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La Russia sospende la consegna di gas all’Ucraina

La Russia sospende la consegna di gas all’Ucraina

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Dopo la scadenza dell’ultimatum di Mosca a Kiev riguardante i pagamenti degli arretrati relativi alla fornitura di gas naturale all’Ucraina, il gigante dell’energia russo Gazprom ha sospeso le consegne di metano al governo di Kiev.
In una nota Gazprom avverte che da oggi è in vigore un sistema di pagamento anticipato del gas russo in consegna all’Ucraina, sistema che il governo di Kiev non ha accettato per una differenza di posizioni sul prezzo del gas naturale russo.
La mossa di Gazprom arriva dopo il fallimento dei colloqui a tre tra Russia Ucraina ed Unione Europea dello scorso fine settimana.
Gazprom ridurrà quindi il flusso di gas nelle condotte dei gasdotti che attraversano l’Ucraina per giungere quindi in Europa, facendo transitare solo il quantitativo necessario agli stati dell’Unione Europea. Kiev, teoricamente e praticamente, dovrà astenersi dal prelevare gas in transito sul proprio territorio destinato all’Europa, e qui sta il problema concreto che riguarda le forniture di gas russo all’Europa.
Si aprono quindi diversi scenari.
Il primo è che Kiev, in una prima fase ottemperi alla decisione russa di interrompere le forniture di gas a Kiev. Durante il periodo estivo il fabbisogno di gas dell’Ucraina è notevolmente ridotto rispetto ai mesi invernali, tuttavia l’apparato industriale ed energetico dell’Ucraina non può prescindere dalle forniture russe nemmeno in estate. Kiev ha però immagazzinato nei giorni e nelle settimane scorse una scorta sufficiente di gas per coprire il fabbisogno delle prossime tre settimane, riducendo quindi il rischio di una crisi energetica imminente e dando tempo per una soluzione concordata di questa crisi del gas.
Il secondo scenario vedrebbe Kiev continuare ad approvvigionarsi, seppur in maniera limitata, di gas diretto all’Europa, e che questo gas venga comunque pagato dai paesi dell’Unione Europea, tuttavia questa opzione appare decisamente improbabile.
Il terzo scenario prevede invece che Kiev non prelevi gas diretto in Europa per circa due settimane, in attesa di organizzare nuovi colloqui con i russi. A causa del successivo fallimento dei colloqui Kiev riprenderebbe ad attingere gas diretto all’Europa per garantire il mantenimento del proprio apparato industriale ed energetico, appropriandosi indebitamente di gas diretto in Europa. L’Ucraina potrebbe giustificare tale azione con un accusa fatta alla Federazione Russa pochi giorni dopo l’annessione della Crimea ai territori della Federazione. Il governo provvisorio di Kiev due mesi fa inviò una nota ufficiale a Mosca nella quale si accusava la Russia di aver rubato (mediante l’annessione della Crimea) gas naturale presente nei giacimenti di Crimea per un valore stimato di due miliardi di dollari, un valore superiore rispetto al debito di Kiev verso Mosca riguardante le forniture di gas, debito che è stimato in circa 1,5 miliardi di dollari.
Alla luce di queste premesse è probabile che se nelle prossime due settimane non verrà trovato un accordo tra Kiev e Mosca, l’Ucraina prelevi gas russo diretto in Europa e che la Russia a quel punto sospenda le forniture di gas che attraversano lo stato ucraino dando il via ad una crisi energetica nell’Unione Europea. Una crisi che sarà di portata limitata, visto il periodo estivo, ma che impatterà violentemente sulle borse europee e sui prezzi delle materie prime energetiche.
Seguiremo l’evolversi delle trattative tra Kiev e Mosca, trattative a nostro avviso legate a doppio filo con la rivolta indipendentista filo russa in Ucraina orientale.

Comment(2)

  1. Una ipotesi equa potrebbe essere, visto che la Russia si è presa la Crimea, di utilizzare la stessa quale accordo per cancellare il debito accumulato. In questo modo entrambe le parti hanno qualcosa economicamente paragonabile. Il problema è che la Crimea non è più nelle mani dell’Ucraina e pertanto la Russia può intenderla fuori da qualsiasi accordo.

  2. I russi hanno anche fatto offerte vantaggiose sul prezzo a metro cubo per andargli incontro ma hanno rifiutato.
    Se non vogliono pagare non vedo cosa ci sia di male, funziona così da sempre! Solo che ora ci rimettiamo noi per questo giochetti di potere…

    @Andrea: Be’, tecnicamente la Crimea se la sono presa gli ucraini russofoni/russofili del posto e su loro richiesta (e tramite referendum popolare) è stata poi annessa alla Russia, cosa fatta e finita quindi non è possibile usarla come merce di scambio ormai.
    Se era tanto economicamente importante per l’Ucraina dovevano pensarci prima e fare qualcosa per non farsela fregare da sotto il naso…

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