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Trans Pacific Partnership, TPP

TPP

Esiste il caso? Assolutamente no (e speriamo vorrete perdonare questo nostro becero determinismo). Ad ogni modo, agli occhi dei commentatori più indipendenti, la proattività americana nella questione ucraina risulta quanto meno strana. E’ chiaro che vi sia una unica strada per ottenere un risultato win – win. E’ altrettanto chiaro come la Russia, però, volendo difendere i propri interessi non stia seguendo questa strategia. Quindi in questo gioco totalmente asimmetrico (e ben chiaro agli analisti statunitensi) perseverare sulla strada delle sanzioni porterà ad una sconfitta bilaterale. E qui però vorremmo che vi fermaste insieme a noi a riflettere qualche istante. Cosa hanno da perdere gli USA da un muro contro muro con la Russia, che difficilmente diventerà militare ma sarà tutto economico? Ben poco! Le vittime sacrificali di questo gioco (fatto dunque sulla pelle altrui) saranno le economie europee. Chi più chi meno. Magari con l’embargo su South Stream noi saremo colpiti di più, ad ogni modo i paesi del Nord Europa (Germania) sono legati a triplo e quadruplo filo con la Russia (esportazioni massicce). Dicevamo del caso e delle coincidenze. Proprio in queste ore è stato siglato un protocollo di intesa, che verrà eventualmente ratificato entro l’anno, per la creazione di una gigantesca area di libero scambio a cavallo del Pacifico (Trans Pacific Partnership, TPP). Saranno ben 11 i paesi coinvolti: oltre agli USA, chiaramente, Australia, Brunei, Canada, Cile, Indonesia, Messico, Nuova Zelanda, Peru, Singapore e Vietnam. L’accordo mette insieme ben il 40% del PIL mondiale. E’ l’accordo commerciale più imponente mai sottoscritto dagli USA. Certo, il percorso è ancora lungo, le ratifiche dei singoli stati di là da venire e tuttavia, casomai ce ne fosse bisogno, una volta di più gli USA ci stanno mandando segnali su come e con chi vogliono camminare almeno per il resto del XXI secolo.