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La vendetta dell’Iran. Possibili opzioni

La vendetta dell’Iran. Possibili opzioni

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La vendetta iraniana è una concreta possibilità dopo le decine di strike israeliani in Siria, e soprattutto dopo gli ultimi attacchi che hanno colpito mezzi e personale iraniano.
Se la rappresaglia arriverà crediamo che seguirà alcune “linee di condotta” particolari.

Per prima cosa riteniamo che l’attacco arriverà solo dal territorio siriano, senza il coinvolgimento iniziale di Hezbollah. L’utilizzo del territorio siriano manterrebbe il Libano al riparo dall’azione di Israele e consentirebbe di impiegare i proxy libanesi nel caso in cui Israele dovesse rispondere con un attacco diretto contro il territorio iraniano propriamente detto.

Riteniamo che in questo attacco di rappresaglia potrebbero essere impiegati non più di trenta, quaranta vettori balistici simultaneamente. Sebbene sia maggiormente probabile saturare le difese antimissile di Israele impiegando un numero relativamente esiguo di missili, è più probabile che Gerusalemme non ordini un attacco preventivo che distruggerebbe gran parte dei vettori prima del lancio, vanificando l’efficacia di un attacco massiccio ed esponendo le forze iraniane a nuove perdite ancor prima di aver compiuto l’attacco di cui parliamo.

Il terzo punto riguarda l’obiettivo di tale rappresaglia. Riteniamo plausibile che possa essere preso di mira un obiettivo militare nel centro di Israele. Con questa scelta l’Iran spera di evitare una dura risposta israeliana, che sarebbe scontata nel caso in cui venissero feriti o uccisi civili dello stato ebraico, non riusciamo tuttavia ad individuare un obiettivo preferenziale per questo tipo di attacco.

Il quarto punto riguarda la tempistica della possibile rappresaglia iraniana. Riteniamo che l’Iran disponga di almeno tre opzioni: la prima è procedere all’attacco subito dopo la dichiarazione di Trump che denunciasse l’accordo nucleare; la seconda è procedere all’attacco mentre il presidente israeliano Netanyahu si trova a Mosca per l’incontro con Vladimir Putin; la terza è attaccare durante una festività pubblica israeliana. La scelta della tempistica determinerà l’influenza di tale atto non solo sull’Iran e su Israele, ma anche su tutti i paesi della regione.

Un attacco che seguisse la dichiarazione di Trump manderebbe un segnale chiaro agli Stati Uniti e a tutti i suoi alleati, attaccare mentre Netanyahu si trovasse a Mosca darebbe alla Russia la misura della determinazione iraniana ad agire in maniera indipendente nella regione, la terza opzione darebbe grande forza agli alleati dell’Iran che gioirebbero nel vedere fuggire dalle strade i cittadini di Israele.

Ecco queste sono secondo noi le caratteristiche che avrà, se mai avverrà, l’attacco dell’Iran ad Israele.