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Iran: i Pasdaran prendono le redini del paese

Iran: i Pasdaran prendono le redini del paese

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Le Guardie della Rivoluzione iraniana hanno preso le redini della politica estera (e probabilmente anche interna) del paese. Il comandante generale Soleimani accusa apertamente il governo in carica del Presidente Rohani di non essere adatto a gestire la situazione di conflitto che si prospetta tra Iran e Stati Uniti.
Apparentemente il comandante in capo delle Guardie della Rivoluzione è stato autorizzato dalla Guida Suprema iraniana, Ayatollah Alì Khamenei, a prendere il controllo diretto della gestione di quella che potrebbe essere una minaccia diretta alla sopravvivenza del regime teocratico di Teheran.
Così il comandante dei Pasdaran ha agito su due fronti, il primo prettamente militare ed il secondo squisitamente politico.
Sotto il punto di vista militare Soleimani avrebbe ordinato una escalation da mettere in atto nel Mar Rosso, nello Stretto di Bab El Mandeb e contro obiettivi sauditi, partendo sempre dalle basi ancora attive nello Yemen controllato dai ribelli sciiti filo-iraniani. Questa offensiva, culminata con l’attacco missilistico, non pienamente riuscito, contro una petroliera saudita nel Mar Rosos, ha determinato la sospensione delle spedizioni di greggio di Riad attraverso lo stretto che divide la penisola araba dall’Africa. Nei giorni scorsi sempre dallo Yemen abbiamo assistito all’utilizzo di un drone “suicida” che ha tentato di colpire una raffineria saudita cruciale per l’economia dal paese arabo.
Sotto il punto di vista politico registriamo una vera e propria offensiva mediatica, non solo ad uso interno, che ha avuto il suo acme durante un comizio tenuto poche ore fa a Teheran. Soleimani ha definito il Mar Rosso “non più sicuro” a causa della presenza americana, ha ricordato agli Usa di essere stato lui stesso artefice di una tregua in Iraq tra le milizie filo-iraniane e il comando americano dell’era Obama.
Il passaggio più interessante tuttavia riguarda le ferrea volontà delle Guardie della Rivoluzione di combattere le forze americane anche se i Pasdaran dovessero essere lasciati soli nella lotta per la scarsa volontà di combattere dell’esercito regolare.
Possiamo affermare che si sia aperta una frattura all’interno del regime iraniano, e che le Guardie della Rivoluzione accusino non solo il governo ma anche una parte delle forze armate iraniane di codardia.
L’autonomia decisionale delle Guardie della Rivoluzione va tenuta in assoluta considerazione relativamente alla luce delle minacce espresse nei giorni scorsi da parte della Guida Suprema iraniana, il quale ha affermato che l’Iran è pronto a chiudere il passaggio strategico dello Stretto di Hormuz se gli Stati Uniti opereranno concretamente per far sì che tutti i paesi del mondo siano obbligati a ridurre drasticamente le importazioni di petrolio iraniano.
Con il nulla osta di Khamenei, anche senza coordinarsi con il governo Rohani, le unità rivoluzionarie che presidiano lo Stretto di Hormuz dalla base di Bandr’Abbas potrebbero minacciare unità civli saudite oppure cercare di ostacolare il transito di navi militari americane. In questo contesto la razionalità, ed il calcolo politico o militare classico, vanno considerate in maniera relativa. Le Guardie della Rivoluzione hanno come compito assoluto la preservazione della teocrazia, non della vita, propria o altrui. I Pasdaran hanno come obiettivo finale il martirio e la gloria eterna associata al fatto di immolarsi potrebbe rendere le loro azioni più che imprevedibili. I Pasdaran, i veri Guardiani della Teocrazia, aspirano ad una morte per il loro Dio, se gli sarà data una occasione non se la lasceranno scappare, ad Hormuz, in Siria o in Yemen, questo non ha importanza.

Comment(1)

  1. Si e’ vero. Loro si immoleranno fino alla fine cosa che probabilmente non fara’ l’esercito israeliano.
    E’ una questione di civilta’ e tradizione.
    Mica per niente la Persia esiste come nazione ininterrottamente da migliaia di anni prima di Salomone. Da quel primo personaggio storico giudeo, Israele, per la sua determintezza, e’ scomparsa e apparsa almeno 3-4 volte nella scena mondiale. A niente valgono le dichiarazioni di Liebermann con cui afferma di aver distrutto tutto il potenziale offensivo persiano in Siria. Il loro prroverbiale acume esistenziale sin dall’antichita’ li e un amaro destino imperscrutabile li costringe a portarsi il nemico dentro casa.
    Loro stessi dicono che hanno circa 80.000 miliziani agli ordini degli iraniani a contatto con il loro esercito e tutto questo dopo aver promosso il caos in Siria per avere mano libera al suo espansionismo.
    Mettiamoci comodi e aspettiamo gli eventi che sicuramente arriveranno.
    Ah! Dimenticavo gli eroici boys. Beh! Essi interverranno con gli eserciti degli altri che in questo momento non mi sembrano molto disponibili.

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