Gaza, Golan, Libano una guerriglia coordinata contro Israele

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Quattro mesi e sei uomini appartenenti alle forze di difesa israeliane, oppure dipendenti per ministero della difesa israeliano, sono stati uccisi in sei diversi episodi.
Al confine con il Libano un commando dalla identità sconosciuta, ma ben addestrato, ha piazzato tre settimane fa una bomba oltre i reticolati che dividono il Libano da Israele, bomba fatta poi detonare con un comando a distanza mentre transitava un fuoristrada dell’esercito israeliano, in questo caso solo feriti ma poteva essere una strage e i feriti avrebbero potuto anche essere rapiti e portati in Libano.
Il 24 dicembre infine un dipendete civile del ministero della difesa di Israele è stato ucciso con un singolo colpo di fucile da un cecchino di Gaza, mentre stava riparando i reticolati che separato Gaza ed Israele, reticolati danneggiati dalle forte piogge di alcuni giorni fa che avevano allagato la Striscia.
In tutte queste occasioni Israele ha risposto in maniera estremamente limitata o addirittura simbolica. Tutto ciò per non determinare una escalation che potrebbe bloccare il processo di pace con i palestinesi, un accordo di cui ormai Israele ha bisogno.
Ma questo atteggiamento attendistico è stato intuito dalle organizzazioni che combattono Israele, esse sembrano aver capito che singoli attacchi mirati ed isolati alle forze armate israeliane non susciteranno una risposta massiva, ma avranno la possibilità di abbattere la fiducia e la sicurezza di ogni soldato di Israele.
In questa situazione il morale delle truppe combattenti israeliane si abbassa pericolosamente così come la fiducia nei loro comandanti e nei politici che organizzano le strategie geopolitiche. Se questi attacchi dovessero continuare Israele sarà praticamente obbligato a reagire e consegnare la scelta dell’escalation ad Hamas o all’Hezbollah.
Il governo israeliano, nonostante le pressioni dall’ala più nazionalista dell’arco parlamentare, ha deciso di non fermare la liberazione di prigionieri palestinesi del 31 dicembre prevista dalla Road Map degli accordi di pace tra Israele e Palestina.
Tuttavia Israele ha collegato la liberazione di questi prigionieri palestinesi con l’autorizzazione ad espandere alcuni insediamenti di coloni.
Per ora il processo di pace prosegue ma la guerriglia coordinata contro Israele può innescare uno scontro che può mettere in discussione tutti i progressi fin ora faticosamente raggiunti.