30 giugno 2013 un giorno cruciale per l’Egitto

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Colpo di stato in EgittoOggi 30 giugno 2013 è un giorno cruciale per l’Egitto, l’Egitto contemporaneo del post Mubarak, l’Egitto della democrazia caotica, del rischio del sorgere di una teocrazia nel farò del medioriente arabo.
Oggi al Cairo una grande, enorme manifestazione degli oppositori del presidente Morsi cercherà di prendere piazza Tahrir, la piazza della rivoluzione contro la tirannide, una rivoluzione che però non si è mai compiuta fino in fondo, un nuovo potere tirannico ha preso il posto di Mubarak, un potere legittimato dalle elezioni ma che ha usato le prerogative del presidente per favorire in ogni modo la presa della fratellanza mussulmana sulle istituzioni egiziane.
Rispetto ad un anno fa i rapporti del presidente con l’Egitto, con tutto l’Egitto sono peggiorati. I moderati vedono il presidente come un uomo di parte, i militari, che hanno subito i tentativi presidenziali di sostituire gli alti ufficiali con uomini di sua fiducia,non vogliono lanciare ai fratelli mussulmani la più forte istituzione dell’Egitto. I militari, e le forze armate come istituzione, sono rispettate dal popolo, hanno importanti rapporti internazionali con l’occidente e mantengono canali indipendenti di dialogo con Israele, con il quale condividono numerosi interessi strategici.
Sono proprio le forze armate che oggi potrebbero decidere di prendere temporaneamente il potere, e questo se la situazione nelle strade dovesse degenerare senza che il presidente Morsi faccia i passi necessari per includere i moderati e i militari nei processi decisionali del governo.
I segnali in tal senso sono stati molteplici, ad iniziare dalle dichiarazioni del Capo di Stato Maggiore dell’esercito e Ministro della Difesa Mohamed El Sisi, che si è detto pronto a far si che la volontà popolare non venga ignorata. Altro segnale dell’altissima tensione che vivono le istituzioni egiziane si è notato durante il discorso del presidente Morsi di mercoledì scorso. Il presidente è stato contestato ripetutamente, seppure la platea fosse selezionata, nessuno dei militari presenti ha mai accennato ne ad un applauso, ne ad un sorriso, alla fine i militari sono tutti usciti senza nemmeno guardare il presidente e senza attendere che egli lasciasse la sala.
Oggi pomeriggio, quando il solo comincerà a calare sul Cairo scopriremo se luglio si aprirà con una nuova rivoluzione in Egitto, una rivoluzione che potrebbe far dimenticare la primavera araba, una primavera che non ha dato mai buoni frutti.
Speriamo che l’estate araba porti la stabilità e la prosperità ormai solo un ricordo per questi paesi.