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Il Coronavirus di Wuhan: situazione e possibile evoluzione

Il Coronavirus di Wuhan: situazione e possibile evoluzione

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Era la fine di dicembre quando abbiamo preso coscienza di un importante problema di salute pubblica a Wuhan, una importate città cinese della provincia di Hubei. All’inizio sembrava che fossimo dinanzi ad un nuovo focolaio di SARS o di MERS, un virus, un Coronavirus, che in passato aveva causato epidemie preoccupanti in Estremo Oriente e nella penisola araba. Questo virus, pochi giorni dopo, appariva già molto più pericoloso; il numero dei casi aumentava in maniera molto rapida e soprattutto non aveva interessato un’area rurale ma una città ad altissima densità di popolazione. Il resto è cronaca recente, 2700 casi accertati ad oggi, un numero di casi sospetti non quantificabile e 82 morti. Per darvi un metro di paragone ricordiamo che SARS infettò circa 8000 persone in alcuni mesi e non in poche settimane.
Il Coronavirus infetta le vie aeree dell’uomo ed in particolare sembra avere uno homing diretto verso i pneumociti di secondo ordine (cellule specializzate dell’alveolo polmonare, e cioè la struttura deputata allo scambio atmosfera-sangue dei gas) determinando polmoniti atipiche di particolare gravità e contro le quali non esiste una terapia specifica ma solo metodiche di supporto vitale classiche (assistenza alla respirazione, controllo dell’edema e dell’infiammazione). Questo fatto ci evidenza quanto sia importante poter accedere a cure di alto livello ed intensità nel caos di grave polmonite, cure che solo reparti di terapia intensiva possono garantire.
Migliaia di persone infettate e centinaia infettate in maniera grave saturano rapidamente le capacità di assistenza dei reparti di terapia intensiva e ciò potrebbe determinare un aumento di mortalità di tale sindrome nel caso in cui il numero di pazienti che richiedono il ricovero presso un reparto di rianimazione dovessero aumentare rapidamente. La Cina ha reagito, a mio personale giudizio, con apparente e possibile ritardo, così come con troppa incertezza si sta muovendo l’Organizzazione Mondiale della Sanità che, con 51 milioni di cittadini cinesi in quarantena e senza certezze riguardanti tempi di incubazione del virus e capacità di contagiare altre persone nella fase prodromica, non ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria internazionale. Il principio di precauzione evidentemente non si applica a tutto, ma si individua di volta in volta quale rischio merita di essere mitigato con tale principio e quale rischio invece va trattato in maniera più “speranzosa…”.

Come sarà l’evoluzione di questa malattia? La Cina riporta casi in quasi tutte le sue provincie, alcune delle quali con numeri di 3 cifre, quindi esiste un bacino di individui infetti estremamente significativo. Potranno questi numeri, nonostante le drastiche misure di contenimento messe in atto da Pechino, dare il via ad una epidemia in grado di infettare milioni di persone? Molto dipende dalle caratteristiche del virus: quanto dura la sua incubazione, quanto è elevata la sua capacità di infettare altri soggetti (il suo R0), quando un soggetto diventa infettivo, quando cessa di essere in grado di diffondere la malattia?
Oggi i report scientifici da noi esaminati evidenziano un’incubazione tra le 36 ore e i 14 giorni, una forchetta troppa ampia per poter alimentare i modelli previsionali in maniera adeguata. Stessa problematica per l’R0 di questo Coronavirus che si sta diffondendo in Cina. R0 rappresenta il numero di persone che sono infettate in media da un malato; R0 di SARS era 0,7, R0 dell’influenza spagnola era 1,8, R0 del morbillo (una delle malattie più infettive ancora attive) è 12. R0 di questo Coronavirus è compreso nella forchetta 1,7-3,8 ma anche in questo caso i dati sono preliminari e non affidabili. Stesso discorso per la capacità di infettare nel periodo prodromico che sembra essere presente, ma al momento non è certa. Siamo quindi costretti ad attendere dati certi prima di formulare una previsione il più possibile corretta.
Potete seguire l’evoluzione dei casi in Cina e nel mondo anche grazie a questa risorsa elaborata ed aggiornata dalla John Hopkins Univerity che trovate come immagine di questo post. Qui il link