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La Grexit offusca le guerre, il caos libico e la crisi cinese

Donetsk guerra in Ucraina

Grexit, Grexit, Grexit, un mantra terrificante che rimbomba e rimbomberà nei titoli della stampa, dei TG, della Rete. Una parola che in effetti segna la crisi ufficiale di questa Europa, non basata sui popoli ma sulla finanza, sulla burocrazia e sulla dittatura franco-tedesca.
Tuttavia non dobbiamo dimenticare che mentre la Grexit sta per diventare una realtà (Junker ha affermato che la Grecia ha tempo fino alle 12:30 di venerdì per dare una risposta positiva alle richieste dell’asse Franco-Tedesco), le restanti problematiche geopolitiche mondiali non sono scomparse dalla mappa del mondo. Prima tra tutte volgiamo ricordarvi la Libia, che continua la sua marcia verso la completa disgregazione, disgregazione che apre la strada all’espansione del Califfato da Derna fino a Tripoli. La degenerazione libica ha costretto la Tunisia ad imporre lo Stato di Emergenza, sospendendo di fatto il processo democratico che era iniziato positivamente e aveva portato ad elezioni regolari.
La Libia, che dovrebbe essere il nostro argomento di discussione politica quotidiana, è relegata ad un problema di terz’ordine che non vale la pena affrontare. La Libia dalla quale ogni giorno continuano a partire migliaia e migliaia di persone, profughi, ma per lo più migranti economici, che l’Italia accoglie sperando nella solidarietà dell’Europa. Ma questa europa, volutamente con la e minuscola, non conosce la solidarietà, conosce solo l’interesse nazionale di due/tre paesi. L’Italia non fa parte di questa elitè e non deve illudersi che l’europa di Junker, della Merkel, di Shultz correrà in suo soccorso, se la questione immigrazione diventasse più ingovernabile di quanto lo sia già oggi. L’Italia deve fare da sola, tutelare il proprio interesse nazionale, e ricordarsi che a questa europa siamo stati utili solo quando portavamo denari per il funzionamento del carrozzone o per finanziare gli “aiuti” alla Grecia.
Esiste poi un terzo problema che viene poco evidenziato dai media tradizionali, parliamo della crisi finanziaria cinese. Il nostro settore economico ve ne sta parlando da mesi. La Cina vive la fase terminale di una bolla speculativa (forse associata ad una crisi produttiva), una bolla finanziaria che ormai è scoppiata e che ha determinato il continuo e quotidiano crollo degli indici di borsa a Shanghai. La Borsa cinese non riesce ad arrestare la sua caduta e non certo per colpa della Grecia, poche ore fa la borsa cinese ha chiuso a -4% con il 40% del listino che non ha avuto nemmeno la possibilità di fissare un prezzo. Una crisi gravissima che impatterà su di noi in maniera violenta e sulla quale i nostri colleghi del settore economico stanno lavorando per fornirvi nei prossimi giorni il quadro della situazione.
Cari amici e lettori, la Grecia e la sua possibile uscita dalla zona Euro sono un tema da affrontare in maniera approfondita, tuttavia non sono l’unico tema di cui dobbiamo parlare al fine di non ritrovarci, una volta passato lo Tsunami greco, in problemi ancora più gravi, che invece incombono già oggi su di noi.
Seguite la vicenda greca, ma non dimenticate che l’odierna situazione geopolitica è molto complessa anche a causa di guerre in atto in Yemen, Siria e Ucraina che potrebbero avere violente ripercussioni a livello mondiale, anche con un minimo preavviso.
GPC seguirà certamente la crisi greca, come ha fatto, ma non dimenticherà il resto.
A presto