Articolo pro-putiniano? Elegia del regime russo? Dichiarazione di campo di tifoseria russa? Niente di tutto ciò, solo una oggettiva analisi della condizione attuale del presidente russo Putin e del suo imperativo, fissato ben prima di iniziare questa guerra: la Russia non può perdere, Putin non perderà.
Ciò non significa che Putin trionferà in Ucraina, o che la Russia vedrà la parata trionfale del suo esercito sulla Piazza Rossa con Zelensky in catene, ma significa che la sconfitta non è contemplata nel piano di Putin, la morte è contemplata, probabilmente sì, ma la sconfitta quella no.
Se diamo per corretta la nostra ipotesi, esistono due vie per far sì che la guerra termini in breve tempo e non si trascini per molti mesi, ben sapendo che un inverno di guerra in Ucraina sarebbe per i civili una prova difficile da superare senza gravi perdite: la prima via è l’assassinio del presidente Putin da parte di un uomo della sua cerchia ristretta, oppure da un gruppo di uomini del medesimo settore dell’élite russa. Un regicidio in piena regola con tanto di congiurati e di benedizione occidentale. Questa ipotesi, non sappiamo dire quanto concreta, auspicata da alcuni in Occidente o ipotetica, determinerebbe certamente un netto sbandamento dell’apparato militare russo e probabilmente la fine della guerra in Ucraina, ma non metterebbe il mondo al riparo da rischi di altro tipo e di ampia portata, relativi al controllo capillare dell’arsenale nucleare russo. Non si può infatti escludere che il Presidente Putin non possegga una sorta di assicurazione sulla vita che sia nelle mani di un suo fedelissimo che possa ordinare rapidamente ed eseguire efficacemente una ritorsione non convenzionale contro obiettivi occidentali prefissati in caso di uccisione di Vladimir Putin.
Una seconda via è per l’appunto rappresentata dal raggiungimento da parte dei russi degli obiettivi strategici minimi che Mosca si è prefissata prima dell’inizio della guerra contro l’Ucraina. Visti i rovesci militari della Federazione Russa sul campo di battaglia terreste e sul mare (non ultimo l’affondamento dell’incrociatore lanciamissili “Mosca”), è improbabile che le forze convenzionali della Federazione Russa abbiano la capacità di portare a termine quanto previsto nei piani originali dell’invasione. La situazione è inoltre complicata per l’ingente mole di sistemi d’arma che l’Occidente, con in testa USA e UK, sta fornendo a Kiev. Elicotteri, obici, mezzi blindati, lanciamissili portatili anticarro e antiaerei di ultimissima generazione e i migliori droni-suicidi di piccole dimensioni di cui l’America dispone. Utilizzando questi sistemi d’arma occidentali e beneficiando dell’addestramento di alto livello impartito all’esercito ucraino da parte dei migliori reparti americani e britannici (le SAS di Sua Maestà operano ancora oggi in Ucraina per addestrare le truppe di Kiev), Zelensky ed il suo esecutivo non pensano solamente a difendere il proprio territorio dall’invasione russa, ma prende coscienza ogni giorno che passa che potrebbe per Kiev non essere un miraggio riprendere possesso delle terre all’estremo orientale dell’Ucraina (le repubbliche indipendentiste filorusse di Donetsk e Lugansk) e forse pensare di impensierire la Russia direttamente in Crimea.
Se quindi la superiorità tecnologica occidentale, ceduta all’Ucraina, dovesse mettere a rischio la strategia russa, e quindi minacciare gli interessi vitali della Russia a Donetsk, Lugansk, ed ancora di più in Crimea, come agirebbe il Cremlino? Come agirebbe Putin dopo la perdita di migliaia di soldati e centinaia di sistemi d’arma nella guerra che infuria da oltre 50 giorni? La risposta è tanto semplice, quanto terribile: Putin utilizzerà ogni, e ripetiamo ogni, arma a sua disposizione per non perdere la guerra. In questo scenario l’utilizzo di armi atomiche, di varia potenza, non è solo possibile ma diviene una prospettiva probabile, altamente probabile.
Utilizzare le armi atomiche permetterebbe alla Russia di vincere istantaneamente la guerra? No, questa garanzia non esiste, ma Putin avrebbe la certezza di non “perdere”. Tutto ciò al prezzo di rischiare uno scontro nucleare con le nazioni che come la Russia possiedono un arsenale atomico e che sarebbero chiamate ad intervenire direttamente in Ucraina contro la Russia, aprendo scenari che sono oggi non prevedibili ma che potrebbero determinare in ultima istanza la fine della civiltà umana per come oggi la conosciamo.
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La naturale e logica conseguenza di quanto asserito in questo articolo è che la fornitura di armi all’Ucraina, in quanto può creare gravi problemi all’offensiva russa, non farà che rendere sempre più probabile una guerra termonucleare globale.