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Ashton Carter, un fisico nucleare nuovo Segretario alla Difesa Americano

Ashton Carter, un fisico nucleare nuovo Segretario alla Difesa Americano

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Un fisico teorico, con la passione per le forze armate. Un uomo che ha servito gli Stati Uniti sotto molte amministrazioni, Democratiche e Repubblicane. Un teorico dell’utilizzo delle armi nucleari sui campi di battaglia e un convinto sostenitore del ruolo delle armi nucleari nella guerra moderna.
Lui è Ashton Carter, classe 1954, nuovo Segretario alla Difesa dell’amministrazione Obama. Non certo una colomba, ma nemmeno un sostenitore delle guerre convenzionali. Carter rappresenta l’essenza della dottrina di guerra di Obama, nessun grande schieramento convenzionale, tanta tecnologia, droni, intelligence elettronica, sistema di difesa antimissile e allo stesso tempo lo sviluppo di un sistema di attacco convenzionale basato su sistemi missilistici come “Promt Global Strike” e la centralità delle armi nucleari nella dottrina di difesa. Non solo le armi strategiche in grado di distruggere l’intera civiltà in caso di uso indiscriminato delle stessa, ma anche delle armi nucleari tattiche che a nostro avviso assumeranno sempre più importanza nella dottrina di difesa degli Stati Uniti d’America, armi di potenza anche inferiore all’atomica di Hiroshima, ma in grado di esercitare il loro potere distruttivo suo moderni campi di battaglia o contro fortificazioni difficilmente eliminabili in altro modo, è la dottrina della Limited Nuclear War, della quale presto parleremo.
In campo mediorientale Carter è noto per le sue posizioni contrarie ad un Iran dotato di Armi Nucleari, tuttavia non sappiamo come il Segretario si porrà oggi nel confronto con Teheran, in quanto per l’amministrazione Obama ora l’Iran non è più il nemico numero uno in medio oriente ma quasi un partner nel ridisegnare i nuovi equilibri della regione.

Comment(16)

  1. Si infatti , a ben guardare il nucleare è ancora di moda anzi di più. Passano i secoli e la guerra rimane sempre tema centrale, c’è solo da sperare non inventino qualcosa di ancora più potente.

  2. Ottima personcina.

    Poi qualcuno mi spiegherà come le armi tattiche faranno danni solo sui campi di battaglia. Considerando che armi del genere non le utilizzi contro Stati come Iraq o Libia in quanto sarebbero sprecate mi verrebbe da ipotizzare che hanno in programma di svolgere le future guerre su campi di battaglia appositamente organizzati. Attrezzati anche di tribune per il pubblico e venditori di cola e pop-corn.

  3. Washington cerca lo scontro diretto con Mosca.
    E non potrà che essere nucleare, perchè fa sorridere l’idea che un esercito che non riesce a dominare Afghanistan e Iraq possa vincere una guerra convenzionale nelle steppe russe.

  4. Buonasera a tutti, Salvo dice che uno scontro con Mosca sarebbe nucleare in quanto Washington, che non è riuscito a dominare l’Afghanistan, non potrebbe mai vincere una guerra tradizionale contro la Russia. Lo dico perché anche Paul Craig Roberts è della stessa opinione. Ma gli Stati Uniti davvero non avrebbero i mezzi per occupare Mosca o l’Afghanistan? Cosa fa pensare questo? E poi possono servirsi di tutta la NATO!
    Datemi una risposta soddisfacente, se necessario riformulo la domanda in altro modo

    1. Certo che hanno i mezzi, ovvero noi. Come nel caso dell’Ucraina gli USA manderebbero altri a combattere sul campo la loro guerra, con le loro armi (anche nucleari). Ovviamente sarebbero loro a comandare sul campo spingendo gli europei a commettere atrocità (come fa con gli ucraini, che colpiscono la popolazione civile con bombe al fosforo ed a grappolo, proibite).
      Io credo che in uno scenario di guerra non si farebbero problemi a lanciare un preventivo attacco nucleare su tantissimi bersagli (basi, satelliti,vie di comunicazione, trasmissioni) per poi procedere all’invasione. Sono piani che hanno da tempo. L’hanno già fatto ad Hiroshima. Due volte.

  5. Alessandro, non è questione di mezzi, ma sarebbero i russi a non farsi occupare senza opporre alcuna resistenza, per questo per vincere il secondo(?) stato nucleare del mondo bisognerebbe combatterlo con le stesse armi, o per lo meno utilizzando armi nucleari tattiche.
    Da questo punto di vista la nomina di Carter è preoccupante, non solo per la ” questione russa ”, ma anche per quella iraniana ad es

  6. L’attuale situazione è ben peggiore di quella cubana del 1962 e Obama è in mano ai neocon, non è certo JFK.
    Io temo fra le altre cose che una volta che russi e cinesi abbiano realizzato che a Washington sono criminali psicopatici che vogliono attaccarli ci possa essere un loro first strike contro il nemico.

  7. Esatto Salvo,
    Tra l’altro Kennedy una volta disse: o ci sarà la pace tra i popoli, con la partecipazione di tutti, oppure una pax americana porterà alla catastrofe.

  8. E un first strike cinese o russo non è totalmente impossibile, dato che il sistema di difesa usa a quanto pare può essere ” bucato ”, magari passando per i poli.
    Mi ritorna in mente a questo proposito un articolo di qualche mese fa in cui il capo dell fbi avvertiva che un attacco poteva benissimo arrivare da sud, e che persino la nord corea sarebbe stata capace di fare ciò.
    Quindi non è detto che sia necessariamente la nato ad attaccare per prima.

  9. Io continuo a vedere che come psicopatici i russi battono tutti. In piena tregua post Minsk-2 stanno attaccando e conquistando Debaltsevo affermando che tale territorio non era negli accordi. Quindi ben venga la mano ferma degli USA nei confronti di chi pensa di fare il comodo che gli pare non rispettando neanche le carte che loro stessi firmano. Non bisogna fidarsi nè degli USA e nè della Russia che fanno i loro interessi e non quelli dei novorussi, criemani, siriani, libici o quantaltri

    1. Però se non possiamo nemmeno fidarci degli USA allora non ha senso dire che farebbero bene ad avere la mano ferma contro la Russia. Anche perchè nemmeno loro sono innocenti dal non aver rispettato accordi.

      1. Il senso del mio discorso era che risulta utile la presenza forte degli USA in contrapposizione alla altrettanto presenza forte della Russia. E’ necessario che si ristabilisca questo equilibrio dando uno sguardo anche alla Cina. Per il resto, che si chiami Russia, USA o Cina, nessuno di loro guarda realmente al benessere del proprio popolo, dato che comunque in tutti e tre le lobbie e le oligarchie comandano sopra ciascuno dei rispettivi presidenti.

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