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Revocare le sanzioni contro la Russia: si chiama interesse nazionale

Parlamento europeo

Si chiama interesse nazionale, e esso deve essere posto tra le priorità di ogni politica estera, al pari della coordinazione e della comunanza di vedute con gli alleati. Tuttavia esistono frangenti nei quali l’interesse nazionale prevale sulle richieste degli alleati e questo, in particolare, quando tra tutti gli alleati la nazione che subisce i peggiori effetti della politica sanzionatoria comune è la nostra. Questo è il caso in oggetto.
Le sanzioni contro la Russia sono estremamente dannose sulla nostra economia, questo post non entrerà nei numeri di questa vicenda in quanto se ne occuperanno i nostri colleghi del settore economico, ma da un punto strettamente strategico le sanzioni alla Russia, e le contro-sanzioni russe all’Italia sono doppiamente dannose, perché? Vediamolo insieme pensando alle recenti vicende tra Russia e Turchia.
Dopo che che Comunità Europea ha istituito le sanzioni contro la Russia, Mosca ha bloccato le importazioni di molti beni che provengono dall’Eurozona, tra essi i prodotti della nostra alta manifattura, delle nostre industrie ad alta tecnologia, dalla nostra produzione agricola ed alimentare, determinando il crollo del nostro export di questi settori. Stesso crollo si è registrato negli investimenti immobiliari russi in Italia da pare di famiglie dell’alta borghesia russa, che hanno smesso di investire in immobili in Italia temendo che questi beni potessero, un domani, subire gli effetti di sanzioni ancora più stringenti.
Dopo questi fatti la Russia, la Russia come nazione e il popolo russo nella sua interezza ha iniziato a guardare ad altri fornitori, ad altri mercati da dove importare tecnologia e beni agricoli ad alimentari. La Russia e il popolo russo ha cervato altre nazioni con le quali commerciare e dove passare le proprie vacanze. Uno di questi paesi, che ha visto un netto incremento degli scambi con la Russia è la Turchia, quella Turchia che oggi non è certo un partner di Mosca.
Il nostro paese dovrebbe cogliere questa possibilità, che ci offre la crisi tra Russia e Turchia, e ripensare le sue politiche economiche che hanno inibito il mercato russo a molte nostre aziende ed a molti nostri produttori, rendendo contestualmente meno appetibili i nostri luoghi di vacanza a decine di migliaia di turisti russi. Revocare autonomamente le sanzioni alla Russia, e riprende gli scambi con Masca, garantirebbe un introito da export notevole al nostro sistema produttivo, ed un afflusso di turisti paganti in grado di far tenere aperti molti dei nostri alberghi, dei nostri ristoranti, e permettere un export con maggiori margini ai nostri agricoltori costretti oggi a svendere i prodotti della nostra terra.
Le sanzioni alla Russia vanno, a nostro avviso revocate, non perché siamo filorussi, non perché siamo filoamericani, ma perché siamo filoitaliani e guardiamo all’interesse nazionale. Se i nostri alleati desiderano che l’Italia vada contro il proprio interesse nazionale, il nostro paese deve essere compensato in maniera diretta e non con promesse riguardanti il futuro, o con illusioni riguardanti il trattato di interscambio transatlantico (TTIP). Se il nostro paese non ha, da parte degli alleati, via libera e supporto diretto per far valere i propri interessi geopolitici ed energetici, in primis in Libia e nell’Unione Europea, l’Italia deve avere come priorità assoluta il proprio interesse nazionale.
Chi ci chiede solo sacrifici, senza dare in cambio una adeguata compensazione, dovrebbe esserne reso edotto, che l’interesse generale del popolo italiano è la priorità assoluta di qualsiasi nostro parlamentare, ministro o alta carica dello stato.