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Interrompere il flusso di immigrati dalla Libia: missione possibile?

Libia

È possibile interrompere il flusso di immigrazione illegale dalla Libia? È questa una missione possibile o impossibile?
La nostra risposta è chiara. Interrompere il flusso di immigrati dalla Libia è possibile, ma a patto che non venga consentito agli immigrati di prendere il mare, in quanto da quel momento la situazione diventerebbe ingestibile, e vi spieghiamo il perché.
Alcune proposte in passato hanno parlato di riaccompagnare gli immigrati recuperati in mare sulle coste della Libia, mediante le nostre unita militari, le stesse che li hanno presi a bordo magari pochi giorni o poche ore prima. Questa idea, seppur ad una prima impressione fattibile, costringerebbe i nostri militari a combattere, a combattere contro gli immigrati che dopo aver pagato alle organizzazioni criminali migliaia di dollari saranno disposti a tutto contro i nostri uomini che li riaccompagnano in Libia.
Ma la lotta non sarebbe solo con gli immigrati. Le milizie libiche intascano miliardi dal traffico di esseri umani, unica fonte di reddito per una moltitudine di persone che oggi non può più contare sugli aiuti di stato del governo che fu di Gheddafi, non può contare sul reddito derivato dal petrolio, non può contare certo sul turismo.
Se quindi decidessimo di “riaccompagnare” in Libia gli immigrati, anche tutta la nostra deterrenza militare non sarebbe in grado di far desistere i libici dal renderci molto arduo il compito e dall’ingaggiarci in combattimento.
Questa teoria quindi va scartata.
Ma noi siamo in grado di operare a monte del problema. I trafficanti di uomini utilizzano gommoni e vecchi pescherecci per far uscire dalle acque territoriali libiche gli immigrati, ben sapendo che a circa 20 miglia dalla costa libica, un imponente apparato navale è pronto a prendere a bordo tutte queste persone.
Gran parte dei gommoni artigianali sono costruiti direttamente in Libia a poca distanza dai luoghi di partenza degli immigrati, distruggere queste fabbriche sarebbe il primo passo concreto per impedire agli immigrati di prendere il mare. Il compito può essere svolto in maniera efficace dalla nostra aeronautica e dalla nostre forze speciali che operano in Libia. Il secondo passaggio è affondare le carrette del mare che vengono importate da Tunisia ed Egitto (di solito vecchi pescherecci in disuso) mentre vengono consegnate ai libici. Anche in questo caso la nostra marina e i nostri Droni sono in grado di svolgere efficacemente il compito.
A quel punto, con il flusso di immigrati quasi interrotto sarebbe possibile ritirare la flotta navale delle varie missioni europee al limite delle 12 miglia dall’isola di Lampedusa rendendo chiaro a chi potesse ancora partire che nessuna assistenza verrà offerta a 120 miglia dalle coste italiane.
Privati delle loro fabbriche di gommoni e dell’importazione di carrette del mare il traffico di immigrati subirebbe un colpo mortale, senza dover ingaggiare combattimenti con le agguerrite milizie libiche e senza dover fisicamente lottare con i clandestini che non accetterebbero il rimpatrio in Libia.
La soluzione esiste, la missione è “Possibile”, manca una cosa sola: la volontà politica di attuarla.