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Presidente guardi bene sono Avvoltoi non Gufi

Presidente guardi bene sono Avvoltoi non Gufi

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Gufi RenziGeopoliticalCenter si occupa dalla sua nascita tre anni fa di Geopolitica e per nostra chiara scelta editoriale non ci occupiamo direttamente o indirettamente di politica interna italiana, troppo caotica, troppo litigiosa, poco significativa nella geopolitica globale.
Questa volta però facciamo una piccola eccezione, in quanto la stabilità del governo italiano potrebbe essere in discussione e con essa le residue speranze di una “rivoluzione” dell’assetto istituzionale dello stato, a nostro avviso fondamentale, per la futura governabilità dell’Italia.
Il nostro paese soffre spesso di immobilismo politico ed istituzionale, non sempre ascrivibile alla poca capacità del politico di turno. La nostra cronica incapacità di decidere e la caratteristica di essere, come paese, in ritardo nella formulazione delle leggi e nelle risposta ad un mondo estremamente dinamico, risiede molto spesso nell’assetto del nostro stato, un assetto istituzionale che prevede una fortissima frammentazione dei poteri, un bicameralismo a parità di poteri (ci rifiutiamo di chiamarlo come si dovrebbe bicameralismo perfetto, perché è tutto tranne che perfetto), la presenza di un minimo potere esecutivo del Governo e un tutore della Repubblica, e di tutta l’architettura dello stato, eletto in maniera indiretta come il Presidente della Repubblica.
Questa architettura dello Stato nasce dalla sconfitta italiana nella seconda guerra mondiale e dalla volontà dei padri costituenti (e delle potenze vincitrici della guerra mondiale ancor di più) di impedire che l’Italia potesse tornare una dittatura in maniera facile (e questa parte ci piace molto) ma anche dalla volontà di impedire al nostro paese di prendere decisioni rapide, fattore determinante per competere nel mondo al pari delle nazioni vincitrici, tutte dotate di sistemi di governo più snelli e meno macchinosi del nostro.
Chiunque in passato abbia cercato di scardinare tale architettura dello Stato ha incontrato ostacoli insormontabili che alla fine hanno determinato la caduta non solo del progetto di riforma istituzionale ma anche dello stesso governo che aveva tentato il cambiamento.
Anche questa volta il copione si ripete: al tentativo del presidente Renzi di cambiare l’assetto costituzionale della nostra Repubblica corrisponde un levarsi coordinato di voci contrarie, indisposte, critiche ed insopportabilmente melense.
Come da copione anche gli alleati “di peso”, nazionali e soprattutto internazionali, si allontanano dal nostro presidente del Consiglio e cercano ancora una volta di lasciare l’Italia incatenata al 1948 e ad una Costituzione, tanto tranquillizzante per l’assetto democratico, quanto in grado di anestetizzare un paese che rischia di annegare nella competizione globale.
Tante volte in questi mesi abbiamo sentito parlare il Presidente del Consiglio Matteo Renzi di Gufi che continuano a parlare del declino della nostra nazione, di Gufi che sperano nel mantenimento dello status quo per piccoli interessi personali, di Gufi che sogghignano ad ogni inciampo del nostro Paese.
Ma Presidente guardi bene, appollaiati sugli alberi infidi della foresta del potere, ci sono degli Avvoltoi che aspettano un suo passo falso per far tornare tutto indietro, e non ci sono solo Gufi portasfiga che possiamo esorcizzare con un discorso.
Gli Avvoltoi attendono di banchettare ancora una volta a spese sue e di tutta la Nazione, se lei non avrà al fianco la grande maggioranza degli italiani essi vinceranno e noi ancora una volta resteremo immobili a vedere lo scempio.
Lei si è chiuso nel Palazzo, sta lasciando la piazza agli avvoltoi, non basta un messaggio su Twitter, non bastano gli 80 euro, non basta un videomessaggio, contro gli Avvoltoi serve un popolo motivato che riconosca un leader che si mostri come tale, ora non tra un mese, ora nelle piazze, ora o mai più.

Addendum

Avremmo scritto un post simile chiunque fosse stato il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica. Questo post non rappresenta un appoggio a questo particolare governo ma una analisi generale sull’interesse nazionale. L’Italia e gli Italiani troppo spesso preferiscono vedere la parte politica avversa cadere, anche a prezzo di un danno per la Nazione.
Questo atteggiamento deve cambiare, in caso contrario aspettate serenamente gli avvoltoi, ma ricordate che il loro pranzo siete voi.

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Comment(12)

  1. la redazione è quindi a favore dell’esecutivo forte?

    mi spiace ma avete proprio sbagliato in pieno se credete che il problema dell’italia sia il troppo parlamentarismo.

    anzi il parlamento ormai svilito e ininfluente per la politica italiana in quanto in mano quasi completamente ai segretari di partito, è forse la cosa che ha protetto (o rallentato) la corsa verso l’abisso che i nostri governanti vogliono per il nostro paese.

    e nel 1948 in costituente questa cosa era ben chiara. si sapeva benissimo che sarebbe stato meglio sacrificare un pò di rapidità di decisione, pur di far sì che la democrazia si realizzasse anche in forma sostanziale….e che, in caso in cui le istituzioni stesse avessero tentato di tradire il mandato costituzionale e di transitare il paese verso un era PRE-COSTITUZIONE, un iter istituzionale lento e un numero alto di contrappesi avrebbe reso la cosa più difficile.

    É l’esatto opposto, noi vogliamo un parlamento che funzioni, una camera di eletti magari e non di nominati. Oggi il parlamento é un ratificatore, non un legislatore.

  2. la farraginosità è quindi il prezzo da pagare pur di esser in grado di rallentare la de-democratizzazione di questo paese.

    del resto nei paesi anglosassoni, tradizionalmente privi dei contrappesi europei, a partire da tatcherismo e reaganismo le classi lavoratrici sono state letteralmente massacrate e sottomesse.

    e l’economia reale interna di quei paesi è nei fatti in crisi perenne fin dagli anni 80. solo in parte (e in modo socialmente DISEGUALE) compensata dall’iperfinanziarizzazione del sistema arrivata con la globalizzazione liberista.

  3. che poi, a ben vedere e ad aver studiato la Storia italiana, si noterebbe che negli anni 50 e 60 i governi cadevano OGNI 2 ANNI eppure l’economia cresceva galoppante e il benessere si diffondeva ovunque nel mondo occidentale.

    dunque questo collegamento tra governo stabile e decisioni migliori è una cosa assolutamente non provata.

  4. Bravi. Sempre equidistanti. non c’è più bisogno di contrapposizioni infarcite di ipocrisia e disfattismo.
    Il paese affonda e chi dice il contrario è falso oppure ignorante.
    Esecutivo forte? Se è la medicina da prendere per smuovere il paese, allora ben venga.
    La Costituzione del 1948 era figlia dello scempio del fascismo, ma la dittatura, fu la diretta conseguenza della pochezza della politica successiva alla prima guerra mondiale.

    1. Luca…pensi che non sia più il caso di proteggersi dal fascismo? bene. lo rivivrai. se le cose vanno in un certo modo…neanche fra tanto tempo.

      ovviamente in una sua versione modernizzata e globalista.

  5. Ottimo articolo, bravi!! Con tutti i problemi VERI ED ENORMI che ha l’Italia, ditemi voi se Renzi deve perdere tempo con la vecchia pietosa ed egocentrica guardia del suo stesso partito!!!!!!
    La situazione è tale, da molti decenni, che solo un esecutivo FORTE può farvi fronte!!
    Politici della vecchia sinistra e di tutti gli schieramenti: basta penosi e inconcludenti bla-bla-bla, basta discussioni, basta riunioni, basta “confrontiamoci”, basta “presentare documenti”, basta “impostare”, basta “allineare”…. Insomma: BASTA DRIZZARE LE BANANE: DECIDETE QUALCOSA DI BUONO, ADESSO!!!!!!!!!!!!!!!!

  6. @Redazione: se dunque voi volete questo non capisco proprio l’esortare Renzi ad “andare avanti”…..

    cioè sono due cose agli antipodi proprio. deve esserci un errore grossolano nella vostra analisi del personaggio e dei suoi legami con certi poteri. oltrechè delle intenzioni per l’europa delle amministrazioni tedesca e americana.

  7. certo che c’è gente che ha idee alquanto “peculiari” della democrazia, al confronto breznev fa ridere

    com’è che ogni volta che “io” voglio mantenere qualcosa quello è un Diritto Acquisito sacro ed intangibile, e nessuna maggioranza potrà mai avere il diritto di comprimerlo, men che mai toglierlo, e chiunque baleni per un solo istante tale possibilità è solo un utile idiota venduto ai Poteri Forti?

    viceversa quando, sempre l”io” di cui sopra, voglio cambiare qualcos’altro e la maggioranza vuole che le cose continuino come prima quelli sono i Fascisti oppressori!

    “le classi lavoratrici” votano alle elezioni?
    altrochè!
    sono pure la maggioranza degli elettori!

    però poi bisogna ancora tornare a contrattare qualunque cosa coi sindacati dei lavoratori dipendenti, anzi, di una parte sempre più minuscola dei lavoratori dipendenti, perchè quella è Giustizia Sociale, viceversa quando i cento spazzacamini o i mille malgari rimasti, oppure gli impiegati nei “nuovi lavori” sarebbero devastati da quelle “concertazioni” e chiedono qualche minima modifica quelle sono le Lobby occulte, che tramano nell’ombra per opprimere il Popolo

    io l’ho visto il fascismo, e lo vedo ancora
    no, non sono matusalemme, non parlo delle vittime di quello delle camicie nere di mussolini, parlo dei lavoratori che non partecipavano agli scioperi una trentina d’anni fa, e dopo una settimana sparivano per essere ritrovati dopo un paio di giorni in un fosso con una decina di ossa rotte, o dei negozi che nell’ultimo decennio si sono trovati lungo il percorso di qualche manifestazione e sono arrivati a sera con la vetrina sfondata e gli scaffali svuotati

    ah no, quelle non sono intimidazioni fasciste, quello è lo ius corrigendi del Popolo

    1. vaivai, continua
      difendici dai Fascisti sparando in strada ai nemici del Popolo e assaltando le sedi dei sindacati troppo morbidi

      e dopo aver avuto per decenni il partito comunista e i sindacati più forti d’europa, che ci hanno portato ai lavoratori messi peggio, da uno dei pochi senza estrema destra diventeremo uno scampolo di sudamerica anni ’70 nell’europa del xxi secolo

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