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Attentato a Parigi in azione dei “professionisti”

Un attentato ha sconvolto la capitale francese questa mattina. Seppur il nostro sito sulla sua pagina Facebook e su Twitter sia stato tra i primissimi a dare la notizia dell’azione terroristica solo ora usciamo con un post dedicato a ciò che è successo.
Questo perché tutti i media tradizionali hanno fatto una cronaca dell’evento, mentre noi cerchiamo ora di fornire un’analisi di ciò che è accaduto.
Prima di tutto il fatto che il commando sapeva che di mercoledì la redazione si riuniva nella sede del settimanale, questo presuppone una certa capacità di intelligence, e questo mette in evidenza il fatto che l’azione è stata organizzata in maniera da massimizzare le vittime tra i giornalisti.
Secondariamente i terroristi avevano una grandissima padronanza delle armi in loro dotazione. Nessuna raffica sconsiderata ma colpi mirati e brevi raffiche per massimizzare i risultati e risparmiare munizioni.
Un elemento da non sottovalutare è il fatto che il commando ha sbagliato in un primo temo indirizzo, e questo fatto potrebbe far pensare che le persone che si sono occupate dell’Intelligence non erano le stesse che hanno poi eseguito l’azione militare. Si potrebbe anche ipotizzare che uno solo degli esecutori possa essere di Parigi e che gli altri due possano essere arrivati nella città esclusivamente per “la missione”. Se questo corrisponde a verità è possibile che uno o due terroristi possano essere arrivati dall’estero.
I terroristi hanno fatto perdere le loro tracce.
Ora abbiamo dinanzi a noi due possibilità.
Prima possibilità: i terroristi si nascondono in attesa di tornare a colpire tra qualche settimana.
Seconda possibilità: I terroristi potrebbero mettere in atto un altro attacco al fine di massimizzare l’effetto propagandistico e mediatico.
Ognuna di queste due possibilità possiede, per i terroristi, aspetti positivi e negativi. Nascondersi può essere funzionale a riportare il panico tra alcune settimane e scatenare il terrore in Francia. Tuttavia farsi catturare all’interno di un appartamento non gli garantirà una fine utile alla propaganda, anche se è probabile a nostro avviso che la “base” del gruppo possa essere fortificata e forse minata al fine di infliggere perdite, le più gravi possibili, alle forze antiterrorismo che potrebbero intervenire.
Colpire immediatamente aumenterebbe l’effetto mediatico della strage ma poi alleggerirebbe la tensione nei giorni prossimi.
Un altro risultato che i terroristi potrebbero ottenere agendo nuovamente tra alcuni giorni o settimane potrebbe essere quello di convincere all’azione lupi solitari che anelano di emulare gli atti terroristici del commando.
Comunque sia, non chiamate pazzo chi ha agito ieri, non chiamateli folli; coloro i quali hanno colpito e ucciso a Parigi sono dei professionisti, dei combattenti, dei veri terroristi, non le caricature dilettanti che hanno agito negli ultimi 25 anni in Europa.