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Immigrazione: il sud Europa diventa il filtro per la Germania

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Il Sud Europa diventa un filtro per gli immigrati diretti in Germania e nel Nord Europa. Più volte avevamo delineato questo scenario nei mesi precedenti ed oggi questo scenario si è trasformato in realtà. In un vertice ad oltranza, al quale non è stata invitata l’Italia, l’Europa, l’Europa germanocentrica, ha imposto la sua linea a tutti i deboli paesi del sud. Alla fine del vertice che poche ore fa è terminato a Bruxelles Grecia e paesi Balcanici, alcuni dei quali nemmeno organici all’Unione Europea, hanno accettato di creare centri di “accoglienza”, che però dovranno presto trasformarsi in centri di detenzione, per 100000 persone, 50000 nella sola Grecia. Centri dove gli immigrati dovranno sostare fino alla loro identificazione e alla definizione del loro status. Da questi centri i paesi desiderati dagli immigrati sceglieranno chi “ospitare” e chi rifiutare.
Questa decisione riflette, in maniera integrale, i desideri della Cancelliera tedesca Angela Merkel, la quale vede sulla questione degli immigrati la sua leadership in pericolo insidiata dal ministro delle finanze della Germania Wolfgang Schäueble.
In un nostro post di alcuni mesi fa intitolato “Angela Ordina”avevamo precorso in maniera esatta evoluzione cui siamo andati incontro ieri notte a Bruxelles.
Non è invece chiaro quali siano i vantaggi ottenuti dalla Grecia e dai paesi balcanici a fronte di questo impegno di diventare il filtro della Germania contro l’immigrazione indesiderata. Non è stato annunciato per quale motivo la Grecia in fortissime difficoltà economiche debba farsi carico della gestione di 50000 persone sul proprio territorio e senza avere a disposizione una Exit Strategy per mettere fine alla situazione che da oggi andrà instaurandosi nella penisola ellenica. La gestione di 50000 persone, integralmente a carico della Grecia, costerà alle casse di Atene, secondo un nostro calcolo, circa 4 miliardi di euro all’anno, una cifra esorbitante per Atene. E’ ragionevole pensare che la Germania, in forza della propria potenza economica e finanziaria, e della propria egemonia politica in Europa, abbia promesso alla Grecia vantaggi monetari e politici legati all’accettazione del piano tedesco per gli immigrati. Per quanto riguarda invece gli stati balcanici, potrebbe essere stata offerta ad essi una procedura “rapida” di avvicinamento e forse di ingresso all’Unione Europea; un’Unione Europea dove il sud è visto sempre più come un mezzo per raggiungere gli scopi della Germania, della Francia e dei paesi dell’Europa centrale e settentrionale e non un partner che deve crescere insieme a tutti gli altri paesi.
La cancelliera Merkel ha poco fa annunciato che questo accordo sull’immigrazione, che entrerà in vigore entro 24 ore, è la prima pietra per la gestione degli immigrati, secondo noi questo accordo è invece la pietra tombale della collaborazione e della solidarietà europea in quanto un paese egemonico ha costretto, quasi con il ricatto, i paesi più deboli del sud Europa, a fungere da filtro per il “pese guida” e cioè per la Germania.
Questo accordo segna un grave precedente anche per l’Italia che, isolata, ora dovrà scegliere se andare allo scontro con Berlino o accordarsi alle decisioni della signora Merkel, la quale pensa unicamente all’interesse della Germania e non dell’Europa, essendo ella il capo di governo della Germania e non dell’Europa, fatto che molti cittadini, burocrati e politici italiani spesso dimenticano.
Dubitiamo che gli immigrati accetteranno di buon grado di permanere in paesi, come la Grecia o i paesi balcanici, che non offrono ed essi le medesime opportunità che offrono la Germania o i paesi scandinavi. Dubitiamo essi non tenteranno di uscire dai paesi in questione, e se non potranno andare direttamente in Austria e in Germania, potrebbero tentare di arrivare a Trieste e poi da lì puntare su Francia o il nord Europa. Dubitiamo che nel caso in cui la autorità Greche e balcaniche dovessero usare la forza per bloccare il passo agli immigrati essi accetteranno di aver rischiato la vita tra la Siria e la Turchia e tra la Turchia e la Grecia, per poi rimanere impantanati nei balcani, senza reagire alla forza con la forza.
Vi aggiorneremo