Home Attualità Scontro Usa-Iran: una rappresaglia americana per difendere la capacità deterrenza di Washington
Scontro Usa-Iran: una rappresaglia americana per difendere la capacità deterrenza di Washington

Scontro Usa-Iran: una rappresaglia americana per difendere la capacità deterrenza di Washington

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Trump ha posto delle chiare Linee Rosse nel confronto con l’Iran, non solo nelle acque del Golfo, ma in tutta la regione mediorientale. Queste Linee Rosse erano molto chiare: gli Stati Uniti avrebbero ritenuto responsabile Teheran anche per attacchi contro interessi americani, o dei loro alleati, che fossero stati portati da parte di alleati o proxy dell’Iran.
Dopo questa dichiarazione della Casa Bianca le azioni dei proxy iraniani in Yemen ed in Irak si sono moltiplicate. Come se non bastasse sei petroliere sono state attaccate nel Golfo di Oman, 4 alla fonda al largo degli Emirati e due mentre navigavano poco oltre le acque territoriali iraniane, di cui una colpita con un siluro.
La risposta americana non è stata blanda, proprio non vi è stata risposta da parte della Casa Bianca, se non l’accusa diretta del Dipartimento di Stato all’Iran di essere l’autore materiale degli attacchi.
Dati questi fatti è indubbio che l’Iran stia fisicamente testando la volontà americana, ma indirettamente sta anche mettendo in discussione l’intera capacità di deterrenza americana.
Cosa accadrà se gli americani non avranno la capacità e la volontà di attuare una legittima rappresaglia militare contro le basi dalle quali hanno avuto origine, secondo gli americani, gli attacchi alle petroliere, oppure contro le fabbriche che producono i missili usati dagli Houti o contro i comandanti che hanno ordinato le attività dei proxy iraniani in Irak e Yemen?
Cosa accadrà se la teocrazia iraniana potrà superare le Linee Rosse degli Usa senza pagare alcuno scotto?
La risposta è assolutamente lineare e per nulla complessa: ogni altro paese avversario o nemico degli Stati Uniti sarà tentato di ignorare le minacce americane. Potrà farlo Kim Jong Un, riprendendo la produzione di plutonio, potrà farlo la Cina aggredendo il Vietnam o Taiwan, potrà farlo il Venezuela arrestando e massacrando l’opposizione interna, potrà farlo infine la Russia espandendo la sua influenza in Europa Orientale.
A dimostrazione di questo da noi esposto proprio oggi, l’Iran ha annunciato che supererà entro pochi giorni i limiti di uranio arricchito che Teheran ha diritto di possedere in base all’accordo nel nucleare del 2015.
Oggi, in assenza di un “Regime Change” in Iran, il Presidente americano Trump ha una sola opzione per ristabilire la capacità di deterrenza americana nel Golfo e nel mondo: mettere in atto, dopo una attenta pianificazione e l’invio in zona degli assetti militari necessari, una rappresaglia mirata e diretta contro obiettivi legittimi militari iraniani, sia in madrepatria che all’estero. L’unica opzione è una azione combinata, in Yemen, Siria e nello stesso Iran, un’azione area rapida e decisa, non una guerra, ma come abbiamo scritto una legittima rappresaglia.

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