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Euro 2016: il dispositivo di sicurezza in Francia 

Euro 2016: il dispositivo di sicurezza in Francia 

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Ore 4:30 del 5 settembre 1972: al Villaggio Olimpico di Monaco di Baviera, nel corso della più importante manifestazione sportiva internazionalmente prevista, un commando palestinese prende in ostaggio numerosi atleti di nazionalità israeliana; conseguentemente all’inefficiente intervento della polizia federale tedesca periscono in 17. Olimpiadi di Atlanta (USA) del 1996: un ordigno rudimentale esplode tra la folla innocente del Centennial Olympic Park, causando due vittime e oltre cento feriti. Maratona di Boston, aprile 2013: due fratelli di origine cecena emigrati negli Stati Uniti piazzano al traguardo della corsa podistica un esplosivo self-made, uccidendo tre civili e assassinando nella fuga un agente di polizia a colpi di pistola. Numerosi, poi, sono gli incidenti scongiurati nei recenti anni durante od in prossimità di importanti eventi sportivi grazie a tempestive e fruttuose operazioni di prevenzione e lotta al terrorismo transnazionale effettuate dalle forze dell’ordine: fra i più rilevanti, devono essere annoverati gli oltre 100 estremisti algerini arrestati (in Belgio, Svezia, Italia, Regno Unito e Francia) che progettavano attentati in due partite dei Mondiali di Calcio del 1998 dall’alto valore simbolico come Francia-Algeria ed Inghilterra-Tunisia e l’arresto di tre islamisti durante gli europei del 2004 in Portogallo, che avevano come bersaglio il Primo Ministro portoghese José Manuel Barroso. Insomma, lo sport non è immune alla minaccia del terrorismo. Eventi sportivi di elevato profilo, fra cui Olimpiadi, grandi giri ciclistici, campionati di calcio, maratone, rappresentano obiettivi molto appetibili per plurime ragioni: ingente numero di persone coinvolte come spettatori od atleti provenienti da tutto il mondo, ambiente multiculturale, presenza delle più alte cariche istituzionali e/o governative di più Paesi, massimi dirigenti dei vari sponsor e, soprattutto, minuziosa copertura mediatica da parte di giornali, televisioni e internet – proprio la “spettacolarizzazione”, congiuntamente al sangue ed all’efferatezza dell’azione, è tra gli effetti che i terroristi perseguono. Lo sport, d’altronde, si fa promotore di un’insieme di valori diametralmente opposti a quelli che l’ISIS e altri gruppi ad esso associati condividono: rispetto, unione, integrazione, accettazione. La sfida complessa ed importante che la Francia, con i campionati europei di pallone, già scossa dalla tragedia che ha colpito il giornale satirico Charlie Hebdo ed a sei mesi dagli attentati di Parigi di novembre 2015, è chiamata ad affrontare va oltre la mera organizzazione dell’evento sportivo: in ballo vi sono la sicurezza nazionale, il rischio di possibili attentati terroristici, la prevenzione e la tempestività nelle risposte ad essi, questioni che acquistano sempre maggior priorità nell’agenda politica del governo. Alcune cifre chiave: Euro 2016, terzo evento sportivo globale, sarà la quindicesima edizione dei Campionati europei di Calcio; 24 squadre di stanza in 24 differenti campi base; 51 partite; oltre 2,5 milioni di spettatori negli stadi e più di 8 milioni complessivi – di cui circa 2 milioni stranieri – di tifosi attesi nelle più importanti città transalpine che ospiteranno la competizione. Data l’eterogeneità dei potenziali obiettivi e la molteplicità dei luoghi da tutelare il personale statale impiegato per assicurare la vigilanza ammonterà ad oltre 90 000 individui, specificatamente ripartiti a seconda dei ruoli assegnati: 42 000 poliziotti impegnati nella lotta alla delinquenza, alla microcriminalità, e destinati ad assicurare la sicurezza dei campi base, degli hotel e delle squadre (ciascun team avrà a disposizione 17 ufficiali di polizia come scorta); 30 000 “gendarmes” impegnati nel mantenimento generale dell’ordine pubblico, nella sicurezza dei luoghi di congestione e nel tempestivo intervento in caso di crisi; 5 200 uomini della protezione civile transalpina; 13 000 agenti di sicurezza privata – la società EURO 2016 SAS, votata alla sicurezza all’interno degli Stadi – circa 10 000 militari dell’Armée de Terre già impegnati nell’Operation Sentinelle (sostanzialmente analoga alla nostrana “Strade Sicure”). Fondamentale sarà proprio il coinvolgimento dell’esercito, adattabile, dinamico, evolutivo, purchè suddetta presenza capillare contribuisca alla soggettiva percezione di sicurezza e non alimenti un sentimento di “militarizzazione” dell’evento. Inoltre, i cieli delle nove città ospitanti saranno presidiati come in tempo di guerra: no-fly zone e scudo antidroni sugli stadi per evitare intrusioni dall’alto. Per facilitare l’azione dell’intero dispositivo di sicurezza, lo “stato di emergenza”, lanciato nel novembre del 2015, è stato prolungato di ulteriori due mesi – fino al termine del Tour de France, la manifestazione sportiva annuale per antonomasia nel paese. Regolamentato dalla legge del 3 aprile 1955 (e riesaminata nel marzo 2015), l’état d’urgence è decretato dal Consiglio dei Ministri in occasioni di estrema rarità – gravi pericoli imminenti, attentati all’ordine pubblico, disastrose calamità naturali. Applicato primariamente all’epoca della Guerra di Algeria, e nel 2005, a causa delle rivolte delle banlieux, tale provvedimento attribuisce straordinari poteri alle prefetture che possono: autorizzare la custodia cautelare di chiunque venga ritenuto una minaccia per la sicurezza e l’ordine pubblico; ordinare perquisizioni a domicilio giorno e notte; vietare la circolazione di persone e/o veicoli in luoghi ed orari prefissati, sospendendo eventuali manifestazioni e riunioni; oscurare siti sospetti. La difficoltà maggiore riguarderà il controllo effettivo delle cosiddette “fan zones”: queste ultime sono dei luoghi, predisposti dal sindaci delle città in stretta concertazione con i prefetti, sufficientemente vasti per accogliere un vasto pubblico – la più grande è situata nei Champ de Mars di Parigi, ai piedi della Torre Eiffel capace di ospitare oltre 80 000 tifosi e dove saranno dispiegati oltre 13 000 agenti delle forze dell’ordine -, all’interno delle quali saranno installati stand e schermi giganti per permettere la diffusione di gran parte delle partite. Costituenti estensioni dell’evento, ed essendo l’ingresso gratuito, elemento imprescindibile delle “fan zones” è l’adattabilità alle contingenze: la sfida è imponente, basti pensare che oltre 7 milioni di tifosi hanno visitato suddette aree nei campionati europei di Polonia ed Ucraina nel 2012. Peculiarmente, il governo di Parigi e nello specifico il Ministero dell’interno, ha elaborato una app per smartphone in lingua inglese e francese chiamata SAIP – Sistema d’Allerta ed Informazione per la Popolazione: l’applicazione, una volta attivato il gps, permette di ricevere in tempo reale segnali ed allarmi (rigorosamente in modalità silenzioso, perché si sa, per una persona che si nasconde da jihadisti armati rumori e vibrazioni potrebbero costar caro) nell’eventualità di reali minacce all’incolumità personale. In conclusione, la Francia sembra aver effettuato straordinari sforzi e preso le adeguate misure per assicurare la riuscita dell’evento: tuttavia, così come reiterato dal Presidente della Repubblica Hollande, la minaccia terroristica è reale. E sembra che non sia solo il jihadismo a destare preoccupazione. Qualche giorno fa, infatti, un giovane francese è stato arrestato in Ucraina perché in possesso di un immenso arsenale armi (dozzine di Kalashnikov, più di 100 kg di esplosivo, 3 lancia missili, ecc.) strumentali ad azione belliche contro sinagoghe e moschee transalpine. “Zero per cento di precauzione corrisponde al 100% di rischio, ma il 100% di precauzione non corrisponde affatto allo zero per cento di rischio” è quanto dichiarato dal Ministro dell’interno Cazeneueve e, convenendo con lui, è impossibile avere la certezza che non si verifichino misfatti. Nella speranza che Euro 2016 sia una manifestazione gioiosa e festiva, le misure intraprese funzioneranno? Il mondo intero si augura di sì.
Photo Credit: AlphaTangoBravo/Adam Baker 

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