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Attacco missilistico degli Houti yemeniti all’aeroporto di Riyadh

Attacco missilistico degli Houti yemeniti all’aeroporto di Riyadh

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Poche ore fa una coppia di missili balistici a medio raggio, lanciati dagli Houti yemeniti, ha quasi colpito l’aeroporto internazionale di Riyadh “Re Khaled”. I sistemi antimissile di difesa di punto hanno reagito all’ultimo minuto evitando che il sedime aeroportuale fosse colpito da questi ordigni (identificati come i missili Burkan h2) che ospitano una testata ad alto esplosivo di circa 250 Kg.
Non si tratta del primo attacco degli Houti contro il suolo saudita, e nemmeno il primo che viene lanciato contro i dintorni della capitale saudita, ma è la prima volta che gli ordigni minacciano concretamente una infrastruttura civile di vitale importanza come l’aeroporto internazionale di Riyadh.
Se i vettori avessero colpito un aereo o la hall di un terminal aeroportuale, avremmo assistito ad una vera e propria strage.
L’attacco all’aeroporto di Riyadh arriva poche ore dopo le dichiarazioni dell’ormai ex primo ministro libanese Saad Hariri, che proprio dalla capitale saudita ha annunciato le proprie dimissioni dal governo del Libano, accusando l’Iran e l’Hezbollah libanese di cospirare per ucciderlo, mentre allo stesso tempo continuano la loro espansione in tutto il Medio Oriente. Hariri ha elencato le aree di espansione dell’influenza sciita ed ha parlato esplicitamente anche dello Yemen.
Il lancio di questo pomeriggio contro l’aeroporto saudita potrebbe essere stato autorizzato, per non dire ordinato, dagli sponsor degli Houti yemeniti, che forniscono ai ribelli sostegno economico e militare, inclusi i missili a raggio intermedio oggi lanciati contro l’aeroporto “Re Khaled”.
Il Libano sarà il prossimo luogo di scontro tra Teheran e Riyadh, una nazione ancora divisa dopo la sanguinosa guerra civile e che ancora oggi non ha trovato un equilibrio nella democrazia. Beirut rimane ostaggio delle milizie armate che sostengono governi senza pieni poteri, così come la nazione è sotto il ricatto di attori stranieri che cercano l’egemonia su un paese da sempre cruciale per gli equilibri della regione; ma chissà, forse le parole di Hariri e il lancio dei ribelli filo-iraniani sono stati solo una strana coincidenza…