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Il fratello di Kim Jong Un ucciso con il Vx 

Il fratello di Kim Jong Un ucciso con il Vx 

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E così alla fine è arrivata la conferma ufficiale dal governo di Kuala Lumpur: Kim Jong Nam è stato ucciso dall’agente nervino Vx.
Il Vx è un organofosforico, una sostanza tossica che agisce bloccando gli enzimi che metabolizzano l’acetilcolina, un neurotrasmettitore ubiquitario il cui eccesso provoca spasmi muscolari, attivazione del sistema nervoso parasimpatico, convulsioni e blocco respiratorio.
L’azione di questi composti è rapida, necessita di trattamento medico immediato, mirato e con adeguati farmaci che blocchino l’azione dell’acetilcolina e possano ripristinare l’attività degli enzimi bloccati dall’agente tossico.
L’intossicazione da Vx può avvenire per inalazione, per contatto cutaneo, o per iniezione. La dose letale è minima, nel caso specifico di Kim Jong Nam parliamo di 160 mg se assorbito per via cutanea, 200 mg per via respiratoria, 50 mg se iniettato.
Vi abbiamo proposto le tre dosi letali del Vx in quanto non abbiamo certezza della via di somministrazione dell’agente tossico. Le autorità di Kuala Lumpur non si sono espresse chiaramente sulla modalità di somministrazione del Vx, sebbene si stia privilegiando l’ipotesi di una avvelenamento avvenuto per via cutanea/inalatoria. Questa ipotesi, seppur possibile, non ci convince pienamente in quanto anche le persone che hanno depositato il veleno sula cute di Kim avrebbero potuto subire gli effetti del veleno. Certo si potrebbe pensare che i killer abbiano utilizzato in via preventiva gli antidoti contro il Vx prima dell’azione per evitare di subirne gli effetti.
Tuttavia questa considerazione non è valida per le persone che hanno soccorso Kim. In nel caso in cui il fratello del dittatore nord coreano avesse subito un avvelenamento mediante contatto cutaneo sul volto, istintivamente si sarebbe pulito il viso, trasferendo parte del Vx sulle sue mani e poi contaminando i soccorritori. Il Vx è un agente per nulla volatile e la sua persistenza su suolo, cute e superfici è estremamente lunga, nell’ordine delle ore.
Il nostro gruppo ritiene che possibile che il fazzoletto passato sul viso di Kim possa essere stato un “diversivo”, mentre una seconda persona avrebbe potuto iniettare, grazie ad un ago da insulina di tipo pediatrico, la dose letale di Vx.
Le autorità Malesi hanno affermato che sul corpo di Kim non sono stati trovati segni EVIDENTI di puntura, questa formula a nostro avviso può indicare che alcune lesioni cutanee potrebbero essere, seppur in maniera non certa, ad una puntura.
Vi terremo informati sull’evolversi della vicenda in questione.