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La battaglia per il Donbass tra Russia e Ucraina – SCENARIO –

La battaglia per il Donbass tra Russia e Ucraina – SCENARIO –

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Quello che state per leggere non è, non vuole essere, un vaticinio riguardante una possibile guerra tra Federazione Russa e Ucraina, ma uno degli scenari bellici possibili in caso di conflitto armato tra le due parti.

Non ci interessa chi o perché abbia iniziato il conflitto ipotetico che adesso andiamo a disegnare. Non ci interessa sapere se le ostilità in Ucraina orientale sono iniziate per un freddo calcolo di Mosca, per una scelta voluta di Kiev o per un incidente di frontiera. Non ci interessa descrivere l’ipotetico “casus belli” in quanto nella nostra visione il conflitto potrebbe evolvere nella direzione che presto indicheremo.

 

Una domenica mattina di aprile…..

 

Le testate internazionali iniziano a rilanciare alcune notizie non ben definite e per i più non degne di nota. I report parlano di scontri violenti in Ucraina orientale, utilizzo di armamenti pesanti e numerose vittime da ambedue le parti; queste notizie erano già sparse circa due ore prima sui media specializzati che seguono in tempo reale l’evoluzione sul campo in Ucraina e non solo, i loro canali social hanno informato il pubblico di quanto stava avvenendo. I lettori di questi canali non vengono presi alla sprovvista in quanto da giorni essi seguono l’evolversi della situazione in questa nuova polveriera europea, dove la federazione russa e l’Ucraina hanno ammassato ingenti quantità di truppe. 

Poche ore dopo giunge notizia che le forze ucraine, superiori in numero e ben addestrate rispetto ai battaglioni improvvisati che avevano combattuto nel 2014, riescono a sorprendere i ribelli filo-russi e iniziano, seppur lentamente, ad avanzare verso la città di Donetsk. Questa situazione allarma la dirigenza di vertice della federazione russa che osserva una sua protetta Repubblica autoproclamata cadere nelle mani di quello che è un nemico assoluto.una nuova sconfitta per Mosca dopo la perdita del Nagorno Karabach da parte dell’Armenia non è tollerabile.

Mosca aveva già preparato piani per evitare la caduta delle due repubbliche filo-russe del Donbass, una soluzione che prevede l’impiego massiccio delle forze armate regolari della federazione. Tuttavia prima di mettere in atto questo tipo di intervento militare i russi fanno affluire reparti regolari dell’esercito, senza insegne della Federazione, cercando di limitare ed annullare l’avanzata ucraina, allo stesso tempo Mosca minaccia Kiev di una guerra totale nel caso in cui le operazioni militari nel Donbass dovessero proseguire. 

Quasi contemporaneamente gli Stati Uniti denunciano al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la presenza di forze russe in Ucraina orientale definendo il fatto una vera e propria invasione e promettendo a Kiev supporto militare immediato per contrastare quella che Washington ritiene una invasione russa del suolo ucraino. Mentre ancora il Consiglio Sicurezza discute e nel Donbass si combatte ferocemente aerei da trasporto strategico americano atterrano a Kiev, il loro carico è ignoto ma si pensa possano essere stati forniti all’Ucraina sistemi anticarro avanzati Javelin e missili per la difesa aerea portatili.

Alla notizia dell’arrivo in Ucraina delle forniture militari americane il rappresentante russo alle Nazioni Unite lascia il tavolo della discussione per “conferire direttamente con il presidente Putin”

 

…un martedì  mattina di aprile…..

 

Sono passati due giorni dall’inizio dei combattimenti in Ucraina orientale e i morti da ambedue le parti determinano preoccupazione a livello globale, i missili anticarro americani sono giunti sulla linea del fronte e vengono rapidamente impiegati dall’Ucraina. Avendo subito danni considerevoli ad alcuni reparti corazzati e vedendo ignorate le proprie richieste il presidente russo ordina esecuzione del piano che prevede il coinvolgimento franco e diretto delle truppe russe in Ucraina. A questo punto però, vista la necessità irrevocabile di intervenire con “la bandiera”, il piano di Mosca non si limita al controllo delle attuali parti di Ucraina Orientale governate dai filo-russi.

Il piano, recapitato a Sebastopoli in valigette di sicurezza venerdì 2 aprile tramite il volo di un Tu-204 decollato da Mosca poche ore prima, è ambizioso e in un certo senso anche irto di pericoli ma, se coronato da successo, determinerà il crollo della fiducia del popolo ucraino nei confronti dell’attuale dirigenza, metterà in sicurezza la Crimea che potrà essere difesa oltre l’istmo che la collega al continente, darà  finalmente tregua ai cittadini del Donbass sfiancati da 7 anni di conflitto, e permetterà la ripresa delle forniture idriche alla Crimea interrotte dall’Ucraina con lo sbarramento del canale della Crimea Settentrionale che utilizzando le acque del Dniepr dissetava la Crimea da sempre alle prese con una cronica carenza idrica. Gli ordini prevedono l’inizio dell’offensiva al calar della notte. L’obiettivo strategico è rappresentato dalla distruzione delle forze ucraine e lo spostamento ad ovest del fronte, che deve giungere al fiume Dniepr, i grandi centri urbani come Mariupola verranno isolati e non attaccati. Con l’annientamento delle forze ucraine, tutte dispiegate ora ad est, la guerra andrebbe avanti solo con una presenza straniera sul campo di battaglia. 

 

…..la notte tra un martedì ed un mercoledì di aprile….

Una salva di missili cruise viene lanciata da parte di due corvette nel Mar Nero, i vettori da crociera distruggono i centri radar in Ucraina orientale e un fondamentale centro di comando e controllo, la guerra all’Ucraina è iniziata. Pochi minuti dopo la 76ª divisione aviotrasportata effettua un lancio ad ovest di Mariupol, mentre le truppe anfibie posizionate a sud della medesima città iniziano la traversata delle 15 miglia del Mar d’Azov che le separa dal loro obiettivo.

In questo contesto la 56ª divisione d’assalto punta su Melitopol dopo una intensa azione di MLRS uragan contro le difese della città che a differenza di Mariupol dovrà essere conquistata dalle forze d’assalto della Federazione Russa. Sempre dalla Crimea la 7ª divisione d’assalto avrà il compito di raggiungere il fiume Dniepr presso la località di Nova Khachovka dove un modesto altipiano domina comunque il fiume e garantisce un’ottima protezione alla regione della Crimea. Presso quella località, pochi chilometri a Nord origina il canale della Crimea settentrionale.
Il piano russo non prevede la cattura di Mariupol ma solo il suo accerchiamento per poi trattare la resa con il comando ucraino ed evidenziare ancora una volta il fallimento del governo di Kiev nel difendere il territorio ucraino.
Simultaneamente le truppe russe entrate in supporto ai separatisti avanzano verso ovest fino a trasformare il fiume Dniepr nel nuovo fronte tra Russia ed Ucraina. Le forze dispiegate in questa regione sono tutte ad altissima mobilità e avrebbero il compito di impedire l’arrivo di nuovi rinforzi dalle regioni occidentali dell’Ucraina………..a questo punto le variabili da analizzare diventano troppo complesse per un semplice scenario…..aggiorneremo questo scritto secondo le eventuali evoluzioni della vicenda (sperando naturalmente che nulla di tutto ciò si avveri)