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Voce dei Lettori : Quale sorte per i Koloradi

Guerra in Ucraina

Prima della guerra il Donbass era comunemente ritenuto il centro di eccellenza dell’industria ucraina, la regione più sviluppata, ricca ed urbanizzata del paese. Le cose sono cambiate molto. Nel senso comune degli ucraini occidentali oggi (e del sistema informativo) gli ucraini dell’est sono vatniki (straccioni, dalla parola vatnik, il cappotto dei miserabili) e sovki (con riferimento al passato sovietico: gente quindi retrograda e chiusa alle novità). Oppure koloradi dal nome di uno scarafaggio striato con una livrea striata che ricorda il Nastro di San Giorgio.

Quale sorte aspetta queste persone, ovvero i milioni di russi etnici che vivono in ucraina, e che una dei leader del partito governativo “Patria” Julia Timoshenko, in un famoso leak del 24 marzo 2014, disse di volere “sterminare con armi atomiche” (ma questa precisa espressione venne smentita dall’interessata), nel probabile caso di una vittoria governativa?

Quale comportamento terranno gli uomini dell’esercito ucraino la Guardia nazionale ed i battaglioni paramilitari entrando in città come Slovyansk e Kramatorsk, attorno alle quali hanno visto morire, per mesi, tanti loro compagni?

Si ricorderanno le parole pronunciate dal loro Primo Ministro Arseniy Yatsenyk il 15 giugno 2014: “loro [i militari ucraini caduti a Lugansk] hanno perso la vita difendendo donne, bambini e vecchi minacciati di morte da invasori e inumani e dai loro sponsor. Il modo principale per commemorare gli eroi è spazzare via chi li ha uccisi e ripulire la nostra terra dal male.”?

Pochi giorni prima il Vice Primo Ministro Vitaly Yarema aveva detto, secondo Interfax, che il Governo avrebbe concesso appezzamenti di terra gratuiti a militari e funzionari governativi partecipanti all’”Operazione Anti Terrorismo”. In effetti, con la partenza forzata di decine di migliaia di residenti del Donbass, riparati nei campi profughi in Russia, molte proprietà rurali sono rimaste disabitate. Sono questi gli “appezzamenti” che il governo medita di assegnare?

Infine: a cosa pensava il Ministro della Difesa Ucraino, Mykailo Koval, quando parlava (l’11 giugno) di “Campi di Filtraggio Speciali” in cui raccogliere tutta la popolazione del Donbass (comprese le donne) al fine di identificare i terroristi “in conseguenza dei quali le persone potranno stabilirsi in altre regioni”?

Sono tutte domande a cui non possiamo trovare facile risposta, vista la pessima copertura giornalistica degli eventi che stanno accadendo proprio in queste ore nel Donbass. I giornalisti russi sono (quasi) gli unici rimasti nella zona, ed è comprensibile che le forze ucraine non siano particolarmente desiderose di mostrare episodi di fermi irregolari o addirittura di deportazione alla stampa di un paese percepito come nemico.

Le conferme governative si limitano a quanto affermato dal ministero degli Interni: le truppe hanno incominciato a effettuare “fermi” e “controlli” sul personale di Polizia che è rimasto nelle città durante l’occupazione delle milizie.

Purtroppo giungono anche immagini e racconti di testimoni oculari inquietanti ovviamente non confermabili, così come accadde il 6 giugno scorso, quando venne occupata dalle forze governative la piccola città di Krasnj Liman, e si parlò di arresti indiscriminati di tutti gli uomini fra i 18 e i 40 anni e di esecuzioni sommarie, voci che sembravano confermate da immagini come questa:

Oggi il problema è tanto più acuto in quanto le città conquistate sono diverse e sono più popolose (il territorio occupato dai governativi negli scorsi giorni era abitato prima del conflitto da quasi mezzo milione di persone) e in quanto il prolungarsi della lotta ha esacerbato gli animi.

Ecco le immagini che ci giungono da Slovyansk:

Queste immagini, invece, ci giungono dalla città di Nikolaev, capoluogo della regione omonima, sotto il controllo pieno del governo, e testimoniano la costruzione, finanziata con fondi comunitari, posta in atto da maestranze turche e commissionata dal Ministero degli Interni, di uno strano “centro di detenzione per clandestini”, strano in quanto il problema della immigrazione irregolare è forse uno dei pochi che l’Ucraina di oggi non ha:

Lo ripetiamo: si tratta di fonti non confermate, in un contesto in cui entrambe le parti usano ogni arma propagandistica disponibile. Stiamo parlando di una zona in cui hanno operato lungamente reparti irregolari, ed è comprensibile che I governativi desiderino svolgere delle verifiche mirate ad individuare almeno la dirigenza della ribellione.

Ci piacerebbe però che l’attenzione di governi, opinione pubblica e sistema informativo europei rimanesse alta su questi argomenti, perché taluni indizi e talune affermazioni di fonti ufficiali governative non lasciano tranquilli sul pieno rispetto dei diritti umani nelle zone rioccupate dalle truppe di Kiev.