Guerra economica tra le due Coree

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Dopo i test nucleari e missilistici della Corea del Nord, si è accesa una guerra reale tra le due Coree, una guerra economica che ha come epicentro il polo manifatturiero di Kaesong.
Kaesong è un polo industriale che era sorto nel periodo di distensione tra Seoul e Pyongyang, un polo industriale dove i capitali e le imprese sono sud coreane, mentre edifici e manodopera sono della Corea del Nord.
Due giorni fa la Corea del Sud ha espresso la volontà di sospendere le attività industriali a Kaesong, con il non celato intento di sottrarre alla Corea del Nord una fonte di valuta pregiata indispensabile alla sopravvivenza stessa del regime comunista.
Poche ore fa, la Corea del Nord, anticipando le mosse della Corea del Sud ha deciso lo stop di tutte le attività manifatturiere nel complesso industriale comune ed ha accompagnato questa decisione con un comunicato durissimo, nel classico stile Nord coreano, dove si accusa la Corea del Sud di “aver dichiarato guerra alla Corea del Nord”.
Per ora si tratta di una guerra economica, una guerra che vede attivo anche il Senato degli Stati Uniti d’America che ha varato nella scorsa notte, all’unanimità, sanzioni economiche contro Pyongyang.
Sebbene le azioni di Seoul e Washington siano solamente di natura economica, il danno alla Corea del Nord potrebbe essere devastante sul medio periodo e la leadership Nord Coreana potrebbe, come spesso è accaduto, cercare una de-escalation delle sanzioni utilizzando il proprio strumento militare per provocazioni armate lungo il confine del 38º parallelo e lungo il confine marittimo occidentale, non riconosciuto da Pyongyang.
La Corea nel Nord non ha nessuna speranza diplomatica o economica di far recedere Seoul dalla decisione di chiudere Kaesong. Kim Jong Un dispone unicamente dello strumento militare, e il nostro gruppo è fortemente convinto che presto lo userà, non per dare il via ad una guerra su larga scala ma per cercare di riportare al tavolo negoziale Stati Uniti e Corea del Sud. Certo è, che questa tattica è sempre pericolosa e non sempre le limitate provocazioni di confine debbono per forze terminare con una scaramuccia che vede coinvolte poche unità militari.
Una cosa certa: lo stato che ha meno da perdere da una guerra aperta è la Corea del Nord, ma colui che ha più da perdere in caso di conflitto totale è proprio Kim Jong Un…