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Realtà e verità parallele: il discorso di Xi Jinping al World Economic Forum

Realtà e verità parallele: il discorso di Xi Jinping al World Economic Forum

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Ieri il presidente cinese Xi Jinping ha partecipato al World Economic Forum di Davos, che quest’anno si tiene in forma esclusivamente virtuale, con un discorso di circa 25 minuti che abbiamo trovato molto interessante.
Prima di tutto riporteremo (in forma abbreviata) quanto detto dal presidente cinese e procederemo poi a commentarne il contenuto.
Secondo Xi il mondo non tornerà più ad essere lo stesso di prima e l’umanità ha davanti a sé quattro sfide principali:
1. Coordinamento delle politiche macroeconomiche che assicurino una crescita inclusiva dell’economia mondiale.
2. Abbandono dei pregiudizi ideologici e sviluppo di una coesistenza pacifica pur nella diversità. Nessuna cultura o sistema sociale è superiore ad un altro e nessuno stato può imporre la propria cultura agli altri.
3. Pari diritti, pari opportunità e regole comuni per ogni paese, sviluppato o sottosviluppato che sia. I paesi in via di sviluppo devono avere più voce e più potere decisionale nell’ambito delle varie agenzie ed organi delle Nazioni Unite.
4. Affrontare insieme i problemi globali e creare insieme un futuro migliore per l’umanità. Crisi sanitarie come quella attuale possono facilmente accadere di nuovo. Sono necessarie azioni, risposte e coordinamento globali.
La giusta risposta a questi problemi è il rafforzamento del multilateralismo e la costruzione di una comunità che abbia come obiettivo “il futuro comune dell’umanità”.
Ciò di cui il mondo ha bisogno è più apertura ed inclusione invece di chiusura ed esclusione.
Chi tenta di costruire circoli ristretti, di iniziare una nuova guerra fredda, di chiudersi su sé stesso, di scollegare le economie (decoupling), di minacciare o intimidire altri paesi, di imporre sanzioni e di isolare alcuni paesi non fa altro che spingere il mondo verso la divisione ed il conflitto, conflitto che non porterà a niente di buono.
È necessario promuovere i valori comuni all’umanità: pace, sviluppo, equità, giustizia, democrazia e libertà.
È inoltre necessario costruire un’economia mondiale aperta eliminando completamente regole e sistemi discriminatori, sopprimendo le barriere che si frappongono al commercio, agli investimenti e agli scambi di conoscenze e nuove tecnologie.
Il G20 è l’istituzione giusta per costruire questa “governance” mondiale.
Le Nazioni Unite ed il diritto internazionale sono ciò che separa il mondo da un ritorno alla legge della giungla, per questo motivo devono essere rafforzati.
I grandi non devono poter “bullizzare” i piccoli, chi ha il pugno più grande non deve poter prevalere sugli altri.
La storia insegna che l’ostilità ed il conflitto tra nazioni porta a guerre fredde, guerre aperte, guerre commerciali e tecnologiche, che minano il benessere di tutti.
I cambiamenti devono essere abbracciati, non rigettati. Il mondo sta subendo una trasformazione che non si vedeva da almeno un secolo, questo è il momento per uno sviluppo ed una trasformazione ad ampio spettro.
Dobbiamo trasformare il sistema di governo mondiale affinché sia basato ancora di più sul multilateralismo e la costruzione del consenso.
Dopo decenni di sforzi la Cina sta finalmente raggiungendo l’obiettivo di una moderata prosperità per il popolo cinese e siamo in cammino verso la costruzione di un moderno paese socialista.
La crisi più urgente per il mondo è ovviamente il contenimento della pandemia. La Cina continuerà a cooperare con altri per lo sviluppo e la distribuzione globale di beni necessari e vaccini a tutti coloro che ne hanno bisogno.
Fino ad ora la Cina ha aiutato più di 150 paesi e continuerà a farlo.

Non è nell’interesse di nessuno utilizzare la pandemia come scusa per mettere in dubbio e ridurre la globalizzazione.
La Cina si impegna ad implementare in maniera piena l’agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, per il bene dell’umanità.
Dobbiamo essere uniti e lavorare insieme. L’arrogante isolamento fallirà sempre, il multilateralismo illuminerà la via per un futuro comune per l’umanità.
Fin qui le parole del presidente Xi.
Per l’ignaro lettore che non dovesse conoscere il pensiero del partito comunista cinese e dei suoi sviluppi sotto la leadership di Xi, questo discorso contiene solo belle parole e concetti lodevoli.
Purtroppo il significato che noi diamo a determinati concetti non è lo stesso che il regime cinese gli dà, non è tutto oro quello che luccica.
Per questo motivo, prima di continuare questa analisi, vi invitiamo a leggere questo articolo che abbiamo scritto l’anno scorso: abbiamo spiegato nei dettagli la visione cinese della Cina e del mondo sotto Xi. Conoscere questi concetti è essenziale per capire quello che significano veramente le parole del presidente cinese, ci sono molto concetti, come “il futuro comune per l’umanità” che hanno un significato preciso.
Vi invitiamo a visionare soprattutto i paragrafi “La visione cinese”, “La politica estera”, “La politica economica”, “La fusione Militare-Civile”.
Lo Sviluppo Militare Cinese: Presupposti Ideologici, Stato dell’Arte, Prospettive Geopolitiche |
Torniamo a noi.
Guardando ed ascoltando questo discorso la prima cosa che ci viene in mente è che ci troviamo in una realtà ed un mondo diverso e parallelo rispetto a quello descritto da Xi.
Abbiamo la netta sensazione di vivere in una realtà distopica in cui ci sono multiple verità e realtà.
Sono evidenti i riferimenti accaniti e pungenti verso le politiche messe in atto negli ultimi anni dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump.
Certo, non tutte queste politiche sono condivise nel mondo Occidentale (una su tutte, l’uscita dall’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici), ma soprattutto nell’ultimo anno molti hanno corretto la propria visione del regime cinese, conseguentemente allo scoppio della pandemia ed ai tentativi del regime di nasconderne la gravità e l’entità, cosa che ha permesso al virus di diffondersi in tutto il mondo praticamente indisturbato.
Molti hanno cominciato a dubitare della buona fede del regime cinese, riconsiderando la partecipazione di aziende cinesi nella costruzione e modernizzazione di sistemi essenziali e di telecomunicazione (vedi 5g).
Molti hanno vocalmente criticato l’infiltrazione cinese nelle università occidentali e l’utilizzo delle collaborazioni nell’ambito della ricerca universitaria e degli investimenti in compagnie occidentali per effettuare veri e propri “furti di tecnologia” tutti a vantaggio dell’economia e delle forze armate cinesi (fusione militare-civile).
Molti si sono resi conto della crescente influenza del regime cinese nelle organizzazioni internazionali e del crescente supporto che un numero sempre maggiore di paesi sottosviluppati o in via di sviluppo accordano alla Cina a causa dei suoi non molto disinteressati “aiuti” e “progetti di sviluppo”.
Molti si sono resi conto delle flagranti e gravi violazioni dei diritti umani e crescenti pressioni che avvengono quotidianamente in diverse parti della Cina nei confronti di minoranze etniche e religiose e di coloro che non vogliono sottomettersi al regime comunista cinese (Hong Kong e la Repubblica di Cina (Taiwan)).

Molti si sono resi conto di come le critiche, anche minime, al regime cinese vengono da esso accolte con rappresaglie immediate e violente, con minacce ed ultimatum (vi invitiamo a fare una ricerca sulla attuale crisi tra Cina continentale ed Australia per farvi un’idea di cosa intendiamo dire).
Eppure di tutto questo non vi è alcuna traccia nel discorso di Xi.
Molte delle cose di cui Xi, a torto od a ragione, accusa gli Usa e l’Occidente vengono perpetrate quotidianamente dal regime cinese, all’interno come all’esterno del paese.
Per questo motivo abbiamo iniziato l’analisi dicendo che ci sembra di vivere in una realtà alternativa.
È evidente che la Repubblica Popolare Cinese, per prosperare ed un giorno prendere il posto degli Usa come super potenza globale, ha bisogno di commercio libero e mercati aperti, per far crescere la propria economia e godere delle innovazioni e delle nuove tecnologie sviluppate ovunque nel mondo.
Ha bisogno che il governo mondiale sia basato sul multilateralismo e sull’equità, per poter mettere a frutto il consenso di cui gode in Africa ed in parte dell’Asia ed avere delle Nazioni Unite che di fatto vadano nella direzione dettata dal regime cinese.
Ha bisogno che il “progresso” venga abbracciato e non respinto, in quanto tale progresso è ciò che gli conviene di più.
A parole Xi sostiene che ogni paese sia unico e nessuno debba imporre una forma di governo o di società agli altri, ma nei fatti attraverso la gestione della pandemia il regime cinese ha inteso promuovere la propria forma di stato, di governo e di società ha inteso mostrare al mondo come le democrazie occidentali non siano capaci di affrontare efficacemente le crisi globali mentre il partito del popolo sia perfettamente all’altezza, un modello da imitare.
A parole Xi parla di apertura e della caduta delle barriere, perché l’apertura delle società occidentali e del nostro internet permettono al regime cinese di portare avanti la propria propaganda ed a volte disinformazione in tutta libertà, nei fatti però vediamo come la società cinese sia chiusa e controllata, l’informazione e la divulgazione scientifica siano sottoposte a censura preventiva e le opinioni dissonanti non siano concesse, oppure abbiano conseguenze pesanti se espresse.
Cos’altro dire? Il presidente cinese ha ragione quando dice che stiamo vivendo cambiamenti epocali, ma non siamo sicuri che tali cambiamenti siano per il bene dell’umanità, per il bene dei paesi in via di sviluppo, ed in generale per il bene di chiunque non abbia la stessa visione del partito unico cinese.
Ad ascoltare questo “illuminante discorso” un sorriso amaro si è stampato sul nostro volto.