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Il solito ricatto della Corea del Nord

CoreaSolo pochi giorni fa la Corea del Nord e la Corea del Sud avevano accettato di riprendere gli incontri tra i nuclei famigliari divisi dalla guerra degli anni 50. Questo gesto di “distensione” è stato attuato dopo che per settimane Pyongyang aveva chiesto una ripresa del dialogo a tutto campo tra le due Coree, una ripresa però vincolata alla sospensione delle manovre militari congiunte di Corea del Sud e Stati Uniti che inizieranno alla fine del mese di febbraio.
Ma ecco che poco dopo l’inizio delle riunioni famigliari, rigorosamente su territorio della Corea del Nord, è puntualmente arrivato il ricatto di Pyongyang: se non verranno annullate le esercitazioni con le forze statunitensi il programma di incontri delle famiglie separate dalla guerra verrà interrotto.
Allo stesso tempo giunge la notizia che Kenneth Bae, un cittadino americano arrestato nel 2012 e condannato a 15 anni di reclusione, è stato trasferito da un ospedale militare ad un campo di lavoro a nord della capitale. Questo poche ore dopo la notizia che Robert King, inviato del presidente Obama per la Corea, si recherà tra tre settimane a Pyongyang, anche per cercare di ottenere la liberazione di Kenneth Bae. Anche perché in effetti la missione di King potrebbe e dovrebbe essere a più ampio raggio. Obama ha dimostrato che per lui è sufficiente una dichiarazione di intenti per aprire una linea di credito nei confronti dei nemici, e Kim Jong Un, dopo aver ucciso il proprio zio-tutore, queste dichiarazioni verbali le ha fatte. King potrebbe anche avere il mandato di esplorare una possibile road map di distensione tra Nord Corea e Stati Uniti. Un accordo che dovrebbe garantire a Pyongyang aiuti alimentari e il mantenimento dell’attuale regime al potere. Un accordo che dovrebbe congelare le attività di ricerca nucleare di Pyongyang sulla falsa riga dell’accordo stipulato tra Iran e Stati Uniti. Un accordo che però darà solo altro tempo a Pyonyang per sviluppare senza calori le proprie forze missilistiche strategiche e non darà agli Stati Uniti nessun vantaggio sul lungo termine, ma che potrebbe permettere al presidente Obama di concludere il 2014 concentrandosi sulla politica interna e non subire la debacle di una ennesima umiliazione internazionale sul piano geopolitico. Debacle che però sarà evidente già nel 2015 dopo le elezioni di medio termine, ma a quel punto poco cambierà per l’amministrazione Obama.
Insomma, come sempre Pyongyang alterna aperture a minacce, parole di distensione e atti aggressivi, e come sempre negli ultimi 5 anni l’America lascia fare lo stato comunista che insieme all’Iran, di cui è alleato militare e tecnologico strettissimo, forma il nucleo di maggiore opposizione agli Stati Uniti d’America