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Cosa sta guidando il prezzo del petrolio

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La questione posta dal prezzo del petrolio è di fondamentale importanza, fosse anche soltanto per i riflessi che questo ha sulla vita di noi tutti comuni cittadini. Chiaramente in questa sede ci occupiamo principalmente degli aspetti macroeconomici. A ciò si aggiunga che esula dalla nostra trattazione anche la questione legata al Picco del petrolio (esistono numerose fonti nella rete, alle quali rimandiamo i nostri gentili lettori). Gli aspetti su cui focalizzeremo la nostra attenzione sono di due tipi: uno principalmente economico produttivo, l’altro finanziario.

La domanda a cui cercheremo di rispondere è: cosa sta guidando in questi anni il prezzo del petrolio?

I nostri lettori più attenti sanno benissimo che approdando ad un qualsiasi mezzo di informazione, la risposta che si ottiene è praticamente sempre la stessa: la speculazione finanziaria.

Andamento del prezzo del petrolio, periodo 2000 - 2012. Fonte US Department of Energy. Dati elaborati da geopoliticalcenter.com

Osservando l’andamento del prezzo del petrolio è chiaramente visibile il picco (terribile) risalente al luglio del 2008, in quell’occasione il prezzo superò i 140$ a barile. La crisi dei mutui subprime era appena iniziata e già esprimeva tutta la sua virulenza, soprattutto influenzando negativamente il prezzo delle materie prime.

La tesi che qui proponiamo è che in questi ultimi anni abbiamo assistito (e stiamo assistendo) ad una combinazione di fattori. Da un lato sicuramente la speculazione ha le sue responsabilità, tuttavia riteniamo riduttivo imputare solo a quest’ultima la causa ultima della formazione del prezzo del petrolio. Vi è una ragione più sistemica, che vedremo oltre.

Per quanto concerne la speculazione, questa opera acquistando futures e rivendendoli prima della scadenza, si tenga conto che di tutte le contrattazioni giornaliere, solo una parte arriverà a scadenza nelle mani del primo acquirente. Un esempio arriva da qui : a inizio giornata sono stati acquistati 227K contratti futures (equivalenti a 227milioni di barili), a fine giornata i contratti effettivamente nelle mani dei traders era pari a 128K, una piccola parte rispetto al totale contrattato. Si tenga anche conto del fatto che la produzione giornaliera di petrolio è di circa 80 milioni di barili al giorno, questo ci da la misura precisa del volume contrattato quotidianamente.

Si osservi però il seguente grafico. Come è possibile notare, nonostante l’aumento incessante del prezzo del petrolio, la domanda nei paesi asiatici è aumentata altrettanto costantemente. Addirittura sembra che l’aumento della domanda non sia stato influenzato dal vertiginoso aumento dei prezzi.

Confronto tra andamento del prezzo del petrolio WTI e consumo giornaliero espresso in migliaia di barili nei paesi asiatici. Fonte dei dati BP Energy Outlook. Elaborazione dei dati a cura di geopoliticalcenter.com

 

Similmente, si osservi il grafico successivo nel quale viene riportata la domanda americana. I grafici parlano da soli.

Confronto tra andamento del prezzo del petrolio WTI e consumo giornaliero espresso in migliaia di barili negli USA. Fonte dei dati BP Energy Outlook. Elaborazione dei dati a cura di geopoliticalcenter.com

 

In ultima analisi, la speculazione ha avuto un gioco facile negli ultimi anni, attraversati da numerose catastrofi naturali, finanziarie e da confliti più o meno minacciati. D’altro canto l’economia reale è entrata in grave sofferenza prima negli USA e poi in Europa generando un calo consistente nella domanda di petrolio, attualmente è l’Europa che sta registrando un calo nei consumi. Tuttavia, a fronte di questo generale calo della domanda di petrolio nei paesi occidentali, non si è registrato un conseguente calo nel prezzo del petrolio. Tant’è che oggi sta viaggiano al di sopra dei 100$ a barile. Non potendo escludere totalmente la componente speculativa, sarebbe tuttavia fuorviante escludere la composizione strutturale della domanda. Nei paesi asiatici questa sta crescendo, incurante del prezzo del petrolio e contribuendo a tenerlo su livelli di prezzo “stranamente” elevati.

Nell’ultimo grafico che vi proponiamo, abbiamo messo a confronto le variazioni della domanda di petrolio in una serie di paesi, negli ultimi dieci anni. E’ piuttosto singolare, ma forse non ci stupiamo più di tanto, che il mondo presenti un delta positivo, ad eccezione di Stati Uniti ed Europa.

Variazione dei consumi di petrolio. Fonte BP Energy Outlook. Elaborazione dei dati a cura di geopoliticalcenter.com

Come sempre, vi ricordiamo che questo articolo non è un invito a investire in alcuno degli strumenti finanziari eventualmente citati nel testo.