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L’aeronautica saudita pronta ad evitare la chiusura di Hormuz

L’aeronautica saudita pronta ad evitare la chiusura di Hormuz

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52 Tornado, 61 F-15E, 40 Eurofighter Thypoon queste le tre componenti dell’aeronautica militare saudita che saranno direttamente impegnate nell’opporsi ad un possibile blocco dello Stretto di Hormuz da parte dell’Iran. Sarà affidato a questi mezzi il compito di colpire le basi e le unità di superficie della Repubblica Islamica iraniana, con assoluta priorità per unità e infrastrutture delle Guardie della Rivoluzione.
Ma per permettere agli aerei da attacco di colpire i loro obiettivi sarà indispensabile la mobilitazione degli AWACS sauditi, e degli aerei deputati alla superiorità aerea, in gran parte F-15C (circa 50) e di una parte degli Eurofighter menzionati in precedenza.
I caccia di Riad sono in grado di confrontarsi egregiamente con la datata aeronautica iraniana, ma potrebbero trovare grosse difficoltà con i sistemi antiaerei a medio raggio che sono dispiegati massicciamente nella zona di Hormuz.
Al fianco dei sauditi sarà sicuramente presente l’alleato americano che, se il conflitto dovesse rimanere confinato nella regione delle Stretto, potrebbe partecipare solo fornendo informazioni di intelligence e coordinando le forze saudite.
Al contrario se il conflitto dovesse precipitare in una escalation che vedesse impiegati missili balistici e da crociera iraniani, che dovessero essere lanciati contro il territorio saudita, oppure se unità o basi americane fossero attaccate dagli iraniani ci attendiamo una violenta reazione americana con l’impiego di centinaia di missili da crociera ed una campagna di bombardamento strategico convenzionale di una portata mai vista dai tempi del Vietnam.
Uno scontro tra Iran ed Arabia Saudita non è una ipotesi remota, in particolare se Teheran vedrà vacillare il potere assoluto della sua teocrazia.
Se le rivolte diverranno diffuse, se il malcontento per la crisi economica dovesse peggiorare per la limitazione alla vendita del greggio iraniano, se la popolazione non avrà più paura della polizia religiosa e delle Guardie della Rivoluzione, l’unica risorsa del regime sarà cercare lo scontro con il nemico esterno e tentare in questo modo di cementare il paese e il suo spirito nazionalista attorno al governo.
Presto scriveremo uno scenario riguardante una possibile battaglia ad Hormuz.