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Siria: è confronto diretto tra Iran ed Israele

Quello che nessuno di noi voleva osservare in Siria si sta materializzando sotto i nostri occhi. Israele e l’Iran, giorno dopo giorno, aumentano l’intensità del confronto militare sul suolo di Damasco, e se per ora l’escalation si è fermata, siamo certi che il prossimo round si sta già avvicinando.
La nostra ragionevole certezza si base su due punti fissi: il primo è che l’Iran non interromperà le sue attività militari e politiche atte a trasformare la Siria in una pseudo-provincia di Teheran, il secondo è che Israele non permetterà mai che le Guardie della Rivoluzione possano trasformare la Siria in un porto franco dal quale far partire attacchi contro Gerusalemme nel caso in cui dovesse determinarsi un conflitto nel sud del Libano oppure uno scontro che veda assetti israeliani colpire i centri nevralgici della ricerca nucleare militare iraniana.
L’Iran ha come obiettivo palese quello di poter utilizzare la Siria sia come via di transito terrestre per congiungere il Mediterraneo al territorio iraniano, sia lo scopo di utilizzarla come base per attaccare direttamente Israele, alterando profondamente i rapporti di forza tra Teheran e Gerusalemme.
Qualsiasi tensione nel Golfo Persico potrebbe riverberarsi immediatamente contro il principale alleato americano nella regione e allo stesso tempo connotare le azioni iraniane come una guerra santa per il controllo del terzo luogo santo dell’Islam: Gerusalemme.
Per questi scopi al momento Teheran disponeva solo del Libano meridionale, un’area di terreno limitata, all’interno di un paese dove le tensioni etniche e religiose non sono mai state fino in fondo sopite e dove una sconfitta per l’Hezbollah libanese poteva significare la perdita del controllo dell’intero paese da parte degli sciiti alleati dell’Iran.
In Siria la situazione è diversa. L’area potenzialmente utilizzabile per dispiegare sistemi missilistici offensivi e apparati antiaerei per la difesa è immensa, i caccia di Israele potrebbero essere costretti a volare in ambiente ostile per diverse decine di minuti e a grande distanza dai confini di Israele, limitando ritmo delle azioni, carico utile ed aumentando il rischio di perdite di mezzi e uomini. La Siria potrebbe in sostanza trasformarsi nel “gruppo attacco portaerei” che l’Iran non possiede e non possiederà mai.
Se agli iraniani verrà concessa la possibilità ed il tempo di organizzare in Siria una efficace difesa aerea, il passo successivo sarà l’installazione di decine, forse centinaia di migliaia di razzi e missili tutti puntati contro Israele dispersi su una superficie in grado di ridurre l’efficienza della forza aerea israeliana ed in grado di minacciare di distruzione le città ed i poli produttivi (civili e militari) di Israele.
E’ per questo motivo che Israele non può permettere agli iraniani di stabilirsi in Siria, ed è sempre per questo motivo che il prossimo raid israeliano contro obiettivi iraniani in Siria non è questione di “se” ma di “quando”.
Ma mese dopo mese questi raid diventano sempre più complessi e sempre più rischiosi per i caccia con la stella di Davide. Ne abbiamo avuta una prova durante i giorni scorsi quando un caccia F-16 di Gerusalemme è stato abbattuto dalla difesa aerea siriana (in realtà nelle mani degli iraniani) che ha bersagliato la formazioni di quattro aerei, di cui faceva parte quello abbattuto) con oltre venti missili terra-aria radar guidati, e probabilemte anche mediante sistemi passivi a ricerca di calore a corto raggio.
Gli iraniani continuano a trasportare in Siria sistemi anti aerei, alcuni dei quali forse non nelle librerie di guerra elettronica di Israele, fatto che può aver influito nell’abbattimento dell’F-16.
Se gli iraniani non si fermeranno potremmo assistere ad una sorta di tentativo di azzeramento delle capacità iraniane in Siria da parte di Gerusalemme, in modo da riportare al punto zero i tentativi di organizzazione da parte di Teheran.
E’ poi non prevedibile al momento l’eventuale reazione iraniana ad un tale gesto da parte di Israele. Dovremo seguire l’evolversi della vicenda per cercare di capire quale tra i diversi scenari oggi possibili sarà il più probabile…