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Frontex: il nuovo strumento di potere europeo? (contro l’Italia)

Geopolitica

Frontex dovrebbe essere sinonimo di sicurezza, di difesa dei confini, di garanzia per ogni cittadino europeo. Ma in queste ore, prima per bocca del Presidente francese Macron, poi tramite le parole di un portavoce della Commissione Europea, Frontex potrebbe diventare uno strumento di potere dell’Unione Europea, o dell’Unione Franco-Lussemburghese-Germanica se preferite, da utilizzare contro i dissidenti interni, prima tra tutti l’Italia.
Ora vi spieghiamo perché.
Al vertice europeo presieduto dall’Austria non si è trovato alcun accordo per allentare la pressione migratoria sull’Italia e così il nostro paese avrebbe fatto capire a chiare lettere che i porti italiani saranno presto preclusi anche alle imbarcazioni che fanno capo all’operazione Sophia e al comando di Frontex. Questo perché la Commissione guidata da Junker sta predisponendo un piano di rafforzamento del dispositivo di Frontex nel Mediterraneo, con l’attivazione in ambito operativo della Guardia Costiera Europea.
Il timore, giustificato, dell’Italia è che la Guardia Costiera Europea di Juncker e Co. riprenda a traghettare persone dalle coste libiche verso “il paese di sbarco più sicuro”, che naturalmente non sarebbe né Malta né la Libia, ma come sempre l’Italia.
Frontex diventerebbe quindi un forte strumento di pressione atto a perseguire, e proseguire, la facilitazione della migrazione dall’Africa verso l’Europa, utilizzando l’Italia come filtro per gli immigrati indesiderati o problematici che, secondo il regolamento di Dublino, potranno essere espulsi verso il paese di primo ingresso se indesiderati nei paesi europei dove dovessero essere entrati illegalmente.
Capite bene che se la nascente Guardia Costiera Europea si facesse carico di questa nuova missione di trasporto di immigrati all’Italia non resterebbe altra soluzione se non quella di non collaborare con Frontex e con la sua Guardia Costiera.
Ed è a questo punto che giunge immediata la minaccia del Presidente francese Macron: chi non collaborerà con Frontex sarà fuori da Schengen.
Il nostro gruppo ritiene questa minaccia un abominio, oltre che intellettuale e culturale, anche legale. La sospensione di uno stato dal trattato di Schengen dovrebbe essere messa in atto giustamente quando il paese in oggetto non collabora con Frontex. Va però chiarito che Frontex avrebbe il compito di difendere i confini esterni dell’Europa e non favorire l’immigrazione spontanea. Andrebbe anche chiarito che la sospensione di uno stato da Schengen dovrebbe scattare quando quel paese non è in grado di controllare le frontiere esterne e quindi mette in pericolo tutti gli stati dell’Unione Europea.
Qui invece sembra di osservare un completo sovvertimento delle finalità e degli scopi sia di Frontex sia del trattato di Schengen.
L’Italia andava esclusa da Schengen quando il governo italiano non si è preoccupato di difendere i confini esterni dell’Europa, invece per assurdo viene minacciato il ripristino dei controlli alle frontiere tra Italia ed Unione Europea proprio quando il governo italiano difende i confini esterni dell’Europa.
È evidente ormai a chiunque che la classe dirigente di questa Unione Europea ha messo al primo posto delle priorità di governo non la sicurezza dei cittadini, non la dignità del lavoro oppure il diritto alla salute o alla libera espressione del pensiero, bensì ha messo al primo punto della sua azione politica l’immigrazione africana.
Il trattato di Schengen è stato una pietra miliare dello sviluppo europeo e fu pensato per fare sentire ogni cittadino d’Europa parte di un luogo di progresso, pace e speranza.
Oggi il trattato di Schengen viene brandito come un’arma per piegare i dissidenti italiani alla volontà di una élite tecnocratica che ha come obiettivo ormai palese l’eliminazione di ogni diritto fondamentale in tema di lavoro, ottenere profitto mediante l’abbattimento del costo del lavoro, soffocare l’opposizione con leggi sempre più stringenti in tema di libertà di espressione.
L’Italia, la piccola, periferica, retrograda, sovranista, populista, cocciuta Italia però non cede di un millimetro nella sua posizione riguardo alle regole riguardanti l’immigrazione, la sicurezza, la cultura e l’autodeterminazione dei popoli e farà tutto quanto in suo potere per non piegare la schiena davanti ad un gruppo di potere che preferisce l’incertezza ai diritti, l’oligarchia tecnocratica dei “competenti” alla democrazia, l’oblio della storia in antitesi al riconoscimento delle radici giudaico-cristiane della nostra cultura.
A Bruxelles alcuni sognano un gregge senza memoria e temono un popolo con una cultura. A Bruxelles desiderano una mandria da portare al macello, troveranno un popolo pronto a resistere.