Tutti insieme per i nostri Marò

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20131122-113601.jpgNella giornata di domani le famiglie dei due fucilieri di marina Massimiliano La Torre e Salvatore Girone organizzano una marcia, apolitica ed apartitica, come gesto di solidarietà ai nostri due militari prigionieri in India.
Il nostro sito si unisce entusiasta a questa iniziativa e chiede ai nostri lettori che potessero partecipare di unirsi alla marcia organizzata per i nostri due Marò.
Dobbiamo ricordare al nostro governo e a tutti i media che si sono dimenticati dei nostri uomini di dedicare in maniera sistematica anche solo un piccolo spazio per mantenere vivo il ricordo che due nostri militari sono prigionieri ingiustamente in un paese straniero da due anni.
Il problema è che il nostro paese non ha ormai alcun peso sul piano internazionale. La politica estera e le strategie di lungo periodo non sono condivise dalle forze politiche di maggioranza e di opposizione, ad ogni cambio di governo cambiano le nostre priorità, cambiano le nostre alleanze strategiche, cambiano i partner privilegiati. E ciò accade non per scelte strategiche dettate dall’interesse nazionale, accade per una sorta di scelta ideologica di campo, una scelta che si basa più sull’ideologia e la simpatia personale per questo o quell’altro paese straniero piuttosto che sulle concrete necessità dell’Italia.
In questo tritacarne diplomatico chi ne fa le spese spesso sono gli uomini delle nostre forze armate, oggi in particolare tocca ai due Marò del San Marco.
GeopoliticalCenter in passato aveva già analizzato le motivazioni per le quali i nostri fanti di marina hanno DIRITTO ad un processo in Italia. Ne hanno diritto viste le leggi internazionali, e il nostro gruppo si chiede perché, ne il ministro degli esteri, ne il ministero della difesa non abbiano ancora concluso una indagine interna per appurare i fatti dei quali sono accusati i nostri Marò. E se lo hanno fatto perché il parlamento ed il Paese non sono stati informati su chi ha ordinato la consegna dei nostri uomini, chi ha autorizzato la Lexie ad attraccare in India, chi e perché a dicembre ha annunciato al mondo che i Marò sarebbero rimasti in patria e chi poi ha ordinato di riconsegnarli all’India.
Il Paese dovrebbe anche sapere, in via ufficiale, cosa ha ottenuto il sottosegretario De Mistura in tutte le sue missioni in India, perché anche con il governo Letta egli è stato nominato inviato speciale del governo, quali risultati ha ottenuto, perché è stata pagata una compensazione alle famiglie dei pescatori, fatto che secondo i nostri analisti ha complicato la situazione dei nostri Marò’, che garanzie ha offerto il governo indiano a quello italiano in relazione ai tempi delle decisioni delle varie corti che devono stabilire (comunque contro al diritto internazionale) se la giurisdizione sia o meno indiana.
Il Paese dovrebbe anche sapere come hanno risposto i nostri alleati alla nostra richiesta di aiuto (se mai ne abbiamo mai fatta una), e quali misure di ritorsione abbiamo in progetto nei confronti dell’India se non garantirà il rispetto delle convenzioni internazionali.
Nessun uomo deve essere lascito indietro, mai. Ne sul campo di battaglia, ne nelle difficoltà della vita, ne se è prigioniero di un paese straniero.
TUTTI INSIEME, NESSUNO INDIETRO

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Comment(1)

  1. Ancora non riesco a capire come mai De Mistura sia ancora un mediatore ritenuto credibile.
    Risultati ottenuti zero a fronte della palese ingiustizia subita.
    Ancora non riesco a capire chi ha dato l’ordine di far entrare la Lexie in rada.
    Ancora non riesco a capire cosa abbiamo di meno noi italiani rispetto agli altri. Nella seconda guerra mondiale c’era un detto tra i nostri: “soldati italiani, generali tedeschi, orgoglio francese (dello Stato e non dei militari)”.
    Abbiamo barattato (Caro Monti la fine che hai fatto è tutta meritata) la nostra dignità per soldi, il nostro onore per finmeccanica, i nostri uomini per lo sporco denaro.
    VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA.
    Onore ai nostri marò.
    Ogni volta riguardando le immagini della loro fierezza nei confronti degli indiani capisco che nel nostro Paese ancora resiste un minimo di dignità.

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