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L’Iran sfida Arabia Saudita e Kuwait per un giacimento di Gas

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Teheran apre un altro fronte nel confronto intrapreso con l’occidente e i paesi arabi del Golfo Persico. Dopo aver ingaggiato dispute sul programma nucleare, sui missili balstici, sulla possibile chiusura dello Stretto di Hormuz, l’Iran apre un nuovo fronte, si tratta in questo caso di un giacimento di gas naturale, uno smisurato giacimento che si trova sul fondo delle acque del Golfo, talmente vasto da interessare le acque territoriali di tre nazioni: Arabia Saudita, Kuwait, e appunto Iran.

Mappa del Golfo Persico

Per lo sfruttamento di tale giacimento erano in corso trattative tra i paesi interessati, oggi a sorpresa la repubblica Islamica, ha annunciato che inizierà a trivellare questo giacimento in maniera unilaterale e con l’intenzione di sfruttarlo completamente, ignorando lo richieste e  probabilmente i diritti dei due paesi arabi. Ne ha dato notizia nella giornata di domenica 1 gennaio l’emittente araba AlArabiya.

Qui finisce la notizia e inizia l’analisi.

Questa notizia va interpretata anche alla luce dell’improvviso cambio di programmi dell’esercitazione Velayat 90.

Velayat 90 nasce come esercitazione della marina Iraniana, poi ad un certo punto sembra diventare un test di missili balistici, una bella differenza, a meno che nel programmare una escalation militare si preveda, come arma di rappresaglia, in caso di conflitto, il lancio di tali sistemi d’arma. Comunque con il programma di una esercitazione navale i missili balistici c’entrano veramente poco, e ad oggi,n a un giorno dalla fine delle manovre di missili balistici ancora in volo non ne abbiamo visti, ma è bastata la parola missile balistico a creare scompiglio e caos, in tutto il mondo non solo nel Golfo.

A riprova di questo caos, vi riportiamo un fatto singolare che riguarda proprio le forze missilistiche iraniane. Ai microfoni di Press Tv un alto ufficiale iraniano, in diretta, aveva annunciato per sabato 31 dicembre, un importante test missilistico, che avrebbe interessato la zona dello stretto di Hormuz. Questo fatto ha quasi indotto alla sospensione del traffico commerciale, poi tutto è stato rinviato senza comunicare una data ufficiale. Lo scompiglio è stato tanto, e l’irritazione degli Arabi anche.

L’irritazione di ieri è diventata la rabbia di oggi, quando dichiarando l’inizio unilaterale delle attività di perforazione del campo di gas conteso, Teheran amplia il confronto e lo espande, senza timore di peggiori conseguenze, al campo economico e di fatto all’unica risorsa che gli stati arabi possiedono, gli idrocarburi che giacciono al nel sottosuolo di questi paesi. Con l’apertura del fronte economico tra gli Iraniani e gli Arabi non rimane tra loro nessun punto di contatto e nessun interesse comune.

Ogni atto, politico, militare od economico che riduce gli interessi comuni di Arabi e Iraniani è un passo ulteriore verso il confronto armato.