GeopoliticalCenter, Geopolitica, Strategia, Analisi Economiche

“Peacekeepers” russi per l’Ucraina Orientale?

Guerra in Ucraina

E’ scaduto pochi minuti fa, alle 0800 ora di Roma, il termine del cessate il fuoco che per cinque giorni ha cercato di sospendere le violenze in Ucraina. I termini di questo cessate il fuoco sono stati inizialmente fissati unilateralmente dal presidente ucraino e non stati accettati in una prima fase dagli indipendentisti ucraini. Il sospetto degli indipendentisti era che le forze armate ucraine avessero potuto approfittare di questi cinque giorni di tregua per riposizionare le proprie forze in vista di un assalto su larga scala sulle città fulcro della rivolta ucraina come Kramatorsk e Slaviansk.
Viste queste premesse le prime 24 ore del cessate il fuoco sono trascorse come se nulla di nuovo fosse accaduto, con scontri diffusi in tutta la regione. Martedì però, a Donetsk, rappresentati degli indipendentisti e del governo di Kiev, con la presenza di rappresentanti di Mosca e dell’OSCE, hanno tenuto un vertice informale per cercare una possibile via al dialogo. In quella giornata le speranze di pace sono state affidate a regole condivise per il cessate il fuoco, regole che prevedevano la sospensione di di ogni attività militare delle due parti, inclusa la sospensione delle forniture di armi dalla Russia all’Ucraina orientale e dei movimenti dell’esercito di Kiev negli Oblast’ di Lugansk e Donetsk.
Purtroppo, già il giorno successivo, nessuna delle due parti ha rispettato gli accordi di Donetsk e gli scontri sono ripresi con l’abbattimento di un elicottero MI-8 ucraino che si avvicinava alle posizioni dell’artiglieria ucraina nei pressi della città di Slaviansk. Da quel momento gli scontri si sono fatti più intensi così come le forniture di armi ai ribelli.
Oggi, se il presidente ucraino ordinerà l’attacco in forze contro le città degli indipendentisti e tale attacco fosse coronato da successo, esiste la concreta possibilità che “Peacekeepers”russi entrino nel Donbass per evitare la totale sconfitta degli indipendentisti.
Il presidente Putin in passato ha più volte fatto balenare la possibilità che truppe russe possano essere dispiegate per tutelare la vita di cittadini russi al di fuori dei confini della Federazione e proprio ieri sera Putin ha fatto notare nelle conversazioni con vari Leader occidentali che :”la situazione umanitaria in Ucraina si sta deteriorando e che la Russia garantisce asilo ad un numero sempre maggiore di rifugiati ucraini”.
Questa frase è stata resa nota ufficialmente dal portavoce del Ministero degli Esteri russo e testimonia la rilevanza data dal Cremlino alla situazione del Donbass e alla determinazione russa a non abbandonare i russi dell’est ucraina.
Questa determinazione potrebbe portare la Russia a subire nuove sanzioni economiche, anche riguardanti il settore dell’energia. Per la Russia e per Putin ogni giorno guadagnato verso l’inverno riduce la possibilità che l’Unione Europea segua gli Stati Uniti nella scelta di applicare sanzioni contro il vitale settore energetico, vitale tanto per la Russia quanto per l’Europa.
Ogni giorno che ci avvicina alla stagione fredda aumenta il potere contrattuale di Putin nei confronti dell’Europa e allo stesso tempo aumenta le possibilità per gli indipendentisti di raggiungere il loro scopo. Secondo il nostro gruppo è anche per questo motivo che Mosca cerca una situazione di stallo in Ucraina piuttosto che cercare una immediata vittoria. La situazione potrebbe invece cambiare a fine ottobre quando il freddo comincerà a farsi sentire nell’est Europa e nelle Repubbliche Baltiche nonché nella stessa Ucraina. In quel momento sanzioni contro l’industria energetica russa danneggerebbero l’economia russa, ma ancor più l’economia e la vita quotidiana in Europa. E’ anche per questo motivo, secondo noi, che l’Ucraina specularmente alla Russia cerca di forzare i tempi e usare ogni mezzo per riprendere rapidamente il controllo del Donbass.
In questi giorni, sulla vita di decine di migliaia di persone, si disputa una complessa partita geopolitica, fatta di diplomazia, sanzioni economiche, forza militare, deterrenza strategica, alleanze vere e presunte. Una partita geopolitica che potrebbe riscrivere gli equilibri mondiali dei prossimi decenni, una partita che non è e non sarà limitata alla sola Ucraina ma che vedrà Stati Uniti e Federazione Russa affrontarsi in Medio Oriante, nel Mediterraneo, nell’Artico e nel Pacifico, un confronto diretto che sta già determinato una nuova corsa agli armamenti e che sta evidenziando gli effetti dell’ambigua politica estera americana nei confronti dei propri alleati, alleati che come la Corea del Sud, il Giappone e la stessa Polonia che a volte dubitano della volontà americana di accorrere in loro aiuto in caso di pericolo, dubbi che potrebbero aumentare il rischio di azioni non coordinate di questi paesi ed aumentare quindi il livello di tensione nelle aree di crisi.
Mosca dopo la deposizione del presidente Yanukovic dalla presidenza ucraina ha deciso di reagire militarmente alla riduzione della propria sfera di influenza e questa via ora non è più reversibile, se non dopo aver raggiunto gli obiettivi minimi che il Cremlino si è posto alcuni mesi fa. Purtroppo non conosciamo questi obiettivi ma, come abbiamo spiegato mesi fa, la sola Crimea non rappresenta secondo noi il traguardo sufficiente a garantire la sicurezza della Russia, traguardo che invece potrebbe essere rappresentato dal controllo dell’area del Donbass, dell’Oblast’di Zaporizzya e dell’Oblast di Kherson fino al fiume Dniepr, l’unica variabile che secondo il nostro gruppo non è oggi prevedibile è la tempistica di questa presa di controllo di Mosca sulle regioni sud orientali dell’Ucraina e i prossimi giorni potranno aiutarci a capire i tempi di questo conflitto svolto in Ucraina ma che in realtà vede la Russia confrontarsi con gli Stati Uniti d’America, un conflitto dove l’Europa rischia solamente di subire gli effetti nefasti di una forte instabilità regionale, senza avere ne i mezzi ne la capacità politica di gestire in prima persona questo scenario.