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Un’assemblea costituente per l’Italia

Ci occupiamo raramente di Italia e di politica interna qui sul sito, tuttavia oggi ci sembra utile portare la nostra idea su come portare a termine le riforme costituzionali nel nostro paese in un momento nel quale le forze politiche lottano, non per il bene del paese e per il corretto funzionamento della macchina istituzionale, ma per assicurarsi una posizione di potere alle prossime elezioni. 

A nostro avviso l’unica via per realizzare riforme istituzionali, condivise e nell’interesse esclusivo della Repubblica e del Popolo Italiano è un’Assemblea Costituente. Oggi ne avremmo la possibilità e senza ulteriori costi per la Nazione e senza rallentare i lavori di parlamento e governo. La nostra idea si basa sul fatto che alle prossime elezioni politiche vengano eletti contemporaneamente sia i rappresentanti per l’assemblea legislativa (che in questo caso sarebbe la Camera dei Deputati) sia i rappresentati per la nuova assemblea costituente che andrebbe a rimpiazzare l’attuale Senato. Questa assemblea costituente andrebbe eletta mediante sistema proporzionale con soglia al 3% e garanzia di rappresentatività per le minoranze etniche. L’Asemblea costituente così insediata non verrebbe sciolta in caso di nuove elezioni anticipate e i suoi membri otterrebbero i medesimi attributi in termini di stipendio e immunità degli attuali senatori, ma andrebbero limitati al numero di 100 soggetti.  

L’Assemblea costituente avrebbe un mandato di 30 mesi per attuare le riforme che non andrebbero poi confermate da referendum popolare in quanto essa avrebbe il mandato popolare per emanare autonomamente la nuova Costituzione della Repubblica, una Costituzione nuova, moderna, che incorpori i valori e gli aspetti positivi della nostra attuale carta costituzionale, ma che ne elimini le vetustà, le incongruenze e gli anacronismi che hanno impedito il pieno govenro del nostro paese. La nostra costituzione infatti è figlia della sconffitta della seconda guerra mondiale e alcuni suoi punti cardine furono imposti dei vincitori di quella guerra per impedire all’Italia, così come al Giappone e in misura minore alla Germania processi decisionali rapidi ed efficaci. 

Abbiamo l’obbligo di modernizzare il nostro paese ma abbiamo parimenti l’obbligo di svolgere queste riforme in maniera non ultimativa o generando l’assetto della nostra Repubblica sulla visione di un solo uomo o di un piccolo gruppo di potere. La via per le riforme costituzionali non è l’accettazione delle proproste di un singolo illuminato (che in qualche caso potrebbe anche non essere stato eletto ala guida del paese) ma deve derivare dalla volontà comune del Popolo Itlaiano che la esprime, non con le primarie di un partito, non con le condivisioni sui social media, ma tramite i propri rappresentanti eletti in parlamento che oggi è la massima espressione della Democrazia Occidentale. 
Photo Credit: Francesco Gasperetti