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Israele il giorno dopo la Bomba iraniana -Scenario –

Israele il giorno dopo la Bomba iraniana -Scenario –

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post pubblicato originariamente il 30 luglio 2012

Cosa accadrebbe in Israele il giorno dopo che l’Iran dovesse testare il suo primo dispositivo nucleare? Cerchiamo di delineare un possibile, se non un probabile, complesso scenario mediorientale.

Primavera del 2014

Nel grande deserto salato iraniano da settimane, in segreto, un distaccamento dell’ingegneria militare coordina lo scavo di un profondo pozzo del diametro di oltre due metri. Giunti ad una profondità  di diverse centinaia di metri un cilindro scuro viene calato lentamente nel pozzo collegato con l’esterno da una serie di cablaggi ridondanti. Il pozzo viene sigillato, il personale allontanato e, come da ordini ricevuti, viene innescata l’esplosione dell’ordigno. Il sistema di sorveglianza mondiale dei terremoti registra una scossa di quasi 5 gradi sulla scala Richter, con il tipico profilo di una esplosione atomica sotterranea, l’Iran è da oggi una potenza atomica.
Mentre a Tehran la folla esulta, tutte le principali testate giornalistiche mondiali, così come le agenzie di stampa, titolano sullo stesso tono, riportando a tutta pagina la notizia della prima Bomba iraniana. In particolare i giornali israeliani non parlano d’altro, anche chi ha osteggiato un attacco ai siti nucleari iraniani oggi ha in mente un sola parola “Olocausto”.
Da questo momento la deterrenza nucleare israeliana non è più garanzia di sopravvivenza per lo stato ebraico.
Analizziamo il perché.

Le regole della deterrenza nucleare della guerra fredda.

La capacità di deterrenza di un arsenale atomico si basa su un concetto tanto chiaro quanto terribile: se tu attacchi me, e distruggi il mio paese, io posso contrattaccare e distruggere in egual misura il tuo paese. Questa semplice regola, tramutata in una teoria strategica che prese il nome di Distruzione Mutua Assicurata ( Mutual Assured Dstruction ) ed è stata la base sulla quale i due blocchi, occidentale ed orientale, hanno basato quaranta anni di Guerra Fredda. I blocchi erano paragonabili per popolazione, estensione territoriale, capacità di primo attacco nucleare, e capacità di “Second Strike” vista la presenza di armi strategiche nucleari sia su bombardieri pilotati, sia su missili balistici protetti da strutture fortificate, sia da armi atomiche su mezzi sottomarini. Ogni componente di questa triade era in grado di infliggere danni devastanti all’avversario, rendendo una guerra atomica una sconfitta certa per ambo le parti. Le regole della deterrenza comprendevano anche l’assenza di una capillare rete di protezione contro i missili balistici nucleari, in modo tale che nessuno dei due blocchi avrebbe attaccato pensando alla protezione che gli sarebbe stata offra dal proprio sistema antimissile, in base a questa necessità venne sottoscritto il trattato ABM.

Le regole della deterrenza in Medio Oriente.

Le regole della deterrenza in Medio Oriente sono oggi completamente diverse.
I due paesi che potrebbero scontarsi utilizzando armi atomiche nel breve periodo sono, in questo scenario, solo l’Iran ed Israele. Questi due paesi non sono simili ne per estensione territoriale ne per distribuzione della popolazione e capacità  di primo e secondo attacco nucleare. Entriamo nel dettaglio.
La distruzione fisica dello stato di Israele sarebbe realizzabile con l’impiego di 4 testate nucleari strategiche oppure 15 testate nucleari tattiche. Per replicare allo steso modo sull’Iran servirebbero circa 60 testate strategiche ed un numero non quantificabile di testate tattiche.
Non volendo prendere in considerazione una così nefasta ipotesi, consideriamo però la possibilità di un attacco nucleare “limitato”. Per limitato intendiamo anche l’utilizzo di una singola arma tattica. La motivazione di un attacco di questo tipo potrebbe ricercarsi anche in uno scontro che non veda coinvolti direttamente l’Iran e Israele ma, ad esempio, un conflitto tra Israele e la milizia Sciita di Hezbollah. Nel caso in cui Hezbollah fosse prossimo al collasso e senza più la presenza della Siria pronta ed in grado di sostenere gli alleati Libanesi ed evitarne la distruzione da parte delle forze israeliane, l’Iran potrebbe intervenire. In questa situazione per non perdere l’alleato principale sul Mediterraneo Tehran potrebbe impiegare il proprio ombrello nucleare per garantire la sopravvivenza di Hezbollah e nell’ipotesi peggiore impiegare una testata tattica contro Israele. Tale gesto in se non distruggerebbe fisicamente lo stato ebraico ne causerebbe la fine economica e demografica.

Effetti presunti sugli edifici civili di un’arma nucleare tattica da 40 Kt datonata a 1000 Piedi di altezza nie cieli di Tel Aviv

Una singola arma nucleare che andasse a segno nella zona di Gush Dan ( la regione di Tel Aviv ) contaminerebbe per alcuni mesi una vasta aerea che comprende il cuore economico ed industriale di Israele. Molti tra gli israeliani con una doppia cittadinanza potrebbero tornare nei paesi di origine e non solo per alcuni mesi, l’immigrazione di ebrei si arresterebbe e i servizi, dagli ospedali alla sicurezza, potrebbero subire gli effetti di una nuova diaspora da Israele. Lo stato ebraico risponderebbe non proporzionalmente nei confronti dell’Iran distruggendone l’economia e le città, causando inoltre centinaia di migliaia se non milioni di vittime. Nonostante ciò con grande probabilità la nazione iraniana non verrà distrutta e potrebbe ricostruire la propria economia le città e le industrie nel giro di una decina di anni, con il fondamentale aiuto ad esempio della nazione cinese in cambio di massicce spedizioni di idrocarburi.
Da considerare inoltre che le due parti in conflitto posseggono, anche se a livelli tecnologici differenti sistemi antimissile in continuo e costante miglioramento, sistemi che possono aumentare in modo concreto le possibilità di difesa nei confronti di attacchi aerei e balistici, ma questi sistemi possono anche aumentare la propria percezione di sicurezza e facilitare decisioni di attacco sotto l’errata percezione della propria invulnerabilità.

Gli effetti della Bomba iraniana nei confronti di Israele

 

Ed eccoci al titolo del nostro scenario. Quali potrebbero essere gli effetti su Israele del possesso da parte iraniana della Bomba?

  1. La perdita della supremazia militare di Israele in medio oriente
  2. La garanzia per gli alleati dell’Iran della impossibilità del loro annientamento in caso di una guerra con Israele
  3. Il rischio di un’aumentata attività terroristica da parte di gruppi terroristici legati agli alleati dell’Iran
  4. Il rallentamento dell’immigrazione in Israele, o addirittura un calo di popolazione dello stato ebraico per emigrazione verso i paesi di origine degli ebrei immigrati

Ed è proprio il quarto punto il punto fondamentale, il punto focale di questo scenario. La Bomba nelle mani degli iraniani potrebbe determinare la scomparsa di Israele senza che la bomba stessa debba essere usata. Israele basa la propria prosperità sulla sicurezza di chi è immigrato in quel Paese da ogni parte del mondo, nel caso in cui la popolazione ebraica che medita l’immigrazione in Israele ritenga minacciata la propria esistenza a causa di armi atomiche in mani iraniane resterebbe nei paesi di origine, se a questo fattore sommiamo la possibile diaspora di chi già in Israele vive e teme l’annientamento senza preavviso, ci rendiamo conto di come sia fondamentale per il governo israeliano non consentire all’Iran di dotarsi di armi atomiche.

Alla luce di queste considerazioni si possono comprendere anche le minacce da parte di alcune parti della dirigenza iraniana di eliminare Israele dalle mappe, eliminazione che non deve essere per forza ottenuta con l’uso delle armi atomiche, ma come abbiamo dimostrato anche solo con il possesso delle stesse.

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Comment(3)

  1. Non concordo, e ti spiego il perché. Attaccare Israele con l’atomica, data l’assenza di barriere geografiche, trasformerebbe il levante in un deserto radioattivo. In pochissimi giorni, milioni di palestinesi, siriani, libanesi, etc scapperebbero a gambe levate, diretti verso i Paesi confinanti: Egitto, Turchia, Iraq, Giordania. Con l’eccezione della Turchia, che ha spalle molto forti, quei Paesi collasserebbero nel giro di poche settimane. Ondate di profughi si estenderebbero su tutto il mediterraneo, inducendo uno stato di guerra aperta fra i Paesi europei e quelli investiti dalla detonazione. Il greggio schizzerebbe alle stelle, ammazzando le economie di tutti i Paesi sviluppati e quindi decapitando l’industria delle tigri asiatiche. L’Iran, che è molto più esteso di Israele MA vede la sua popolazione concentrarsi in poche aree fertili, sarebbe distrutto per l’eternità. Non credo davvero che oserebbero correre un rischio del genere. …

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