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Aumenti nei prezzi delle merci italiane, nel 2014?

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L’anno volge al termine e vorremmo mettere sul tavolo delle discussioni un tema che potrebbe diventare prioritario, nel corso del 2014. L’economia USA sta vivendo indubbiamente un momento ciclico positivo, più che le idee green dell’amministrazione Obama, crediamo che abbiano fatto i miliardi di dollari riversati nel sistema economico.

Sia come sia, il PIL americano cresce e nessuno più del prezzo del petrolio se n’è accorto. Le scorte americane stanno diminuendo ad un rateo piuttosto sostenuto, ciò significa che il consumo per la mobilità e per la produzione sta aumentando. Nel giro di pochi giorni siamo tornati quasi a quota 100$ a barile (ma attenzione, probabilmente a breve ci saranno prese di posizione), partiti dai circa 90$ a barile. A ciò si aggiunga la crisi in Sud Sudan che porge alla speculazione l’ennesimo motivo per cavalcare l’onda: è vero, l’effetto in linea di massima sarà di breve periodo ma come ben sanno i nostri lettori, l’effetto si farà sentire e poi c’è questa strana sequenza (quasi come in un rosario) di crisi: se non si tratta di primavere arabe, si tratta di guerre in Medioriente, Estremo Oriente, attentati, siccità, alluvioni, rapporti IPCC sul futuro del clima del nostro pianeta. Insomma, la speculazione è sempre in agguato.

In un mondo a feroce competizione, tuttavia, i più forti sopravvivono e quindi veniamo al tema di questa ampia introduzione: l’Italia. Questa nazione, che forte non lo è più da tempo, invece, potrebbe subire enormi contraccolpi dall’andamento del prezzo del greggio. Se l’economia USA continuerà a crescere, c’è da scommettere che la tensione sui prezzi del petrolio avrà un orizzonte di medio termine (almeno tutto il 2014), su quello che invece si inventerà la speculazione non possiamo saperlo, ma sappiamo per certo che qualcosa salterà fuori. E il nostro debole sistema economico, ormai saldamente adagiato sul prelievo fiscale, ha reso gasolio e benzina beni di lusso, tassati come quasi nessun altro in Europa. C’è un problema collegato e diretto: non è una semplice questione del prezzo del litro di carburante, bensì è la propagazione di questo aggravio principalmente ai beni che necessitano di spostarsi da un luogo di lavorazione all’altro e verso il cliente finale.
Nel 2014 potremmo avere la concomitanza di due fattori, entrambi negativi per il consumatore: da un lato, non dimentichiamo che c’è stato un aumento delle aliquote IVA nel corso del 2013. La stragrande maggioranza della distribuzione organizzata ha assorbito all’interno della propria struttura di costi tali aumenti. Siamo certi che i listini, però, dall’1/1/2014 verranno aggiornati tenendo conto di questo aumento dell’IVA. E’ vero che l’inflazione è bassa, ce lo ripetono come un mantra, ma anche a tassi bassi un aumento marginale dell’IVA andrebbe a incidere proprio su quelle fasce di popolazione che la crisi la stanno scontando sulla pelle: i ceti medio-bassi. Quindi da un lato l’aggiornamento dei listini congelati per tutto il 2013, potrebbe causare un aumento dei prezzi. Dall’altro lato, l’inevitabile aumento del costo del carburante (per i motivi sopra esposti) andrà ad aumentare ulteriormente la tensione sui prezzi delle merci. A questo punto c’è da capire quanto le aziende italiane saranno in grado di internalizzare questo aumento, magari per liberarlo poi nel 2015. Il tessuto del commercio è allo stremo e dubitiamo che esistano margini per questo tipo di operazione. In ultima analisi, l’aumento dell’IVA del 2013 (che sprigionerà i suoi effetti dall’1/1/2014) e l’aumento del petrolio porteranno ad un aumento dei prezzi di beni (anche alimentari!) nel corso del 2014. Risultato? L’inflazione aumenterà, ma tanto ci rassicureranno che viaggiamo su livelli bassi, e il potere d’acquisto delle famiglie italiane crollerà ulteriormente. E no, se state pensando di poter compensare con ciò che vi rimarrà in busta paga , dopo il taglio del cuneo fiscale, state tranquilli: rinunciando (se già non lo avete fatto) ad un paio di pizze tutti i mesi, forse farete prima e meglio.