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Il referendum in Crimea un punto di non ritorno per Putin

Il referendum in Crimea un punto di non ritorno per Putin

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La definizione “punto di non ritorno” non ci è mai piaciuta, troppo netta, senza appello. Questa volta però quello che è accaduto in questi giorni in Ucraina ed in Crimea, quello che è accaduto ieri con il referendum, quello che è accaduto oggi con la formale richiesta del parlamento di Simferopoli di annessione alla Federazione Russa della Crimea è un fatto storico che non è più reversibile.
Ora il presidente Putin vede le proprie opzioni limitate, non può negare l’annessione, ed in tempi rapidi, alla Crimea anche se forse avrebbe voluto un percorso più lento e meno traumatico.
Ora Putin dovrà stare molto attento a non farsi dettare, da parte della popolazione russa dell’est dell’Ucraina, i tempi e le modalità del supporto della Federazione Russa ai connazionali che vivono tra Kharkov Donetsk, e Luhansk, ma allo stesso tempo il desiderio e la necessità di espandere i confini della Federazione e aumentare numericamente una popolazione che ha attraversato vent’anni di natalità asfittica sono elementi concreti ed oggettivi.
Oltre a ciò esiste la necessità di impedire una stretta collaborazione tra Ucraina e NATO, una collaborazione che esporrebbe i confini storici della Russia al contatto diretto con le forze dell’Alleanza Atlantica, una minaccia gravissima ed insostenibile per il Cremlino, pensate ad esempio che la Russia potrebbe trovarsi tra cinque anni uno squadrone di F-35 a cinquanta minuti di volo dalla periferia di Mosca, oppure avere in Ucraina un radar di scoperta in grado di osservare tutti i movimenti aerei delle principali basi ad ovest degli Urali.
In questi minuti, le ore 0900 in Italia, le 1000 in Crimea si riunisce il parlamento di Simferopoli, il quale ratificherà l’esito del referendum e chiederà formalmente l’annessione alla Federazione Russa. Ecco il vero, reale punto di non ritorno, l’annessione, la presa in carico da parte di Mosca di un territorio strategico e di due milioni di abitanti.
La Duma il 21 marzo potrebbe già ratificare l’annessione della Crimea, lo stesso giorno concordato dai ministri della difesa di Kiev e Mosca per la scadenza della tregua tra ucraini e russi in Crimea.
Dal 21 marzo la Crimea potrebbe diventare parte integrante della Federazione Russa ed a quel punto tutte le dispute diplomatiche, politiche e di diritto internazionale dovranno essere chiarite e risolte.
Noi speriamo vengano chiarite e risolte con un accordo ad ampio raggio ma non possiamo escludere che, all’atto dell’annessione della Crimea alla Federazione Russa, possa seguire una escalation militare che porti Ucraina e Russia ad un conflitto aperto.
Mancano solo quattro giorni al 21 marzo….

Comment(1)

  1. Putin deve anche agire in questo modo per evitare che gli USA si prendano anche l’ultimo baluardo filo-russo. La Bielorussia!!!

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