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La Libertà di Navigazione nello Stretto di Kerch: la Scintilla di un Conflitto

La Libertà di Navigazione nello Stretto di Kerch: la Scintilla di un Conflitto

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Qual è il punto centrale della crisi tra Russia e Ucraina? Oggi non è il possesso russo della Crimea oppure l’integrità territoriale di Kiev minacciata nel Donbass che potrebbe determinare una nuova fase del conflitto. Crimea e Donbass sono situazioni cristallizzate e in sostanza accettate dalle maggiori potenze internazionali, se non a parole perlomeno nei fatti.
Altro discorso invece merita la libertà di transito per lo stretto di Kerch.
Lo Stretto di Kerch è l’unica via di accesso di un mare chiuso, il Mar d’Azov, che vede sulle proprie rive la presenza di tre importanti scali portuali, due ucraini (Mariupol e Melitopol) ed uno russo (Rostov sul Don). Il transito navale verso queste località, sia da parte di unità civili che militari, era regolato da un trattato firmato nel 2003 tra Russia e Ucraina. Il trattato potrebbe essere ritenuto dai russi non più in vigore, in quanto ora lo stretto di Kerch, nella visione di Mosca, non vede più due nazioni differenti essere in possesso delle due sponde dello stretto, bensì è unicamente la Federazione Russa che possiede quelle terre. In questa ottica il trattato del 2003 potrebbe essere giudicato, secondo le considerazioni russe, decaduto.
Se il trattato è decaduto serve riscriverne un altro, e questo dovrebbe essere l’obiettivo di Mosca e la spiegazione più logica al blocco instaurato domenica scorsa a danno delle unità militari ucraine che cercavano di raggiungere Mariupol senza chiedere l’autorizzazione alle autorità di Mosca.
Limitare, oppure se preferite “regolare”, il transito navale da Kerch potrebbe essere funzionale ad impedire che l’Ucraina possa dislocare a Mariupol unità navali con capacità avanzate di difesa aerea che potrebbero essere donate a Kiev da qualche alleato occidentale. Allo stesso modo, redigere un trattato, che ad esempio proibisse il transito di navi militari degli stati non rivieraschi, metterebbe al riparo Mosca dalla sgradita sorpresa di trovarsi un incrociatore lanciamissili parcheggiato alle porte di casa.
Ma mentre queste considerazioni riguardano il medio periodo esiste una possibilità che la situazione possa degenerare nel breve periodo.
La possibilità che vorremmo evidenziare è il fatto che una nave militare di una potenza occidentale, ad esempio la Gran Bretagna, che sia per ragioni storiche che per ragioni legate ai fatti degli ultimi anni, possa inviare una sua unità in crociera fino a Mariupol, con il solo intento di dimostrare alla Russia ed al mondo intero che esiste un diritto internazionale di libera navigazione all’interno dello Stretto di Kerch.
Avendo analizzato il modus operandi russo e gli obiettivi del Cremlino relativi all’affermazione della sovranità russa sulla Crimea riteniamo che Mosca non permetterà il transito verso il Mar d’Azov a nessuna unità,qualunque bandiera batta, a meno che non venga rilasciato in maniera preventiva un nulla osta al transito da parte del Cremlino.
Capite benissimo che chiedere a Mosca un’autorizzazione al passaggio, automaticamente legittimerebbe Mosca in tutte le sue richieste riguardanti la Crimea ed il Mar d’Azov.
Al fine di mostrare al mondo la propria risolutezza nel difendere quella che Mosca ha più volte definito “terra russa”, abbiamo osservato l’arrivo in Crimea del secondo battaglione del sistema per difesa aerea e missilistica S-400 (SA-21 Growler) e il dispiegamento dei sistemi di difesa costiera “Bal” (SSC-6 Sennight) lungo la costa meridionale dello stretto di Kerch e del sistema K-300P Bastion (SSC-5 Stooge) sulla costa occidentale della penisola di Crimea.
Nell’ottica di un potenziale tentativo occidentale di dimostrare la libertà di navigazione dello stretto di Kerch riteniamo di avere due “navi di interesse” da monitorare nella regione e sono ambedue britanniche. La prima è la fregata HMS Duncan (D-37) e la seconda è la nave oceanografica HMS Echo (H-87). La Duncan potrebbe portarsi all’imbboccatura dello Stretto di Kerch e la Ecco arrivare fino a Mariupol
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Photo Credit: photographed by Brian Burnell with permission was uploaded to Commons by George Hutchinson.

Comment(1)

  1. Quanto mi piacerebbe vedere improvvisamente omini verdi tedeschi che si impossessano di Königsberg , impongono un referendum e riannettono il territorio alla Germania. Vediamo se poi il principio a parti invertite vale anche per chi lo riceve.
    La russia è un pessimo stato che si spacci per democratica ma che invece è ancorato alla mentalità totalitaristica tipica dei regimi comunisti.

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