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Tomahawk Usa per lo Strike in Siria

Tomahawk Usa per lo Strike in Siria

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tomahawk 1La Casa Bianca sembra aver scelto l’opzione da utilizzare per un eventuale Strike delle forze armate americane contro le unità e le strutture di comando che hanno ordinato ed eseguito il bombardamento chimico del sobborgo di Ghouta la notte del 21 agosto scorso. I nostri analisti sono giunti a questa conclusione dopo aver preso in considerazione le dichiarazioni della Casa Bianca, del Pentagono, del Segretario alla Difesa e della modifica degli assetti operativi militari americani nel mediterraneo e in Medio Oriente.
In particolare per quanto riguarda gli assetti operativi e le strutture di comando e controllo ricordiamo che in Giordania stazionano due batterie complete di missili Patriot due squadroni di F-16 dell’USAF, è operativo un centro di comando fortificato del CENTCOM Usa e alcune migliaia di soldati americani sono schierati tra Amman e il confine siriano. Nel mediterraneo la marina Usa ha aumentato il numero di cacciatorpediniere classe Burke da tre a quattro mentre non si hanno informazioni sulla eventuale presenza di un’unità classe Ohaio, un sottomarino progettato come unità di lancio per i missili balistici intercontinentali imbarcati, tuttavia due/tre di queste unità sono state modificate per lanciare missili da crociera Tomahawk. Questi Ohaio modificati possono trasportare e lanciare più d 130 missili Tomahawk.
E sono proprio i missili Tomahawk l’opzione che secondo i nostri analisti il presidente Obama avrebbe scelto per trasformare in realtà le minacce di attacco formulate da Obama nel caso in cui il regime siriano avesse utilizzato armi chimiche.
Ciò non significa che il presidente Obama abbia già deciso di attaccare. Egli stesso alcuni giorni fa aveva infatti dichiarato alla CNN che gli Stati Uniti non avrebbero attaccato la Siria senza aver avuto l’autorizzazione all’uso della forza da parte del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Se questa fosse la realtà dei fatti non assisteremo nel breve periodo ad un attacco americano in Siria e, sia il summit di sabato alla Casa Bianca, sia i piani di attacco con i missili Tomahawk sarebbero unicamente un esercizio accademico, visto il probabile veto russo ad ogni risoluzione che autorizzi l’uso della forza in Siria.
Tuttavia questa amministrazione americana si è spesso caratterizzata per uno spiccato doppiogiochismo in politica estera, elemento che va considerato e che non ci permette di non dubitare delle dichiarazioni del presidente usa quando egli dichiara di voler attendere la luce verde del Consiglio di Sicurezza per poter attaccare la Siria.

Comment(3)

  1. Si è dovuti arrivare alla sdegno internazionale. Capisco che non ci sono grandi interessi in Siria, ma questo non giustifica che ci doveva essere per forza la macellazione della popolazione siriana, per pensare di prendere provvedimenti. Da sempre quando c’è stato un popolo in sofferenza si è agito, bene o male che sia. Mi sembra doveroso continuare così, non penso che la crisi economica possa mandare in ferie la giustizia, o no? La Siria ha bisogno di tornare alla normalità, a partire da nuove elezioni e un nuovo ordinamento. In questo momento l’unico paese che sta gestendo con serietà la politica estera è la Francia. I nostri vicini di casa, lo hanno già dimostrato in Mali, interessi a parte, così si agisce senza timore. Speriamo che tutti regimi possano cadere presto.

  2. Fa parte del disegno geo-politico americano per il controllo delle fonti energetiche.
    Il probabile attacco serve per mettere i bastoni tra le ruote del progetto che vede un gasdotto passare proprio dalla siria e che danneggerebbe gli interessi americani in qualche modo.
    Quando gli americani attaccheranno l’Iran, ci sarà la terza guerra mondiale poiché Cina e Russia interverranno.

  3. C’è ancora qualche ingenuo che crede alle menzogne degli USA finalizzatge ad ingrandire il proprio Impero ed a schiavizzare l’umanità?

    StampaLibera.com

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