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Una nuova arma atomica sottomarina della Federazione Russa?

Russia siluro nucleare
Mercoledì 11 novembre alla televisione russa un servizio di informazione parlava delle nuove strategie del Cremlino per contrastare lo scudo antimissile americano; nel filmato si osservava il presidente Putin che presiedeva il Consiglio Nazionale di Difesa della Federazione Russa. Al fianco di Putin i vertici militari della Federazione e davanti a loro una cartella con l’argomento della riunione.
Non sappiamo se per un errore o volutamente il cameraman russo ha inquadrato un foglio dei documenti a disposizione degli alti gradi militari, svelandoci quella che potrebbe essere un’arma nucleare russa a noi, analisti civili, non nota.
Nel foglio presente sul tavolo del Consiglio di Difesa della Federazione Russa si osserva un siluro, anzi un drone subacqueo andrebbe definito, dalle dimensioni considerevoli. Un sistema definito dalla didascalia “sistema oceanico polivalente”, che nel caso specifico è dotato di un dispositivo atomico di grandi dimensioni. Sempre le didascalie ci informano che si tratta di un dispositivo atto a creare “contaminazione nucleare”, “estesa al fondale marino atta ad impedire un uso militare o civile dello stesso”, evidenziando come l’obiettivo di una arma simile possa essere una base navale o aeronavale nemica.
A nostro avviso però la contaminazione prodotta da questo dispositivo, prodotto o proposto (questo non è chiaro) dalla società russa Rubin, potrebbe estendersi non solo al mare ma anche alle unità navali presenti in loco e alla prima fascia costiera che dovesse essere investita dalla ricaduta dell’acqua contaminata dall’esplosione del dispositivo nucleare e da esso lanciata nell’atmosfera.
Ricordiamo che la contaminazione generata da un’arma atomica varia notevolmente a seconda di dove viene fatta esplodere la testata nucleare. Se l’arma viene detonata in alta atmosfera il foll out è minimo, se viene fatta detonare al suolo o a pochissimi metri di profondità il fall out è massivo, se la testata viene fatta detonare a pochi metri di profondità nel mare il fall out nelle immediate vicinanze dell’esplosione è di grandissima entità. Questo fatto su dimostrato dall’operazione Crossroads, una serie di test atomici in atmosfera e subacquei che cercavano di comprendere le potenzialità di un’arma atomica impiegata contro obiettivi navali. Il test fu interrotto perché dopo la prima esplosione sottomarina la contaminazione delle navi era così massiccia da impedire la valutazione danni alle squadre addette a tale scopo. (trovate un video di questa operazione nel post).
Abbiamo inoltre scoperto che i due sottomarini che notate nell’immagine sono modelli non ancora prodotti, ma solo in fase avanzata di progettazione, il sottomarino di destra pare simile ad un vecchio classe Uniform, perlomeno nel design esterno, se fosse simile anche nelle dimensioni stimiamo che il siluro, o il drone subacqueo, dovrebbe avere una lunghezza di circa 24 metri e un diametro di mezzo metro, dimensioni mai viste per un siluro o un drone subacqueo. La testata sarebbe quindi di circa 5 metri, con una potenza teorica che potrebbe arrivare a parecchi megatoni, il nostro gruppo stima una potenza massima teorica di circa 25/30 megatoni.
Non entriamo nella diatriba se tale foto è uscita per errore o volutamente, possiamo però affermare che le armi atomiche, nelle varie loro espressioni, sono il cardine del sistema difensivo/offensivo della Federazione Russa, in attesa che le forze convenzionali di Mosca rimontino il divario qualitativo con le forze convenzionali degli Stati Uniti.