirittura Istanbul, sarebbe un segnale chiaro che i missili Nato non sono in Turchia per difendere il territorio solamente dagli Scud di Al Assad ma per difendere basi aeree, installazioni radar e città turche dai missili balistici iraniani Shahab-3, che sono in grado di raggiungere tranquillamente ogni angolo di suolo turco. Inoltre alcuni giorni fa il ministro degli interni turco ha apertamente accusato gli iraniani di fornire supporto attivo ai nazionalisti curdi che combattono la Turchia.
  • L’america ha rimandato il dispiegamento delle proprie unità portaerei, ufficialmente per problemi di Budget, ma questa mossa consente agli Stati Uniti di poter schierare simultaneamente 4/5 Gruppi di Attacco Portaerei (CSG) nei punti caldi del globo nei prossimi mesi.
  • I primi B/2 in grado di trasportare le MOP (Massive Ordnance Penetrator) le bombe da 15000 kg in grado di bucare Fordow, sono entrati in linea di volo e sono Combat Ready
  • Negli Emirati Arabi Uniti Stazionano ormai con regolarità 8 F/22 Raptor, che i nostri analisti ritengono essere mezzi potenzialmente utilizzabili non nel loro classico ruolo di superiorità aerea, ma nel’insolito ruolo di Bombardieri Stealth supersonici per un second Strike, quando la sopravvivenza dei B/2 non sarebbe garantita in un’ottica di Strike mirato e chirurgico.
  • Sempre negli Emirati staziona un gruppo di velivoli Eurofighter della Gran Bretagna, mezzi ideali per supportare sia le missioni SEAD ( Suppression of Enemy Air Defence, la distruzione dei sistemi antiaerei del nemico) che di superiorità aerea.
  • Negli Emirati e in Baharein stazionana un’imponente flotta di cacciamine e di mezzi per le forze speciali, guidata dalla Uss Ponce una vecchia nave da sbarco americana trasformata in base comando per le forze speciali e la caccia alle mine.
  • In Arabia Saudita mezzi aerei americani e sauditi sono concentrati nelle principali basi aeree del paese in un ambiente ostile come il deserto con alti costi di mantenimento e manutenzione, in tempi di crisi la volontà di mantenere tale forza pronta all’impiego deve essere sottesa a confrontare una minaccia concreta e presente.
  • In Israele data la tensione con la Siria i sistemi antimissile Patriot e Iron Dome sono dispiegati, “condizio sine qua non” per un attacco all’Iran, ciò perché poche ore dopo lo Strike le città e le installazioni strategiche civili e militari di Israele subiranno un Barrage di Razzi e Missili; per questo motivo i sistemi antimissile devono essere già dispiegati.
  • L’Iran svolge con regolarità manovre di tutte le sue forze militari e paramilitari, e con grande regolarità presenta al mondo nuovi prodotti dell’industria bellica: sottomarini tascabili, nuove unità navali leggere, piccoli caccia derivati dall’americano F/5, nuovi mezzi corazzati e sistemi antiaerei sia navali che terrestri.

Questi sono parte dei fatti che ci inducono a pensare che la guerra tra l’Iran e gli Stati Uniti sia più vicina che mai, tutto il nostro gruppo spera che la diplomazia e la ragione prevalgano sulla forza delle armi ma questi sono i segnali che arrivano dalla regione, questi sono fatti concreti raccolti su fonti Open Source che documentano i preparativi di una guerra nel Golfo Persico e in tutta la regione mediorientale.

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