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La possibile risposta russa al prossimo Strike occidentale contro la Siria

S-300 MV siria A2/AD

Come risponderà Mosca ad uno strike occidentale in Siria? Questa è la domanda che dovrebbe essere fatta ad ognuno di noi quando prendiamo in considerazione un possibile attacco anglo-franco-americano contro Damasco.
Bene, le risposte sono molteplici e noi cercheremo di spiegarle in maniera chiara secondo il nostro punto di vista.
Per prima cosa ricordiamo le dichiarazioni ufficiali dei rappresentanti militari e politici della Federazione Russa riguardo a possibili strike americani in risposta all’ipotetico uso di armi chimiche.
Sia il ministro degli esteri, che i vertici delle forze armate russe avevano pubblicamente avvisato che Mosca attendeva “una messinscena” riguardo un possibile attacco chimico in Siria e che un raid americano contro un alleato di Mosca avrebbe visto una rappresaglia proporzionata.
Qual è quindi il concetto di “rappresaglia proporzionata”? Una rappresaglia, secondo il diritto internazionale, è proporzionata ad esempio quando la parte che si ritiene aggredita replica attaccando le unità avversarie che hanno compiuto l’azione ostile, anche se tali unità sono al di fuori del territorio della parte aggredita.
Per fare un esempio concreto, un bersaglio legittimo di una rappresaglia militare ad uno strike di missili da crociera sono le unità navali o aeree che hanno lanciato tali vettori.
Le forze armate russe in Siria, e i bombardieri a lungo raggio basati sul suolo russo, nonché i sottomarini di Mosca operanti nel Mediterraneo posseggono tale capacità.
È quindi verosimile pensare ad un lancio di missili antinave di varia natura contro cacciatorpediniere americane in risposta ad un attacco alla Siria.
Tuttavia anche la linea di Mosca non appare assolutamente cristallina. Da alcune dichiarazioni ufficiali russe si evince che le forze armate della Federazione reagiranno direttamente contro gli americani nel caso in cui venissero colpiti infrastrutture, unità o uomini di Mosca, mentre da altre fonti si evince la volntà di reagire comunque contro le azioni americane anche se non dovessero essere colpiti direttamente i russi.
L’ipotesi è che a Mosca sia in atto un pericoloso gioco di potere dove si fronteggiano due linee antitetiche sulla possibile risposta da dare agli americani. Questo scenario aumenta l’incertezza sulla possibile rappresaglia russa e sul fatto che la catena di comando non possa essere salda in maniera assoluta.
Esiste uno scenario meno fosco e cioè che la Russia, nel caso in cui non vengono minacciati assetti della Federazione, si limiti a ingaggiare i missili da crociera diretti sugli obiettivi siriani ed iraniani, non agendo direttamente contro le piattaforme navali da cui hanno avuto origine i missili.
Un capitolo a parte va riservato al presidente siriano Al Assad. E’ nostra profonda convinzione che Mosca voglia proteggere la vita di Al Assad, in quanto una successione caotica, in questo particolare momento, potrebbe portare al potere un uomo più vicino alle istanze dell’Iran rispetto all’attuale Capo di Stato, che sembra preferire la presenza russa a quella sciita.
Va tuttavia sottolineato che proprio la morte di Al Assad potrebbe aprire una profonda divisione tra russi ed iraniani per la scelta del nome del prossimo presidente siriano e questo fatto rende Al Assad un obiettivo possibile in caso di attacco americano.