Putin e Tsipras, più che alleati

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di Marco Bordoni
All’indomani della visita di Alexis Tsipras a Mosca, possiamo sgombrare qualche equivoco e cercare di capire cosa è successo, cosa non è successo, e di interpretare il significato di questo importante sviluppo.
Iniziamo con ciò che non è successo. Putin non ha revocato le sanzioni russe nei confronti della Grecia: “ la Russia e la Grecia hanno sempre mantenuto buone relazioni.” Ha detto il Presidente Russo “Ma le cose, in sostanza, sono andate così: la Grecia ha dovuto votare l’imposizione di sanzioni alla Russia, e le misure di ritorsione hanno certamente danneggiato la Grecia, ma non è colpa nostra. Non potevamo agire diversamente, non possiamo fare eccezione per nessun paese dell’Unione Europea.”. Putin ha aggiunto che la strada per la revoca delle sanzioni passa per il complessivo ritiro delle misure limitative degli scambi fra Unione Europea e Russia. Altra cosa largamente annunciata e non successa: la Russia non ha concesso prestiti diretti alla Grecia per far fronte alla propria situazione debitoria. Alla vigilia del vertice il ministro delle finanze Varoufakis aveva dichiarato: “Dobbiamo essere molto chiari: il nostro salvataggio deve essere concordato al’interno della famiglia europea. Questo governo non cerca una soluzione extra europea ad un problema europeo”. Da parte sua Putin ha detto che la Russia non intende utilizzare la crisi greca come grimaldello per scardinare l’Unione Europea: “A proposito della mitologia e dei cavalli di Troia e tutto l’armamentario: la considerazione sarebbe valida se fossi andato io ad Atene. Noi non costringiamo nessuno a fare nulla.”
Veniamo a ciò che è successo, che non è meno interessante. Putin e Tsipras hanno sottoscritto tre documenti: un piano d’azione congiunto 2015 – 2016, una dichiarazione congiunta sul settantesimo anniversario della vittoria ed un memorandum per la dichiarazione del 2016 quale “anno della Grecia” in Russia ed “anno delle Russia” in Grecia. Il piano d’azione congiunto e il progetto culturale, secondo gli annunci, prevedono la costruzione di infrastrutture comuni, in relazione alla quali la Russia potrà effettuare anticipi di pagamento sui ricavi a beneficio della Grecia. Inoltre la Russia ha annunciato di voler partecipare alle eventuali privatizzazioni greche. Riportiamo le dichiarazioni testuali del Presidente Putin: “abbiamo discusso la cooperazione in vari settori economici, inclusa la possibilità di mettere in cantiere grandi progetti nel settore energetico. Questi progetti possono consentirci non solo di effettuare prestiti in relazione ai piani discussi, ma anche di instaurare rapporti creditizi nel più ampio contesto della realizzazione delle opere. Lasciatemi spiegare nel dettaglio. Se realizziamo una grande infrastruttura produciamo un utile per la Grecia, parte di questi utili dovrebbero essere usati per ripagare i prestiti che ho menzionato. In altre parole, ciò a cui pensiamo non è assistenza ma cooperazione, un cooperazione che include il settore finanziario, in relazione a grandi progetti specifici. Riguardo alla possibile partecipazione di compagnie russe alla privatizzazione di particolari infrastrutture o assetti della Grecia, lasciatemi dire che se il Governo Greco decidesse di mettere in cantiere privatizzazioni, siamo pronti a prendere parte alla procedura. Speriamo che se questo progetto andrà avanti, le compagnie russe potranno partecipare alle stesse condizioni degli altri offerenti. Non chiediamo nulla più di questo.” Questi discorsi alludono ovviamente alla partecipazione della Grecia al progetto Turkish Stream, il successore di South Stream, un gasdotto concepito per portare un volume di 63 milioni di metri cubi che porterà l’oro azzurro ai paese dell’Europa meridionale. dichiarato Tsipras: “I progetti di questo calibro creano possibilità per rafforzare la stabilità e la sicurezza della regione nel suo insieme. Crediamo che ciò serva anche a migliorare i nostri rapporti con la Turchia, pertanto siamo aperti all’analisi delle possibilità per finanziare il progetto, nel rispetto però del framework istituzionale derivante dalla nostra appartenenza all’UE e della legge greca”. Quanto alle infrastrutture da privatizzare, i tecnici pensano alla possibilità che una società russa possa acquistare quote di un porto greco. Ha Meno importanti sotto il profilo economico, ma carichi di valore simbolico, l’omaggio di Tsipras ai caduti sovietici nella seconda guerra mondiale, i programmi di scambi culturali e linguistici e lo scambio di doni cerimoniali (Putin avrebbe regalato a Tsipras una icona trafugata dai tedeschi durante la loro occupazione della Grecia e finita ad un collezionista privato, da cui i russi l’hanno acquistata).
Che valutazione dare di queste mosse? Ovviamente i rapporti greco russi vanno letti nel quadro più ampio delle relazioni fra i due paesi e l’Unione Europea. Nessuno dei due protagonisti dell’incontro di Mosca intende in questo momento portare all’estremo la rottura. Putin sembra avere la chiave per “ucrainizzare” l’ Unione Europea (per usare una espressione di George Soros http://www.controinformazione.info/soros-leuropa-deve-diventare-come-lucraina/) ma una opzione simile non pare di suo interesse. I Greci, da parte loro, paiono esitare e vogliono essere certi di non avere alternative prima di lanciarsi in un salto nel buio geopolitico ed economico. Sia Greci che Russi, però, intendono inviare un segnale a Berlino e Strasburgo, e dalle reazioni scomposte che hanno preceduto e seguito il vertice, possiamo affermare che questo segnale sia arrivato.
I commentatori occidentali, che da tempo teorizzano l’ “internazionale nera di Putin” http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/06/09/nasce-linternazionale-nera-anti-ue20.html, dovranno aggiornare le proprie linee guida rendendole, se possibile, ancora meno plausibili. E’ già pronta la teoria dell’ “internazionale rosso bruna” http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/31/tsipras-grimaldello-putin-per-disgregare-lue/1383609/, il tutto sullo sfondo di un prossimo, “ritorno dell’URSS” http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/04/ucraina-russia-dopo-la-crimea-il-neocolonialismo-di-putin-prevede-la-transnistria/900715/. A nostro avviso l’ipotesi del collante ideologico e quella del progetto di restaurazione imperiale non trovano riscontro nella realtà. Certo, il patriottismo russo vanta alcuni toni ed alcune tradizioni storiche che possono suggerire una assonanza con la destra e la sinistra euroscettiche. Salvini e la Le Pen troveranno a Mosca un uomo forte (e poco importa se questo uomo rappresenta solo il punto di raccordo di un apparato statale incredibilmente complesso, vario e frammentato sotto il profilo politico, culturale e religioso). Le sinistre post comuniste potranno ritrovare a Mosca quelle falci e martello che inalberano in patria con sempre meno convinzione (cercando di farsi piacere l’amor patrio che tutti i russi, in primis i comunisti locali, manifestano) . Ma gli uni e gli altri andranno incontro a una crudele disillusione se vedranno nella Russia un soggetto disposto a dilapidare patrimoni per finanziare una chimera imperiale. Il 22 luglio 2014, in occasione di un discorso particolarmente significativo al Consiglio di Sicurezza, Putin dichiarò: “Noi, da parte nostra, ci atteniamo rigorosamente alle norme del diritto internazionale e agli impegni presi con i nostri partner, e ci aspettiamo che altri Paesi, unioni di Stati e di alleanze politico-militari facciano lo stesso. La Russia non è fortunatamente un membro di alcuna alleanza. Questa è anche una garanzia della nostra sovranità. Ogni nazione che fa parte di un’alleanza cede parte della sua sovranità.” Chiunque conosca un minimo il pensiero di Putin sa che si tratta di un patriota ideologicamente “freddo” e con il pragmatismo dell’incompetenza in materie economiche. Non propriamente un visionario pronto a guidare masse fanatiche alla conquista del mondo.
La Russia ha già conosciuto i costi di un sistema imperiale, e sa bene che questi sono insostenibili per un paese della sua attuale taglia economica, politica e militare. Certo, esiste il progetto dell’Unione Eurasiatica, ma non si può affermare che questo blando tentativo di recuperare qualche influenza in regioni appartenute alla compagine statale russa per secoli sia un disegno di egemonia mondiale. Per quanto la stampa occidentale insista a volerci infilare l’elmetto per prepararci alla seconda guerra fredda, con tanto di giustificazione ideologica, non c’è nessuna Nuova Unione Sovietica oltre il Dnepr, e non c’è nessuna ideologia strutturata che possa tenere nella stessa formazione politica Tsipras e la Le Pen. Il progetto imperiale ideologicamente giustificato si scorge al contrario sul versante Atlantico, che raccoglie una concentrazione di potenza economica, politica e culturale incolmabilmente superiore a quella della Russia di Putin.
Se vogliamo allora trovare un precedente nella storia europea alla situazione attuale, non dobbiamo fermarci alla Guerra Fredda, ma dobbiamo forse riavvolgere il filo degli eventi fino all’inizio del cinquecento, il tempo di Niccolò Machiavelli. Allora, come ora, gran parte degli assetti di potere economico e politico europei occidentali era raccolta in una grande alleanza politico militare: l’impero degli Asburgo. A questa grande alleanza, ideologicamente sorretta dalla Chiesa Cattolica, e finanziariamente dall’oro delle Indie e dalle banche italiane e tedesche, si opponeva uno stato nazionale potente, ma da solo insufficiente a confrontarsi con il complesso politico militare asburgico: la Francia di Francesco I di Valois. Il conflitto fra Francia ed Impero insanguinò la prima metà del cinquecento, e da questo confronto emerse, con i sui pregi e i suoi difetti, l’ Europa multipolare in cui abbiamo vissuto fino alla nascita dell’Unione Europea.
Fu la spregiudicatezza di Francesco in politica estera a consentirgli di resistere agli assalti imperiali, mettendo anzi in crisi la compattezza dell’alleanza rivale. Basteranno due esempi relativi all’anno 1532. In questa data Francesco, feroce e cattolicissimo persecutore dei protestanti in patria, strinse alleanza con il Sultano Ottomano Solimano, una alleanza anti asburgica destinata a funzionare per secoli, e che portò alla Francia vantaggi incalcolabili. La lettura delle cronache del tempo, e dei commenti costernati degli imperiali, ricorda lo scandalo delle nostre gazzette per gli amici “rosso bruni” di Vladimir Putin: “un vile, infame, trattato diabolico” scrisse l’italiano Giovanni Botero “questa confederazione è stata l’occasione per diminuire la gloria e la potenza di un regno fiorente come la Francia.” tuonò Francois de la Noue. A questi replicava Biagio de la Monluc con una osservazione valida ancor oggi “contro i nemici si posson far frecce con legno di ogni tipo”. Non contento di queste “cattive” frequentazioni Francesco giunse a stringere alleanza con i protestanti tedeschi della Lega di Smalcalda: e fu questa la mossa decisiva che costrinse gli Asburgo a rinunciare alle proprie aspirazioni egemoniche.
Anche i tentativi di Putin, come quelli di Francesco, sortiranno l’effetto sperato (che non è creare un nuovo impero, ma fare sorgere un sistema multipolare dopo avere abbattuto l’unilateralismo americano)? E’ presto per dirlo. Ma la sfida appare effettivamente aperta.
In conclusione: non intendiamo negare che questi eventi possano avere una lettura ideologica (anche se gran parte dei tentativi effettuati sin ora in tal senso appare largamente insufficiente): ma è chiaro che oggi, come nel cinquecento, l’ideologia (sotto forma di proposizione di un sistema di valori coerente e di un avversario metafisico da esorcizzare e combattere) è necessaria all’Impero che si pretende universale (che l’ha effettivamente trovata nella “visione” di Francis Fukuyama), e non allo sfidante che si limita a giocare di sponda sulle altrui contraddizioni.
In questo senso l’incontro di Mosca, pur nelle sue limitate conseguenze pratiche, costituisce un momento chiave del dispiegarsi di una azione politica di importanza capitale per il mondo del nostro tempo.

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Comment(33)

  1. La Russia non è fortunatamente un membro di alcuna alleanza. Questa è anche una garanzia della nostra sovranità. Ogni nazione che fa parte di un’alleanza cede parte della sua sovranità.”
    … Anche i tentativi di Putin, come quelli di Francesco, sortiranno l’effetto sperato (che non è creare un nuovo impero, ma fare sorgere un sistema multipolare dopo avere abbattuto l’unilateralismo americano)? E’ presto per dirlo. Ma la sfida appare effettivamente aperta.

    Con queste parole la redazione ha preso una posizione ben chiara su tutto quello che sta accadendo, cosa non da poco, che si ritrova in pochissime pagine su internet.

    L’impero è quello degli usa, dell’occidente che sfrutta, non dell’Oriente che cerca in gran parte una collaborazione con i popoli per i popoli.

    Una volta Kennedy disse :

    “What kind of peace do I mean and what kind of a peace do we seek? Not a Pax Americana enforced on the world by American weapons of war. Not the peace of the grave or the security of the slave. I am talking about genuine peace, the kind of peace that makes life on earth worth living, and the kind that enables men and nations to grow, and to hope, and build a better life for their children—not merely peace for Americans but peace for all men and women, not merely peace in our time but peace in all time.”

    Parole sante.

    1. Nella partecipazione con i popoli per i popoli, sono ricompresi i Tatari? Perchè per me puoi cambiare i soggetti ma sia la politica USA che quella della Russia rimane comunque imperialistica.
      Altro esempio, entrambe vendono armi a 3/4 di mondo e nel caso russo anche il gas. C’è meno imperialismo in questo?

      1. l’Oriente che cerca in gran parte una collaborazione con i popoli per i popoli.

        ho detto in gran parte.

        Comunque meno imperialismo di chi invade MILITARMENTE con basi ed esercito.
        E poi il gas ci serve, meglio comprarlo che rubarlo, o no? non ci obbligano mica con la pistola, come gli usa con le loro basi piene di testate tattiche, etc etc etc

        comunque mi pare che la redazione si sia espressa chiaramente sul non imperialismo della russia.

        1. Ecco perché hanno ucciso Kennedy…

          Comunque se a qualcuno non piacciono piace la linea e le opinioni espresse, è pieno di giornali che incitano alla russo-fobia per il tornaconto dei banchieri, leggetevi quelli.

        2. Già così va molto meglio. Possiamo discutere su di un maggior o minor imperialismo ma non si può sentire nè giustificare che non esiste un problema di imperialismo anche russo.

      2. Siamo alle solite: ma mi può elencare i paesi in cui sono presenti basi russe e quelli in cui ci sono quelle nato?

        1. Si ha proprio ragione, siamo alle solite. Ma c’è una grossa novità.
          Non mi lascio più trascinare in disquisizioni inutili e protratte.
          Le lascio solo la definizione di imperialismo tratta dal vocabolario Treccani
          “imperialismo Politica di potenza e di supremazia di uno Stato tesa a creare una situazione di predominio, diretto o indiretto, su altre nazioni, mediante conquista militare, annessione territoriale, sfruttamento economico o egemonia politica. Dal punto di vista dottrinale l’imperialismo poggia sull’idea che i popoli più forti abbiano il diritto di imporsi su quelli più deboli. ”

          Non sono per niente d’accordo sull’articolo di GPC che tratta una sua rispettabile visione dei fatti ma che non significa per questo veritiera. Imperialismo è sia americano che russo e non ci sono opinioni capaci di smontare questa asserzione.

          1. E vabbe, ma se secondo lei questi fatti non sono veritieri, beh, perché non la smette di importunarci:

            vada in america, si trasferisca li: dopotutto basta non essere di colore,no , quello no, altrimenti chi li sente gli americani!

          2. Mi può fare un esempio in cui la Russia si stia comportando,oggi, secondo la definizione da lei data di imperialismo?

            Comunque sono d’accordo con Giovanni:
            se non è d’accordo, fuori è pieno di gente che vorrebbe sottomettere anche la russi e la cina…con i relativi siti internet.

          3. E comunque, non ha risposto alla mia domanda sulle basi militari, che c’è, troppo scomoda?

          4. Lei è una persona ottusa: neppure davanti al parere di esperti di geopolitica e alle mappe delle basi nato, neppure davanti a considerazioni elementari, lei ammette che gli usa sono imperialisti.

            Complimenti.

  2. Bene, vedo che il mio commento rivolto ad Andrea è stato pubblicato.. Significherà pur qualcosa…

  3. Comunque volevo fare ancora i complimenti alla redazione per l’onestà intellettuale dimostrata.

    E a taluni dico:
    Basta propaganda imperialista, ne abbiamo le palle piene!

  4. Eh gia, gli usa, paladini dei diritti umani, sparano ancora per le strade alle persone di colore…tutti delinquenti?
    Noi non siamo deficienti, sappiamo badare a noi stessi, non abbiamo bisogno della balia zio sam.

    Che risolvano prima i loro problemi, a casa loro, poi, forse, ne riparliamo.

  5. Per me Putin e Tsipras non potevano far di meglio, chiare parole chiari intenti.
    Ora vediamo chi cercherà di mettere zizzania.

  6. In questo blog ci sono postatori che hanno seri problemi visivi e grandi problemi di comunicazione interpersonale.

    Ho detto ” Imperialismo è sia americano che russo e non ci sono opinioni capaci di smontare questa asserzione.

  7. Visto che si parla di problemi visivi… Riposto la mia domanda :

    mi può elencare i paesi in cui sono presenti basi russe e quelli in cui ci sono quelle nato?

    E vediamo di farci una chiara idea di chi sia imperialista.

    1. Lei evidentemente rispetto agli altri non solo non vede bene quello che legge, ma continua sempre e comunque a intrattenere una dialettica fine a se stessa.

      Non serve sapere quante basi ci sono e dove perchè, come ho già spiegato, l’imperialismo si articola anche in altri canali, che possono essere economici, religiosi, politici e si può anche manifestare con basi militari (USA) e annessioni territoriali (Crimea).

      Vediamo adesso se si è fatto finalmente l’idea che al mondo non esiste il solo imperialismo USA ma ci sono tanti imperialismi come per esempio quello aglosassone, tedesco, francese, italiano, iraniano, israeliano, islamico etc…
      Troppo riduttivo e semplicistico guardarne solo uno.

  8. Analisi notevole. Complimenti.

    Condivido tutto il pensiero ma vorrei aggiungere due mie riflessioni.

    La prima è che la Russia miri a dividere l’impero. La Grecia ed il progetto South-Stream/Turkish-Stram sono un passo per coinvolgere nuovamente anche Ungheria, Serbia e Austria. Inoltre è stata coinvolta anche la Turchia.
    “Piccoli”passi che a mio parere potrebbero portare un giorno alla rottura della UE (anche se non netta già delle discrepanze farebbero un bel tumulto) e magari anche a quella della NATO.

    Immaginiamoci se un giorno in Francia arrivasse presidente la Le Pen (infatti il Front National è già perseguitato dalla giustizia francese, guarda caso. Ed anche il ritorno di Sarkozy non sembra essere “casuale” in quanto unica arma per vedere di togliere spazio al Front National).
    La Francia si troverebbe a voler togliere le sanzioni alla Russia. Si troverebbe a scontrarsi apertamente con la Germania sulla politica europea. L’Europa potrebbe spappolarsi e con essa anche l’alleanza atlantica. La Francia è l’unico Paese che avrebbe la forza economica e politica di trascinare con se altri Paesi minori e poter fare un danno impressionante all’imperialismo.
    Non serve allearsi alla Russia, basta non esserne nemica. Già questo basta per creare il disaccordo tra chi invece ci vuole costringere ad essere nemici dell’orso russo.

    Ma ora viene il secondo punto. La Russia non ha mire imperialistiche e non ne ha nemmeno i mezzi?
    Può essere. Ma in tutto questo dimentichiamo un nuovo attore che agisce spesso nascosto nell’ombra. Quest’attore sarà la prima economia mondiale, si espande militarmente in maniera impressionante. Chi mi assicura che in tutto questo non sia la Cina il futuro imperialista? Chi mi assicura che i cinesi non mirino, invece, a comandare al posto degli americani?
    Hanno altre tecniche ma alla fine non credo sia casuale che loro si espandano in Africa costruendo città (dicono che sia solo per fare edilizia… io ci credo poco).
    Non vedo nemmeno casuale che approfittino della crisi per espandere le loro attività economiche e commerciali nei nostri Paesi. Acquistano negozi in contanti, fondi commerciali, quartieri interi. Aprono negozi, mercati, se ne infischiano delle regole e riescono a farlo in tutto il mondo, non solo in Italia.

    Ci hanno già presi…. manca solo la ciliegina militare che arriverà magari dopo un collasso USA.

    Reputo che se fossimo furbi diverremmo “amici” (non alleati e succubi) dei russi. Ritengo che perseguendo la guerra fredda voluta dagli americani nei confronti della Russia rischiamo di gettarci automaticamente in bocca al dragone.
    Può darsi che gli USA si muovano verso il nemico cinese cercando proprio di provocare la Russia ma da un eventuale conflitto economico e/o militare l’unico Paese che potrebbe trarne vantaggio è proprio la Cina.

  9. MODALITA’ FANTASCIENZA ON

    Immaginatevi città fantasma costruite in Africa dai cinesi.
    C’è puzza di guerra vera, milioni di cinesi si trasferiscono laggiù.
    La guerra si scatena catastrofica distruggendo tutte le maggiori civiltà esistenti sul pianeta. Quale continente viene poco considerato dagli armamenti mondiali? L’Africa.

    I milioni di cinesi trasferiti diventeranno i nuovi dominatori del mondo.

    MODALITA’ FANTASCIENZA OFF

  10. Comunque volevo aggiungere che anche il progetto americano del prompt global strike è un progetto imperialista.
    Colpire qualsiasi obbiettivo in un ora o poco meno in tutto il mondo, appena si presenta un ” rompi palle” , beh, più imperialismo di così…

  11. Bell’articolo.

    Due osservazioni:

    Concordo che non è successo nulla di rilevante in termini pratici ma che si dovranno vedere le concrete evoluzioni dei rapporti.

    Che la russia non sia imperialista …. una tesi un poco .. azzaerdata …. minacciano sempre la distruzione di chi ha idee diverse dalle loro ….. o peggio l’uso dell’atomica…. io direi super imperialisti e un poco terrorizzanti.

    Alessandro.

    1. Ogni tanto capita che ci sia qualcuno che abbia una vista più lunga di altri. Siamo in un mondo di imperialismi plurimi

  12. Eh comodo così, tutti colpevoli allo stesso modo… Ma i fatti dimostrano il contrario.

    La Russia minaccia con le atomiche?

    E gli usa con l’Iran, con la nord corea, con la cina che fanno?!
    Piccolo particolare, questi tre paesi non sono a 40 minuti da Washington…

  13. “We have all come to the edge today where it is again necessary, just like after the Second World War, to make a fatal choice between cooperation and conflicts,” Lavrov said.

  14. Intanto in Ucraina l’opposizione viene fatta fuori in perfetto stile gangster…
    STERI

    Ucraina, esponente opposizione trovato senza vita: è l’ottavo alleato di Yanukovych morto negli ultimi 3 mesi

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    Giovedì 16 Aprile 2015

    08:44

    Un ex deputato vicino al deposto presidente ucraino Viktor Yanukovych è stato trovato morto a tarda notte a Kiev. L’uomo, il 52enne Oleg Kalashnikov, era stato raggiunto da colpi di arma da fuoco ma non è chiaro se si tratti di omicidio o suicidio. 
    Kalashnikov era un esponente del partito delle Regioni dell’ ex presidente Yanukovych, deposto nel febbraio 2014 dopo l’ondata di proteste del movimento di piazza Maidan. Secondo le autorità, riferisce radio Free Europe Liberty, Kalashnikov potrebbe essere legato al movimento anti Maidan che si opponeva alle proteste.

    «Senza dubbio la vittima sapeva molte cose su chi ha finanziato il movimento anti Maidan», ha dichiarato Anton Herashchenko, un alto funzionario del ministero degli Interni di Kiev. Almeno otto alleati di Yanukovych sono morti negli ultimi tre mesi, secondo quanto ricorda la Bbc. Per la maggior parte si tratta di apparenti suicidi, ma non tutte le circostanze sono state chiarite.

    Oleg Kalashnikov, l’ex deputato di opposizione ucciso ieri sera Kiev, aveva ricevuto messaggi intimidatori via mail per il suo invito a festeggiare il 70/mo anniversario della vittoria sovietica sulla Germania nazista, verso il quale Kiev sta prendendo le distanze nel suo tentativo di de-sovietizzarsi. Lo riferiscono i suoi famigliari e i suoi amici. «Ricevo continue minacce di morte per il mio appello aperto a festeggiare il 70/mo anniversario della vittoria nella Grande Guerra Patriottica. Queste minacce e questi sporchi insulti sono diventati una norma nell’Ucraina di oggi occupata dai nazisti», aveva scritto ad un amico, secondo quanto reso noto dal sito ‘Notizie ucrainè.

  15. Giusto, Andrea.
    Infatti la Cina sta lentamente scoprendo le sue carte. E gli USA vedono a rischio il loro dominio.
    Di questo ne sono contento ma non sarei affatto contento di passare sa un padrone ad un altro. Anzi, il padrone americano è deleterio ma immagino che quello cinese sia pure peggio.
    È ora più che mai che si dovrebbe lottare per la sovranità…. Ma campa cavallo che l’erba cresce.

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