Home Attualità I marò simbolo della nostra sovranità
I marò simbolo della nostra sovranità

I marò simbolo della nostra sovranità

79
9

Nel caso dei nostri fucilieri di marina l’India continua ad ignorare le norme elementari del diritto internazionale. Questa purtroppo ormai è cosa nota, stupisce invece sempre più l’indifferenza a questa grave violazione delle norme di convivenza tra le nazioni da parte dei nostri cosiddetti alleati, dell’Unione Europea, della Nato, e cosa ancor più grave delle Nazioni Unite.
L’Italia si ritrova sola in questa battaglia, nessuno ha aiutato il nostro paese affinché fosse rispettato, non tanto l’onore della nostra nazione, quanto le regole che permettono agli Stati di affrontare in modo pacifico divergenze che inevitabilmente emergono nei rapporti tra Stati.
Tre governi italiani si sono alternati da quando i nostri due uomini sono stati fatti ingiustamente prigionieri dalle autorità indiane, nessuno ha avuto il coraggio di mosse, se non decisive almeno determinanti, atte a dimostrare all’India all’Europa la Nato e alle Nazioni Unite che non saremmo rimasti proni pregando l’India di un gesto di clemenza.
Non chiediamo e non dobbiamo chiedere all’India nessun gesto di clemenza, l’India ha il dovere di rispettare le leggi internazionali, le Nazioni Unite hanno il dovere di far sì che tali norme vengano tradotte in realtà.
Ma così non è stato. L’Italia ha cercato una soluzione politica con i governi indiani, una strada sbagliata, una strada da noi sempre condannata. Oggi l’Italia deve essere determinata, deve mettere subito in evidenza il fatto che entro pochissimi giorni noi ritireremo tutte le nostre truppe impiegate per conto delle Nazioni Unite ovunque siano nel mondo.
È una scelta drastica, lo sappiamo, ma non abbiamo più altra alternativa.
Le nazioni unite si fanno beffa dei nostri diritti, che le Nazioni Unite facciano a meno dei nostri soldati, dei nostri medici, dei nostri aerei, dei nostri soldi e si rivolgano a quelle nazioni come l’India che non si impegnano per il bene comune, ma pensano unicamente al loro piccolo tornaconto interno.
Che le Nazioni Unite, inutile accozzaglia di bandiere, capiscano che questo paese, seppur uscito sconfitto ed umiliato l’ultima guerra mondiale, non è più disposto a sacrificare un solo uomo, una sola donna, un solo mezzo per gli scopi degli altri, scopi quasi mai funzionali all’interesse nazionale del nostro paese.
Che le Nazioni Unite ricevano questo schiaffo pubblicamente, direttamente senza giri di parole, mezze frasi o complicate lettere diplomatiche.
Che le Nazioni Unite ricevano il messaggio del nostro Paese direttamente dal nostro parlamento, dal nostro governo, dal nostro Presidente della Repubblica, istituzioni che saranno supportate da tutto il popolo italiano stanco di essere schiavo dei desideri egemonici di governi stranieri e lontani, i quali puntano unicamente ad eliminare ogni identità ogni differenza ogni ricchezza culturale, al fine di non avere più avversari nel guidare le sorti del mondo.
L’esempio dei nostri due uomini, guidi un’intera nazione verso quella che deve essere una propria visione strategica del futuro, una reale indipendenza e una vera libertà.

tags:

Comment(9)

  1. Com sempre mi sforzo di dare un contributo sulla questione che mi colpisce come italiano ma anche come soldato. Non esistono i presupposti per cui, sotto il profilo morale, i nostri alleati si possano permettere di ignorare questa questione per pura “convenienza” o peggio per “non avere grane”. Quindi, come farebbe la Francia, l’Inghilterra, la Germania, gli Stati Uniti e tutte le nazioni con le quali “dovremmo essere pari”, il governo e lo Stato in generis, che compia il recupero dei due militari, qualunque siano le conseguenze, perché questa situazione comunque avrà un prezzo altissimo per tutti gli italiani anche chi lavora e vive nel mondo. Che la dignità del nostro paese sia ristabilita, e che l’India si prenda le responsabilità delle sue azioni , nei nostri confronti e nei confronti del mondo. Al grido “Nessun soldato rimarrà in terra straniera”.

  2. Bell’articolo, ma mi pare che una reale indipendenza sia solo un sogno, sufficiente la visita di Obama o un ricatto/minaccia di qualsiasi tipo e gli italioti si rimettono in riga in un istante

  3. Non in disaccordo con la parte dell’articolo riguardante l’attacco all’ONU. E non perchè non ne condivido gli aspetti ma perchè si è volutamente omesso di dire che il problema non è l’ONU ma l’Italia e i suoi accordi commerciali con l’India. E’ questo il nocciolo della questione. L’Italia ha probabilmente immolato due marò per il tornaconto di Finmeccanica e le sue commesse di elicotteri. O per qualche altro accordo intrapreso con l’India. E’ inutile andare a piangere sotto la gonna dell’ONU o dell’UE se prima non epuriamo il problema di questo paese, la CORRUZIONE.

  4. Al rogo corrotti e corruzione , sono d’accordo su tutto . E i ben pensanti se ne vadano al diavolo .

  5. Ma siete così sicuri che i maró non abbiano trucidato degli innocenti pescatori? Il processo dovrebbe permettere di conoscere la verità, no?

    1. quello è un problema successivo

      poniamo che fossero due noglobal, notav, amici delle balene, chi ti pare dei Buoni, e fossero in galera da anni senza neppure che sia iniziato il processo…?

      1. Non mi risulta che gli amici delle balene vadino in giro armati a sparare ai pescatori.
        Secondo me il processo non è ancora cominciato perché il governo italiano fa di tutto per ostacolarlo. Anzi vorrebbe tirare in ballo ONU , EU e chi più ne ha ne metta.
        Normale quindi che il processo non abbia ancora avuto luogo

        1. Come si può pensare di fare un processo a due persone a cui non è stato notificato il capo d’accusa??? E se di processo dobbiamo parlare, visto che il fatto si è svolto in acque internazionali a bordo di una nave italiana e che a interessato due uomini dello stato italiano, il processo DEVE essre svolto in Italia. Il resto è pura ignoranza e sudditanza della classe politica italiana agli interessi economici di qualche azienda. Se fossi uno dei due Marò, per come sono stati consegnati nelle mani indiane, al primo rientro mi sarei dimesso dalla marina e sene avessi avuta la possibilità avrei anche cancellato la cittadinanza italiana.

  6. si può si può, eh se si può

    agli eredi della rivoluzione francese può non sembrare possibile, ma dalle lettres de cachet ai processi “alla woodcock” la storia, specialmente italiana, è piena di casi josef k

    infatti ero quasi contento alla notizia che sarebbero stati processati in india, lontano dai fanny, ma soprattutto da https://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&cad=rja&uact=8&ved=0CAQQjBw&url=http%3A%2F%2Ffarm8.staticflickr.com%2F7208%2F6982661109_5172e57108.jpg&ei=T6imVLuQOIbkapuagJgM&bvm=bv.82001339,d.d2s&psig=AFQjCNHzjw_8vEmjoTbaJJhKpyjYiF4ujw&ust=1420294598729382 , che non aspettano altro che di spedire in caienna quella coppia di dreyfus

    …invece pare che non siamo i soli dove l’unica giustizia che conta è quella voluta dalla parte Buona del Popolo, specialmente quando grida “crocifiggete gesù, liberate barabba”

    qualche giorno fa c’era in televisione “la parola ai giurati”, ma anche roba tipo “detenuto in attesa di giudizio” e “in nome del popolo italiano”, tanto per non allontanarsi da casa, andrebbero proiettati nelle scuole, invece passano per eroi i magistrati che vanno sotto la bandiera rossa a proclamare solennemente che non devono essere imparziali

Comments are closed.