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Iran: il programma nucleare avanza rapidamente verso la bomba

IR-6

Circa sei anni fa, mentre la quasi totalità dell’Occidente era accecata dalla “Charming Offensive” iraniana, da queste pagine si sollevavano diversi dubbi sull’opportunità di sottoscrivere un accordo con gli Ayatollah iraniani che riguardasse il programma atomico di Teheran. La nostra tesi era chiara: la teocrazia iraniana cercava di liberarsi delle sanzioni senza dover rinunciare al proprio programma atomico e missilistico. I fatti odierni dimostrano che avevamo pienamente ragione, e ancor di più dimostrano che il nucleare è, nei fatti, uno strumento di ricatto di Teheran verso l’Occidente, e un’arma vera e propria da brandire contro i nemici e gli avversari nella regione.
Proprio in queste ore, nel sito fortificato di Fordow, le nuove centrifughe avanzate iraniane IR-6 lavorano a pieno ritmo per fornire agli ingegneri nucleari della teocrazia sciita il materiale fissile necessario per coronare il sogno o l’incubo, dipende dai punti di vista, di possedere l’arma atomica.
Oggi l’Iran è in grado di raffinare uranio ad una velocità mai vista prima, di circa 5 chilogrammi di Uranio 235 al 3,65% di purezza al giorno partendo dal materiale base. Una quantità che permetterà a Teheran di ottenere sufficiente materiale per una testata in circa 65 giorni. Questo traguardo iraniano non è da addebitare alle recenti scelte di Trump, bensì agli accordi di Ginevra raggiunti dal cosiddetto gruppo dei 5+1. È proprio in quegli accordi che ha trovato legittimità la possibilità da parte di Teheran di sviluppare, lo ripetiamo legalmente, le centrifughe avanzate IR-6.
Un programma civile iraniano non ha alcuna necessità di centrifughe avanzate. L’unico reattore in funzione per produrre elettricità ha già combustibile sufficiente per anni, i due reattori sperimentali a
Teheran utilizzano pochi chilogrammi di Uranio 235 arricchito al 20%; è per noi evidente che produrre in un mese oltre 300 chilogrammi di uranio a basso grado di arricchimento ha un solo scopo: avanzare spediti verso la produzione dell’arma nucleare.
Tutto questo avviene nel silenzio della comunità internazionale, molto più attenta alle telefonate di Trump che alla costruzione dell’atomica iraniana.
Da domani l’Iran aumenterà la percentuale di arricchimento dell’Uranio al 5% in isotopo 235, un altro passo verso la l’atomica, mentre l’Occidente cieco lascia Israele solo a contrastare una minaccia vitale. Oggi tutti parlano di antisemitismo e di misure contro l’odio, idee sacrosante e condivise, ma nessuno si accorge che un regime prepara alla luce del sole un’altra Shoah, un altro Olocausto del popolo di Israele, anticipazione di quello che è il desiderio egemonico sul Medio Oriente di un integralismo teocratico quale è quello degli Ayatollah di Teheran.