Il Silenzio ( anomalo ) di Tehran

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Roma 14 marzo 2012

Tehran tace.

Cercando di ascoltare quello che sta accadendo in Iran si viene pervasi da un silenzio assordante.

È come se in un solo momento la propaganda anti americana si sia interrotta così come i proclami sulle nuove scoperte fatte dai ricercatori delle università, senza parlare delle esercitazioni militari ( come ad esempio ” Grande Profeta ” ) che erano in programma per gli scorsi giorni e che sono state se non annullate quantomeno rimandate a data da destinarsi.

Il silenzio è totale, come se dai vertici dello stato, dai vertici strategici dello stato, fosse arrivata un’indicazione chiara e perentoria : nessuna provocazione verbale.

Eppure da venerdì scorso decine di palestinesi sono morti negli scontri con gli israeliani, e l’apparato bellico americano si sta dispiegando minaccioso nei confronti dell’ Iran, le portaerei salpano per il medio oriente i Marines si sono addestrati simulando la geografia dello stretto di Hormuz e le sanzioni Europee ed Americane, quelle vere, si fanno sempre più prossime. Perchè Tehran tace, perchè non minaccia la distruzione di Israele? Solo perchè la campagna elettorale è finita? O perchè teme di essere vicino ad un attacco da parte delle potenze alleate? Forse nessuna delle due risposte è corretta, o meglio è corretta solo in piccola parte. Dobbiamo considerare che per vari motivi Tehran ha interesse a che si sviluppi un dialogo complesso sulla questione nucleare. Al fine di raggiungere questo obiettivo nessuna provocazione deve essere messa in atto. Il segnale pochi giorni fa è stato dato in maniera inequivocabile dalla Guida Suprema della rivoluzione iraniana il Grande Ayatollah Alì Khamenei che ha lodato pubblicamente il discorso del presidente Obama alla conferenza dell’AIPAC di Washington, definendolo un discorso di un leader che ha una “finestra di possibilità” per risolvere in maniera diplomatica la disputa  con l’Iran.

Forse l’analisi della Guida Suprema iraniana è corretta, Obama non vuole la guerra. Ma in questa analisi il Grande Ayatollah omette una caratteristica peculiare della architettura costituzionale americana : il presidente è il capo delle forze armate e ha un grande potere, ma a differenza dell’Iran è il Congresso che dichiara le guerre, non il capo delle forze armate, e il congresso degli Stati Uniti, democratici e repubblicani, bianchi e di colore, latinos e discendenti dei coloni inglesi, con la sola eccezione di alcuni indipendenti in stile Ron Paul, tutto il congresso è per un attacco contro l’Iran.

Le commissioni difesa e sicurezza nazionale, i sottocomitati di sorveglianza e investigazione e il sottocomitato su controspionaggio ed intelligence, premono sul presidente affinché adotti la linea della fermezza ed eventualmente dell’azione di forza, come potete leggere nel documento del congresso degli Stati Uniti a fondo pagina.

L’ Iran in ogni modo sta cercando di prendere tempo e di tornare al tavolo delle trattative, ma l’America sulla spinta del congresso, che sta agendo in modo bipartisan, sta dispiegando gran parte del suo potenziale bellico alla giusta distanza dai bersagli in terra iraniana nel caso in cui la situazione negoziale fallisse, come probabile, per l’ennesima volta.

In questa situazione potremmo assistere, non appena i vertici iraniani si renderanno conto di quanto sia grave la minaccia militare che incombe sul regime, ad una rapida mobilitazione delle forze armate iraniane con massicce esercitazioni aeronavali nell’aerea dello Stretto di Hormuz, minacce nei confronti del naviglio da guerra americano, blocco immediato di tutte le esportazioni di greggio verso i paesi occidentali che ancora si riforniscono dall’ Iran. Riteniamo che una decisione in tal senso da parte dei vertici iraniani possa essere presa anche prima dei primi giorni di aprile quando è previsto il summit sul nucleare nella città turca di Istanbul. I prossimi giorni e le decisioni che la comunità internazionale prenderà, anche nei confronti del regime siriano, saranno decisive per stabilire se i falchi di Tehran convinceranno la Giuda suprema a mostrare i muscoli.

Letter to Obama

Questa lettera verrà tradotta e pubblicata in un articolo apposito nella giornata di domani.

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