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I protocolli di reazione della Corea del Sud

I protocolli di reazione della Corea del Sud

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Molto è cambiato nell’approccio della Corea del Sud verso le provocazioni o addirittura deliberati atti di guerra della Corea del Nord. Fino a due anni fa non esistevano protocolli automatici da applicare in caso di emergenza, oggi invece questi protocolli esistono.

Il fatto più importante di questi protocolli di reazione automatica riguardano l’impiego della forza aerea.

Gli strateghi di Seoul hanno stabilito che per eliminare la minaccia posta dall’artiglieria nord coreana nei confronti del territorio sud coreano la risposta simmetrica non garantisce il rapido risultato richiesto. Per questo motivo si è deciso di coinvolgere fin dalle prime fasi della risposta militare l’areonautica militare sud coreana. Questa opzione garantisce una maggior rapidità ed accuratezza nel colpire gli obiettivi ostili ma fino a due anni fa era stata esclusa per un motivo ben definito : evitare una escalation del conflitto.

La Corea del Nord potrebbe vedere nell’intervento dei caccia di Seoul un’espansione del confronto e fare intervenire la propria componente missilistica, non solo la parte antiaerea ma anche le forze missilistiche preposte a neutralizzare gli aeroporti del Sud. Non siamo in grado di stabilire poi chi in Corea del Nord abbia l’autorità per autorizzare l’utilizzo delle forze missilistiche. Teoricamente questa responsabilità dovrebbe essere sulle spalle di Kim Jong Hun, il nuovo “Grande Successore” della dinastia Kim, ma nei fatti oggi il potere in Corea del Nord è spezzettato e numerosi alti ufficiali potrebbero avere l’autorità per autorizzare l’utilizzo delle forze missilistiche.

Compiuti questi due passi il confronto aereo ed aeronavale potrebbe essere del tutto fuori controllo e vedere l’intervento delle forze armate americane, sia con le proprie unità navali, sia con la componente aerea e non solo quella basata in Corea del Sud ma anche le forze aeree di stanza nell’arcipelago giapponese, coinvolgendo di fatto Tokio nella guerra con la Corea del Nord, in quanto anche le installazioni militari americane basate in Giappone diverrebbero bersagli dei missili nord coreani.

Volgiamo inoltre ricordare un altro aspetto fondamentale dei piani di risposta della Corea del Sud. Pochi giorni fa il ministro della difesa di Seoul ha ribadito che la capitale del Nord, Pyongyang sarà oggetto della rappresaglia del Sud nel caso in cui Seoul fosse bersaglio dell’artiglieria nord coreana. Un bombardamento della capitale è uno degli eventi più temuti dalla leadership della Corea del Nord. Sarebbe in questo caso molto più difficile mistificare la realtà alla popolazione che vive nella città e questo potrebbe mettere in discussione l’infallibilità del nuovo leader. Se Pyongyang verra bombardata nessuna città Coreana o Giapponese nel raggio d’azione dei missili nord coreani sarebbe al sicuro, nemmeno la capitale giapponese; ecco forse perchè anche se la traiettoria del issi le che verra lanciato entro 48 ore dalla Corea del nord non interesserà i cieli delle principali città giapponesi, per la prima volta nella storia a Tokio da ieri mattina sono schierati i Patriot, che svettano irreali tra i ciliegi in fiore dei viali principali della capitale, mentre nel mar del Giappone tutta la flotta Giapponese è pronta a contrastare le minacce che rapide e senza preavviso potrebbero minacciare militari e civili senza distinzione di sorta.