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La Democrazia Occidentale ai tempi di Trump della Brexit e dell’UE

La Democrazia Occidentale ai tempi di Trump della Brexit e dell’UE

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Le vittoria di Trump nelle elezioni presidenziali americane, e la scelta del popolo britannico di chiedere al governo di invocare l’art.50 del Trattato di Lisbona, e quindi lasciare ordinatamente l’Unione Europea, hanno trovato una forte opposizione tra le fila degli sconfitti che non hanno accettato l’esito del voto popolare, i quali hanno iniziato una campagna mediatica, giuridica e di piazza per tentare di ribaltare il voto espresso dai cittadini di GB e USA.
Movimenti che sarebbero stati bollati come “pericolosi”, “antidemocratici”, “populisti” a parti invertite, e cioè se Trump avesse perso contro Hillary e se il Remain avesse sconfitto il Leave, oggi vengono salutati, da un’ampia parte dei media tradizionali e dagli intellettuali “politicamente corretti”, come una espressione stessa della Democrazia. Ma quale può essere una espressione democratica quella che rifiuta l’esito di votazioni a suffragio universale?
Nessuno mette in dubbio lo stato di diritto in Gran Bretagna, il ruolo dell’Alta Corte di Londra, nessuno contesta il fatto che il Referendum sulla Brexit era consultivo e non vincolante legalmente, tuttavia nessuno dovrebbe allo stesso tempo sottovalutare il valore politico, morale e democratico di un Referendum con il quale il popolo britannico ha potuto manifestare la propria contrarietà ad un modello distante da quel progetto di Europa dei Popoli, che avrebbe dovuto trasformare la Comunità Economica Europea in una unione politica. Al contrario oggi osserviamo in Europa prevalere la legge del più forte e vediamo al comando dell’Unione (dell’Unione Europea, non dell’Europa), non politici che lavorano per il bene comune, seguendo l’indirizzo dei popoli, ma tecnoburocrati convinti di essere depositari di una visione superiore del futuro e dell’ordine mondiale. Tecnocrati e Burocrati missionari delle loro stesse idee e pronti a tutto, dalle minacce all’insulto, dal ricatto alla delegittimazione di chi non la pensa come loro, pur di mandare avanti la loro visione di Europa e la loro idea di Unione Europea.
Per quanto riguarda le protesta negli Stati Uniti, anche in questo caso, nessuno contesta la libertà di manifestare la propria opposizione ad un politico eletto come presidente, ma i movimenti americani che scendono oggi nelle strade hanno come preciso obiettivo il non riconoscimento della legittimità della vittoria di Trump, e il rifiutare il fatto che dal 20 gennaio sarà proprio Trump ad essere il Comandante in Capo degli Stati Uniti d’America e il detentore del Potere Esecutivo.
Sebbene sia nettamente superiore il numero di elettori democratici che hanno accettato Trump come presidente, rispetto a coloro che oggi manifestano contro il presidente eletto, il potenziale delle proteste americane è oggi grande per una serie di motivi. Il primo è rappresentato dal fatto che i media stanno dando molto spazio alle notizie riguardanti cortei ed iniziative, il secondo è che i manifestanti vengono spesso descritti come difensori dei valori democratici, il terzo è che al fianco delle notizie degli arresti eseguiti dalla polizia non si menziona il fatto che questi arresti avvengono per atti di violenza o di resistenza attiva alle forze dell’ordine.
Ma il problema maggiore derivante da questo stato permanente di protesta semiviolenta, è determinato dal fatto che questo clima potrebbe legittimare soggetti attratti dall’idea di compiere atti di violenza contro Trump, potendo arrivare ad ucciderlo. Questo aspetto non va assolutamente sottovalutato, e sarebbe compito dei politici americani, e se ci permettere anche dei media, sottolineare la legittimità della vittoria di Trump, al fine di limitare la platea dei potenziali contestatori violenti.
La Democrazia è accettare le regole del gioco e non cambiare tali regole solo per aumentare le proprie possibilità di successo. La democrazie non è rispettare il voto popolare, ed i sistemi di governo, solo quando questo fa comodo alla propria parte politica; questa Democrazia a Corrente Alternata è in grado di demolire i concetti di base che regolano lo stato di diritto, e il concetto di rispetto della volontà popolare che sono alla base delle democrazie occidentali. Chi oggi si oppone al risultato del Referendum sulla Brexit o all’elezione di Donald Trump, per far prevalere la propria idea “qui e subito”, deve considerare che sta invocando la fine della Democrazia Popolare, da sostituire con una Oligarchia, la quale invoca sempre più spesso il concetto di “analfabetismo funzionale” per giustificare la necessità che le decisioni più importarti per il destino dei popoli vengano prese da una élite autocratica, l’esatto opposto dei valori che i manifestanti affermano di voler difendere.