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Entra in vigore l’ embargo europeo sul petrolio iraniano

Entra in vigore l’ embargo europeo sul petrolio iraniano

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Oggi 1 luglio 2012 entra in vigore l’embargo europeo sul petrolio iraniano. A partire dalla mezzanotte nessuna compagnia petrolifere europea  è autorizzata ad importare petrolio dall’Iran a qualsiasi titolo e viene proibita la possibilità di stipulare contratti per lo sfruttamento, la ricerca o l’impostazione di petrolio da Tehran. La repubblica iraniana ha più volte minacciato pesanti ritorsioni nel caso in cui l’embargo dell’Unione Europea diventasse effettivo. In questa ipotesi l’Iran ha più volte minacciato di rispondere concretamente all’embargo, a volte minacciando la chiusura ad ogni naviglio non iraniano dello Stretto di Hormuz, ipotesi che riteniamo non realistica nella condizioni odierne. Oggi i principali media iraniani hanno cercato di ridimensionare l’embargo dell’Europa ad una mossa di guerra spicologica senza reali effetti sull’economia dell’Iran, in realtà le sanzioni economiche cominciano a mordere, e gli effetti iniziano a manifestarsi anche sull’economia reale, la valuta iraniana continua a deprezzarsi e l’inflazione si fa ogni mese più pericolosa per il potere d’acquisto delle famiglie iraniane. In questo clima di tensione il tre luglio esperti nucleari dell’Iran e del gruppo del 5+1 si riuniranno ad Istanbul, per cercare di interrompere lo stallo dei negoziati sul programma nucleare, ma come precondizioni gli iraniani sembra vogliano che l’embargo europeo sul petrolio venga sospeso. Se falliranno i negoziati tecnici di Istanbul, l’Iran potrebbe rispondere all’embargo europeo in modo rapido, con quali modalità non lo sappiamo ancora ma gli scenari che si possono aprire sono tutti potenzialmente in grado di innescare un conflitto, anche se l’Iran non si muovesse per chiudere lo Stretto di Hormuz. Esiste infatti la possibilità che gli iraniani effettuino azioni di sabotaggio contro i terminal sauditi al fine di alterare il mercato del petrolio e moltiplicare esponenzialmente gli effetti sui prezzi indotti dalla sospensione degli acquisti, di tutto l’occidente, del petrolio Made in Iran. Già in passato nel mese di aprile una strana esplosione aveva danneggiato una stazione di pompaggio del maggiore oleodotto saudita, pochi giorno dopo la decisione europea di andare avanti con l’embargo, e le rassicurazioni saudite di rimpiazzare l’eventuale carenza di greggio dall’Iran. I responsabili di quell’atto non sono mai stati identificati, a c’è chi in Arabia guarda con sospetto all’altra sponda del Golfo Persico. Sicuramente le grandi esercitazioni Grande Profeta 7 saranno una risposta tangibile all’embargo europeo.

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