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Putin annuncia il ritiro delle truppe, analizziamo il linguaggio del corpo

Putin annuncia il ritiro delle truppe, analizziamo il linguaggio del corpo

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Prima di analizzare il linguaggio del corpo di Putin vogliamo spiegarvi cosa egli abbia effettivamente detto ieri durante la conferenza stampa dalla quale è tratto il video che abbiamo analizzato e che trovate alla fine di questo post.
Il presidente russo ha affermato che, vista la preoccupazione generata dalle truppe russe in prossimità del confine, esse venivano ritirate “ad una distanza tale utile per poter svolgere esercitazioni, senza creare allarme”. Una dichiarazione che prospetta più un ridispiegamento nei campi base a circa trenta chilometri dal confine con l’Ucraina che un ritiro vero e proprio.
Durante questa dichiarazione non ci siamo però trovati dinnanzi il solito imperturbabile Putin. L’eloquio del presidente non era fluente come sempre e mentre parlava il suo sguardo sfuggiva agli osservatori vagando per la sala, a volte osservandone i muri.
Un aspetto del linguaggio del corpo di Putin che va sottolineato sono poi i movimenti delle spalle e delle braccia. Movimenti ripetitivi e molto rapidi nei quali le braccia del presidente russo si alzavano ed abbassavano rapidamente, movimenti accompagnati da una lieve abduzione delle stesse (le allontanava dal corpo). Questo movimento va interpretato come un segno di estremo nervosismo e probabilmente con il fatto che le parole pronunciate da Putin non corrispondevano alla sua volontà, o perlomeno ai suoi desideri.
Con questa affermazione non vogliamo dire che egli abbia mentito, ma che sia stato indotto a fare quella dichiarazione costretto dagli eventi e da scelte strategiche che egli forse non condivide pienamente.
In conclusione possiamo ragionevolmente affermare che il presidente russo non abbia mentito e che le truppe russe dovrebbero tornare ai campi base a trenta chilometri del confine ucraino, tuttavia questa scelta è stata presa, secondo noi, a causa di una valutazione non condivisa da Putin, oppure condivisa in parte ma con la piena coscienza degli aspetti negativi, principalmente di natura interna, che tale decisione comporta.
Putin sembra voler dire, in maniera non verbale ed involontaria, che egli non aveva a disposizione una opzione vincente per risolvere la crisi in est Ucraina e che questa scelta forse è al momento delle dichiarazioni, e ribadiamo al momento delle dichiarazioni, la scelta migliore.

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Comment(7)

  1. Oltre a notare e studiare il comportamento di Putin, sarebbe anche interessante valutare il modo in cui veniva osservato da parte del Presidente dell’OSCE. MI ha dato la sensazione che fossero sguardi del tipo “stai attento a quello che dici”

  2. L’opinione più diffusa è che lo stiano tenendo per le palle (scusate il linguaggio) con la minaccia di sanzioni e manovre bancarie distruttive per l’economia russa…
    Dovrà accontentarsi della Crimea e, se gira bene, della non militarizzazione dell’Ucraina da parte della NATO.

  3. Credo che piuttosto Putin si trovi ad un bivio. Intervenire in nome del potere del popolo russo ma rischiare un escalation militare pericolosissima o non intervenire con il rischio di fare la figura del raccontaballe del partner inaffidabile?

    Il presidente dell’OSCE credo che di potere ne abbia ben poco ma bisogna vedere le parole di cui si è fatto ambasciatore per Europa ed USA.

    Forse Putin era anche agitato perchè si aspettava dall’OSCE un comportamento super partes che avrebbe sostenuto quanto stanno mettendo in evidenza le TV russe riguardo ai massacri compiuti dai partiti estremisti ucraini. Ed invece si è forse scontrato contro la solita associazione filo-americana.

    L’unica cosa certa è che Putin non era di ghiaccio come suo solito. Speriamo che non nasconda preoccupazioni per il futuro della Russia e del mondo (guerra?) ma che magari abbia avuto semplicemente qualche disturbo intestinale.

  4. Il presidente dell’OSCE non conta nulla, è un povero burattino. Putin se lo lega al mignolo, non diciamo amenità… L’OSCE poi, come scritto da Lux, è filoamericana. Se la crisi si chiude con la Crimea a Putin e pa non militarizzazione dell’Ucraina, per Putin sarà una grande vittoria. Inoltre, porcate come quelle di Odessa hanno ormai tracciato un solco che garantisce divisione fra le due parti principali dell’Ucraina, ewuesto va a favore della Russia.

    1. Non si può dare credito a uno che in Crimea osanna l’autodeterminazione dei popoli mente in Cecenia quei popoli li ha massacrati perchè volevano rendersi indipendenti. Questo “signore” crede di giocare bene ma in molti conoscono le sue carte farlocche.

      1. Si legga i processi che hanno portato alle due guerre in Cecenia.
        Forse cambierà idea.

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