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Un nuovo governo politico per il paese, anche di minoranza. Poi al voto

Un nuovo governo politico per il paese, anche di minoranza. Poi al voto

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Un nuovo governo per l’Italia, questo deve uscire dall’ennesimo giro di consultazioni al Quirinale. Il governo ora in carica è già un governo di minoranza, impossibilitato a ottenere la fiducia o dare impulso concreto all’attività del parlamento. Quindi meglio avere un governo di minoranza ma che sia espressione dei nuovi equilibri di forza nel parlamento, un governo di minoranza a guida PD oggi è semplicemente anacronistico.
La nostra proposta è semplice, forse troppo per le stanze del potere romano: dare l’incarico all’uomo politico che può contare sulla carta del maggior numero di voti alla Camera ed al Senato, anche se non sufficienti per ottenere la fiducia.
Il Presidente del Consiglio incaricato, dopo il giuramento, andrà in parlamento per ottenere il voto di fiducia. Se le camere si esprimeranno negativamente sulla fiducia al nuovo governo, il Presidente della Repubblica potrà sciogliere le camere nei modi e nei tempi che egli riterrà adeguati, ma il governo in carica sarà sicuramente più aderente alla volontà espressa dagli italiani il 4 marzo.
Il punto centrale del nostro ragionamento è che comunque il governo Gentiloni è oggi un governo di minoranza, quindi non ci sarebbe nessuno scandalo nel dare l’incarico ad un nuovo governo anche se privo di maggioranza parlamentare.
Incaricare invece, in questa ottica, un tecnico che potrebbe ottenere in parlamento meno voti di una personalità politica sarebbe una minaccia stessa alla nostra democrazia e potrebbe fornire agli agitatori delle piazze un nuovo motivo per creare disordini e generare violenze.
Ancora peggio sarebbe motivare la scelta di un tecnico di estrazione economica con la motivazione della richiesta europea. Gran parte del paese vede l’Europa come un nemico del nostro interesse nazionale ed un governo nato espressamente per tranquillizzare, e rendere conto, a Berlino oltre che Bruxelles, potrebbe innescare un sentimento di odio contro le nostre stesse istituzioni, anche le più alte. Va ricordato inoltre che ci troviamo alle porte di stagioni, come quelle estiva ed autunnale, molto favorevoli ai moti di piazza. Sempre più italiani non hanno più molto da perdere, stretti tra povertà e disoccupazione, e la situazione potrebbe richiedere il duro intervento delle nostre forze dell’ordine, non supportate come durante la campagna elettorale di febbraio dal freddo e dalle condizioni meteo invernali. D’estate non basteranno gli idranti per disperdere i manifestanti ed in caso di contatto fisico la situazione potrebbe degenerare.
Serve un governo politico ed eventualmente nuove elezioni, gli italiani sapranno giudicare e modificare di conseguenza il loro voto, diamo loro fiducia.