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Hezbollah combatte per Al Assad e per le armi avanzate della Siria

Hezbollah combatte per Al Assad e per le armi avanzate della Siria

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Hezbollah combatte massiciamente in Siria da almeno quattro mesi, e da quando migliaia di combattenti ben addestrati hanno attraversato la frontiera tra Siria e Libano diretti verso Damasco, Homs, Al Rastan, Hama le sorti del conflitto siriano non sono più così scontate. Abituati alla guerriglia, ben addestrati, con forte spirito di corpo i miliziani sciiti combattono tenacemente e, nelle ultime settimane, dopo alcune cocenti sconfitte iniziali vincono. Hezbollah combatte sicuramente per aiutare un alleato fondamentale, quale è il presidente siriano Al Assad, ma combatte anche per ottenere, in cambio del prezioso aiuto fornito alla Siria degli alawiti, armi avanzate in grado di trasformare una milizia settaria in un esercito moderno. Parliamo di armi di recente costruzione ed a elevata tecnologia come i missili antiaerei Sa-17, i missili antinave Yakhont e i missili balistici a guida inerziale e radar Fateh-110. Queste armi nel mani dell’Hezbollah possono complicare notevolmente ogni futura operazione di Israele in Libano, offensiva o defensiva che sia. Queste armi però, per essere nella piena e completa disponibilità della milizia sciita, devono arrivare in Libano. Per due volte almeno i miliziani libanesi hanno provato a trasportare da Damasco verso il sud del Libano questi sistemi d’arma, ma in quella zona l’intelligence di Gerusalemme possiede un’ottima copertura, sia sul campo che nei cieli. Così a Beirut, probabilmente, si è valutata la possibilità di utilizzare una rotta differente per la spedizione delle armi in Libano, una rotta che passi molto più a nord.
La via di spedizione a nord del Libano, sebbene si a più complesa da gestire all’interno del paese dei cedri, offre alcuni vantaggi strategici. Per prima cosa limita le capacità di ricognizione ed intelligence di Israele, in seconda istanza gli aerei che dovessero bombardare convogli molto a nord di Damasco sarebbero tracciati dai sistemi di allerta radar della regione di Latakia che sono ancora perfettamente funzionanti, a differenza dei principali radar della difesa aerea della regione di Damasco che sono stati distrutti negli scontri con i ribelli, e sarebbero contemporaneamente seguiti dei radar navali delle unità della task force russa presente nel mediterraneo.
Ma a nord, a cavallo tra i Libano e la Siria, la regione è controllata dai ribelli siriani. In particolare parliamo della zona tra Homs e Al Qusayr, ed è proprio in questa zona che nelle ultime 72 ore si sono concentrati gli assalti delle milizie sciite. Homs e Al Qusayr sono tappe obbligate per le spedizioni di armi da Damaco verso il nord del Libano e se, come sembra, le truppe fedeli ad Al Assad supportate in modo decisivo dai libanesi prenderanno il controllo della direttrice Homs/Al Qusayr/Libano, poco dopo potrebbe partire la nuova spedizione di armi dalla Siria al Libano, ed il conseguente Strike di Israele. Ancora un volta nella storia una piccola cittadina di 10000 abitanti potrebbe diventare decisiva per i possibili sviluppi di una guerra regionale, la battaglia di Al Quasayr determinerà infatti la possibilità di spedire, secondo una via alternativa le armi avanzate promesse da Al Assad alla milizia sciita di Hezbollah.